DI 0 anche si dice Pendolonè o Penzoloni, dicesi di ciò che sta pendente da alto a basso, come sarebbe il battaglio della campana. DIO, s. m. Dio; Iddio; l’Altissimo. Andar con Dio, Diloggiare, Andarsene con Dio, partire — Andarne, vale Morire N’ è andato — Andé con Dio, Andatevi con Dio; Vatti o Fatti o Rimanti con Dio; Andate segnato e benedetto ; Vatticondìo. Cossa fat* come ghe piasf. a Dio, Cosa fatta alla buona di Dio, V. A la basala. Donar a Dio qualcun, V- Donar. Dio *f. la manda bona, Pregar Dio che la mandi buona, si dice del Rimettersi nel voler di Dio, nell’ incertezza del caso. Dio ve nf. renda ’l merito, Renda il Signore a le munerazione ; Dio vi rimeriti. Dio libera o Dio guarda o Dio no vocia, Maniere fam. Guarda la gamba; Il ciclo me ne liberi; No; Cessi Dio; Tolga Dio ; Dio mi guardi. Dio me delibera, Sai mi sia, Quasi salvo mi sia, Dio me ne scampi. Dìo ’l vogia, Diel voglia; Diel volesse ; Dio il voglia — Dio no vogia, Cessi Dio; Tolga Dio ; Cessi. Dio l’ abia in gloria, Dio lo riposi; Dio gli dia pace o l' abbia in gloria. Dio v’ agiuta, V. Agiutàr. La voce Dio, che in questo senso sembra corrotta dall’avverbio latino Diu, nel sign. di Molto, si usa nei seguenti esempli — A sto dio! coll’amm. A tal segno; A tal grado; A tanto— El s'ha sporcò a sto dio! S1 imbrattò o lordò a tal segno, a tal grado, a tanto — A che dio ! E come ! El mf. pareva un dio, Mi pareva una cosa prelibata, un nettare, un' ambrosia, parlandosi di cibi, — Questo xe f.l so dio, È il suo piacere, la sua delizia, il suo tesoro, il suo lutto. Dir l’ ira de Dio, V. Dir. Esserghe in casa el ben de dio, Esser quella casa una dogana, e vale Essere abbondante e doviziosa. Far lf. cosse come Dio vol, Far le cose alla babbalà o ad un tanto alla canna: cioè Senza badarvi, alla sfatata. Grazia de Dio, V. Grazia. Lodato sia Dio che l’ ho trova, Pur bealo che lo trovai. No averghene un dio, Maniera metaf. Non ne aver uno per medicina ; Non avere un becco d’un quattrino ; cioè Non avere nè meno ud soldo in tasca. Pare al-1’ Autore che questa maniera vernacola provenga in origine dai Latini, i quali chiamassero figuratamente le monete Divi, dal-l’impronta eh’ esse avevano d’ un Imperatore divinizzato, e che per esempio dicessero nel nosjro medesimo senso, Non ha-beo ne divum quidem in zonis. Gli pare non meno che passati cl’ Imperatori in Oriente, siasi al Divus sostituito il greco Teos: donde appunto il nostro vernacolo Teosso nel significato metaf. di Monete; e i DIR che finalmente per la nuova Religione Cristiana impresse sulle monete le Croci ed i Cristi, siasi anche detto, come tutt’ora dicesi volgarmente nell’identico sentimento, No go un Cristo o una (ìrosf. da basar. V. Teosso e Cristo. 0 Dio de ela! Detto con ammirazione. Monna Tenerina, la mosca la guarda e la lattuga la punge; dicesi a colei che si duole facilmente d’ogni anche piccola cosa. Oh va con Dio ! Espressione di maraviglia Oh vacci scalzo! Oh vatti con Dio! In nome de dio, che anche si dice Su col nome de dio, Maniera fam., Or ben. sta, e vale Sia in buon’ ora, Sia col buon animo — In nome de Dio che go trova Quel che cercava, Sia in buon’ora che ho finalmente trovato quel, eh’ io cercava. DIODATO, Adeodato. Voce cavata dal latino, come ben s’intendo, ed è Nome proprio di uomo. DIÒL, s. m. Vocabolo de’Barcaiuoli, che vuol dire Duolo nel sign. di Passione di animo o anche Interesse — Mi no co diòl per quela cossa; Di quelVaffare non me ne curo; Io non ne sento passione alcuna. Diol. E anche inflessione del verbo Doler (V.) usata comunemente dalla bassa plebe in luogo di Dol, e vale Duole. Me diol