di questa specie chiamasi specialmente Airone. Qui non conosciamo che le sue lunghe penne della testa, delle quali si fan pennacchi pregiatissimi, che sono pur chiamati col nome d'Airone. V. Garzeta bianca. ALA, s. f. Ala e Ale, Membro col quale volano gli uccelli e gli altri animali alati Fauni, Volo sono voci poetiche — Sommalo, dicesi all'estremità, l’unta dell’ ala. Ale dei fessi, Pinne; Alielle; Alette; Pen-nuzze, le quali si distinguono come seguo — Ale del peto , Pinne pettorali — Ale de la panza, Pinne ventrali — Ale de la coa, Pinne anali o caudali— Ale de la schema, Pinne dorsali. V. Sgdanza. Ale del fenestròn a meza lena, Comi della lunetta. Ala del fica, Lobo, Particella del fegato. V. Figà. Ala del capèlo, V. Capèlo. Ala de la velada. Quarto , Falda , cioè La parte cadente di qualsivoglia vestimento. Ala del naso, Pinne o Ale del naso , Le parli inferiori e laterali del naso. Ala del mero , Alia, Cortina o Lato di muro, che si sleude a guisa d'ala. Dar ale a qealcen, Dare il gambone, modo basso, che vale Dar ardire, baldanza. Sbassar le ale a eno, Abbassare il cimiero a uno, Rintuzzargli l’orgoglio, la superbia — Tarpare le ale ad uno, detto fig. vale Indebolirlo, Togliergli le forze. — Cavare il ruzzo dal capo a uno o Cavare il ruzzo semplicemente, valgono Farlo star a dovere o a segno — Sgarìre un ragazzo, dicesi Quando piagnendo a distesa per essere incapriccito di qualche cosa, si batte : ed egli alfine depone il suo capriccio e la gara presa. Sbater le ale, Dibattere le ale — Starnazzare, vale dittarsi addosso la terra col dibattimento delle ali. V. Sbater le ale in Sbater. Taciàr o Letàr le ale, Tarpare, Spuntar le penne delle ale agli uccelli. Far le ale, Metter l’ale, vale Cominciar esse a nascere o spuntare. Far le ale, detto fig. Andarsene o Andarsi, si dice dello Scappar degli uccelli dalle insidie dell’ uccellatore — Andarsene, dicesi ancora delle cose che svaniscono, si perdono, diminuiscono o si consumano./ln-darsene si direbbe di chi fugge o sparisce. Star in ala o sempre in ala, è frase dei Cacciatori. Villeggiare o Volare a giuoco, dicesi degli Uccelli da caccia quando vanno a spasso per I’ aria girando. Ala del cogolo, Ala, chiamano i nostri pescatori valligiani Ln pezzo di graticcio che vien posto all’estremità del cannaio, il quale serve di conduttor al pesce per far- lo entrare nella cogolaria. V. Cogoléba. Far ala, in T. Mil. V. Spalieba. Reca o Ponto soto ex’ ala, V. Reca. Star m ala è frase usata nell’antico Poemetto sulla guerra tra i Nicolotti e i Castellani, ed è una bella metafora tratta dal vil- leggiare degli uccelli, e vuol dire Star per andarsene , Star sulle ali, Star sul punto di partire. Ora diremmo Star in anda o se l’ anda. Ala, ala. Così gridasi dai barcaiuoli quando si trovano in burrasca o in qualche pericolo ; ed è voce d’intelligenza fra loro, che equivale a Coraggio, amici ; non timore ! ALA A BORDO, s. m. T. Mar. Ala a bordo, Nome d’ un Cavo manesco , a cui è raccomandato Io schifo, e con cui, tirandolo, si arriva da questo al bordo della nave. ALA BARALA, detto a modo, avv. Allabab-balà (Voce derivata dall’Arabo che Apostolo Zeno interpreta per Alla buona di Dio) Alla carlona ; A benefizio di natura ; A vanvera ; Alla balorda. Andar a la babalà, Andare alla sbadata, Andar avanti inconsideratamente. Essere inaspettativo o inriscrvalo, vale Non badare Non attendere a che che sia. Dormire al fuoco o colla fante, Non badare a quel che si dovrebbe, Vivere spensierato. Far a la barala, Fare alla sciamannala, a caso, com’ella viene — Acciappina-re, vale Far una cosa in fretta menando le mani. Parlar a la babalà, V. Parlàr. ALABARDA, s. m. V. Labarda. A LA CARLÓNA, modo avv. Alla