vale Mi duole, mi fa duolo, mi spiace, me ne duole etc. DIONISIO, Dionigi, Nome proprio di uomo. DIÒSPARO, e. m. Guaiacana legno santo. Albero africano detto da’ Sistem. Dio-spyros Lotus-, e n’abbiamo parecchie piante anche nel nostro pubblico giardino: Mattioli lo chiama Loto falso. DIPARTIRSE, V. Despartì«. D1P0NEK, o Dcsponer v. Deporre ; Dichiarare. DIPORTAMENTO, s. m. Portamento, e vale Contegno, procedere, mo#o di vivere. DIPORTO. Per bel diporto, Per ozio ; Per divertimento ; A sangue freddo. DIR, v. Dire, Parlare Favellare. Dir a l’incanto, Offerire o Profferire all’ incanto o all’ asta. Dir, in T. di giuoco, Dire, vale Far buono sino alla tale o tal somma. Dir a meza boca, Dir che che sia fra' denti. Dir atorno, Divulgare ; Pubblicare. Dir ben, Dir tutto il bene ; Lodare — La fortuna no me dise ben, La fortuna non mi dice buono o mi dice guercio, cioè Non mi è favorevole. Dir bemìo o ben mio o Dir a uno de chi l’ ha fato o de chi l’ ha cuna, Dire un carro di villanie ; Dare una canata; Fare un bel rabbuffo o un rivellino ; Dir delle ingiurie. No dir né ren nè mal de quelo che no t importa, Di quel che non ti cale non ne dir né ben ne male. Dir cosse che no sta nè in ciel né in tera, Dir cose che non le direbbe una bocca di forno ; Dire scerpelloni o slrafalcio- D I R 259 ni, cioè Cose che non possono stare, bugie manifeste. Dir da bon, Dir da vero, da senno, del miglior senno. Dir df. so nona , V. nona. Dir el con e ’l ron, Dar libro e carte, Mostrare tutte le circostanze, addurre tutte le particolarità. Dir fra se stesso, Dire in cuore o fra suo cuore. Dir in poco molte cosse, Epitomare ; Abbreviare ; Compendiare ; Multe gran cose in piceiol fascio strignere; Parlare stringato. Dir l’ anemo soo, Sciorre i bracchi, detto fig. Dire il fatto sue ad alcuno senza riguardo — Dar le carte scoperte o alla scoperta, Dire il suo parere senza rispetto alcuno. Dir l’ ira de dio, è lo stesso che Dir o Cantar el diessila, tratta questa maniera 0 corrotta dalle parole dell' I nno de’ morti Dies irocetc. Dir cose da chiodi o di fuoco, Sgridare con ira — Dire tal vitupero che fina l’aria, cioè che rifina e rifinisce l’aria così vasta com’ ella è. V. Dio Dir i.a nina nana. V. Nina. Dirla schieta e neta o giusta, Confessarla giusta ; Dire al pan pane ; Darla fuori ; Dirla fuori; Dir le cose spialtel-latamcnte, apertamente ; Accusare o confessare la ronfa giusta o il punto giusto. Dir le parole in crose, Dir parole risentite. Dirle tonde, Dir la cosa a lettere maiuscole o di scatola o di appigionasi, vale Chiarissimamente, senza riguardi. Dir mal o Dar una tagiada de uno, Maldire d’alcuno ; Scardassare ; Levare 1 brani di che che sia ; Dare il cardo o il mattone ad alcuno ; o una cardatura; Lavorare uno di straforo, cioè Parlarne aspramente per fargli danno. Dir ora una cosa ora l’altra, Dame una calda e una fredda, detto fig. Dir per far dir, Grattare il corpo alla cicala, vale propr. Provocare un linguacciuto a dir male. Dir PI.AGA8 de qualcun, Dir cose da fuoco d’ alcuno, Dirne male. Dir per esempio, Addurre; Allegare; Produrre. Dirsf. de tuto, Dirne o Dirsene infino ai denti, Vilipendersi. Dirsene tante, Proverbiarsi; Bisticciarsi; Bezzicarsi. Dir so, V. Su. Dir tante buzare che no sta né in ciel né in tera, Dir tante sciocchezze da far misericordia. Dir una cossa e farghene un’ altra, Accennar coppe e dar danari. Come disse la volpe, le parole eran buone, ma i cenni dolorosi. Si dice d’uomo che mostra altro da quel che vuole e da quel che fa. Dir zo a la malignaza, o a la raspa, Dirne a/fatto ; ¡Dirlo su pe’ canti o a chi a-scoltar non vuole.