carlona, vale trascuratamente, spensieratamente. Onde Andare, Fare, Stare alla carlona, vale Andar etc. alla buona. Dicesi anche Fare a brace. Vivere alla carlona, Viver alla buona, senza pensieri. ALAFÈo ) ALAFÈTA ) Affé, In fede, Modo di giuramento. ALAFÌN, che potrebbe anche scriversi A la fin, Maniera avv. ln fine ; Alla fine ; o Alla per fine ; Finalmente — A la fin s’avemo visto, Finalmente o Alla per fine ci siam veduti. Alafìn, si dico ancora per Al fin dei fati, Alla fin delle fini o Alla fin fine, che vuol dire In somma delle somme , In conclusione. A LA ¡NEGLISÀN, modo avv. Disadorno; Inculto ; Negletto, Senza ornamenti -- Alla buona, Alla domestica, Negligentemente. A LA PÈNSIGIIE TI, Lo stesso che A la BABALÀ. ALAR, v. T. Mar. Alare, Tirare una corda — Ala la borina, Ala la bulina, per dire Tira la bulina. Alare sopra un cavo , vale Tirarlo con forza e con tutto il peso del corpo. Alare dentro, dicesi del Tirare o ricuperar dentro una gomona o gherlino che sia in mezzo al mare. ALARMISTA, s. m. Vocabolo sentitosi nel tempo democratico, verbale di Allarmare: dicevasi Allarmista Colui che in odio del sistema democratico spargeva novità vere o false allarmanti, come di perdite di battaglie e simili. A LA SBARAGIA, modo avv. A sbara- gìio ; In disordine , All' aperto ; Allo scoperto. Dormir a la sbaragia, Lo stesso clic Dormir a del seren, V. Ciel. ALBA, s. f. Alba, Aurora. ■ NoL m’ n.A DA GM ANCA l’ ALBA, NOH 1)IC UC diede mica. Nulla affatto. * Alba, Nomo d' una donna che , recando un’ olla con entro brodo, cadde in terra o la ruppe, per cui in qualche caso analogo dicesi scherzevolmente: Sior Alba hu spanto la pignola c ha roto el brun. ÀLBAltA, s. f. Alberella o Tremolo o Pioppo tremolo ; specie d’ albero pioppo comunissimo, detto da Linn. Populus tremula, o dal Mattioli Popolo bianco. V. Piova. ALBARÈLO, s. m. T. ant. Alberello, Picco- lo vaso di vetro o di terra, entro cui si conservano unguenti. ALB VSIA, s. f. Albagia ; Uurbanza, Boria, fasto, ambizione. ALBEGI VR, V. Albizàr. ALR1ÌO, o Pezzo, s. m. Abete o Abeto e A-bezzo o Pino Abelo bianco, Specie di Pino montano, chiamato da Linn. Pinus Abies; albero che si sega per lungo o si riduce in tavole. Pomola o’ alreo , l'ina, Specie di fruito dell’abete - Abetella chiamasi l’Abote reciso dal suolo, rimondo ed intiero. Tole d’albèo, Tavole abetine. Bosco d’ albèo, Abetaia. Lagrema d’alrèo, Lagrima abetina, Resina che scola dalle intaccature della scorza dell’ abete, o si converte in peco nera e in catrame. Cortesan d’ alrf.o, V. Cortesan. ALBERGO s. in. Così chiamasi quel Magazzino o Stanza annessa alle Chiese di Venezia, che serve per luogo di deposito degli arnesi e masserizie delle stesse Chiese ; e dove ancora si mette provvigionalmente qualche cadavere ricuperalo dall’acque. Albergo, Vale anche Locanda, casa d’ alloggio. ALBIO, s. m. (forse dal Bari). Albius per Al-veus) italianamente Truogolo o Trogolo, e nel Contado di Toscana Albio. Vaso che serve per tenervi entro il mangiare dei polli e de’ porci, e talora a tenervi acqua per diversi usi. V. Albeòl. Tegnì le man a ve e ’l dieso a l’ albio, Maniera popolare e fam. Sta ne’ tuoi cenci o ne’ tuoi panni, cioè Bada a te, non allungar le mani. V. Man a casa, in Man. ALRITRARIA s. f. Arbitrato, Giudizio di arbitri. ALBÌTRO, s. ni. V oce bassa, Arbitrio. ÀLRITRO, s. m. Arbitro, Giudice eletto dalle parti per decidere le loro quistioni. ALRIZAR, v. Albeggiare, Cominciar l’alba. ALBÒL o Albeòl, s. m. Madia, dicesi Quella de’ Fornai, e Arca quella delle case particolari : Cassa dove s'impasta la farina per fare il pane. Albeol da bf.ver, Abbeveratoio o Beveratoio. Ogni sorta di vaso dove beono le bestie. V. Albio e Bkvf.rara.