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    Vardàr in cagnesco, lo stesso che Var-
  DÀR UNO PER TRAVERSO, V. Ìli VaRDÀR.
 GAGNÈTA, s. f. Cagnuola o Cagnina.
    Gagnete ed anche Cabasse 8Ì chiamano da'Pescatori del Lago di Garda i Galli d'I-stria, i quali abitano tanto in mare quanto nelle acque dolci.
 CAGINETO, V. Cagnoleto.
 CAGMIA, lo stesso che Cagnèa, V. CAGNÌN, add. Canino, Di cane.
    Carezze cagnine, Carezze canine, vale Crudeli — Carezzoccia, vale Carezza rustica e svenevolej ed usasi per lo più nel plurale.
    Cagnìn , detto per agg. a persona, vai anche Spilorcio; Avaro.
 CAGNOL, 8. ni. Cagnuolino o Cagnolino e Cagnetlo.
    Cagnol ha calze, Bacchetta, T. Fiorentino e Cannonetto, T. Romano, Arnese o pezzuolo di legno, a\ orio o metallo lavorato, col quale le donne lavorano le calze, tenendolo al fianco destro. V. in Mamèra.
    Gagnolo, T. de'Muratori, Mensola; Beccatello; Peduccio; Piumaccixwlo; Peduccio grande; Mensolone. Pezzo di trave affisso nella muraglia per sostegno di trave o cornice.
    No AVER PIOI NÈ CAGNOI, V. FlO.
 CAGNOLETO ) ,, , „ „ CAGNOLÌN ) m' Ca9noletlo> Cagnolino; Cagnuccio; Cuccio, Piccolo cane — Botolo, Cane piccolo.
    Cagnoleto, T. de’Pese. Pesce di mare, ed è il più piccolo nel genere de’cani. CAGNÒN, s. m. Cagnaccio, Cane grande. Detto per agg. a uomo, Crudelaccio.
    Chiapàr el cagnòn, parlandosi di Vino, Pigliare il fuoco, Si dice del vino quando inforza e si guasta. Avere il fuoco. V. Vin col cagnòn.
 CAGOLA, 8. f. — Cagolf. dei ocm, Caccole; Cacca; Cacca d’occhi; Cispa. Cispa che talor esce dagli occhi e si risecca al-l’intorno — Avèr le cagole ai ochi, Avere gli occhi caccolosi, cispardi, cispi, cisposi.
    Cagole bei sorzi, dei conii, de cavre de piegose , Caccole; Cacc/icreili, e per ischevzo Pillole caprine.
    Cagole de mosche, de cavalieri e simi-lì. Cacature — Cagole de oseleti, Schizzate — Cagole de bovoli , Schiechera-mento di lumache.
    Far le cagole magre, Stiracchiare le milze; Viver di limature; Stare a stecchetto, Vivere mendicamente.
    Rekrescarse o Divertirse la CAGOLA , Ribobolo fam., lo stesso che Rekrescarse
 LA MANDOLA, V. MANDOLA.
    Cagole al culo, Caccole, Quello sterco che rimane att accato.
 CAGOLÈTA, s. f. Dimin. di Cagola, V.
    Detto per agg. a Fanciullo., Cazzatello; Affama/uccio; Mezza sconciatura; Spa-ruliìio; Mingherlino , e valgono Piccolo e magro.
    Detto per Caghete e Spczzeta, V.
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 CAGOLOSO, Agg. ad Occhio, Caccoloso; Cisposo; Lippo. V. Càgola.
 CAGÒN’, anticam. Cagozzo , add. m. Mer-dellone; Merdoso; Arrogantaccio, Agg. a Giovane pretendente. — Farfanicchio e nel dim. Furfaniccliiuzzo, Uomo vano, leggero e sciocco. che pretende essere d’ assai.
Cacacciano, Uomo timido che si caca
 o	si piscia sotto per la paura. V.
   Detto ancora per Caghète, V.
 CAGÒNA, a. f. V oce plebea, Ubbriaca! ura. CAGONCÈLO, 8. m. V. Frascón e Cagòn. CAGÒTO, s. m. V. Sgagoto e Scacazza.
   Avèr el cagoto, V. Lo stesso che Caga-rela. V.
 CAGOZZO , add. ant., lo stesso che Cagòn, V.
 CAI D’ARCO^ s. m. T. Agr. Vigliatura, La materia separata con granata o con lrascho dal monte del grano.
 CAIA, s. f. Pilacchera; Tignamica; Spiz-zeca ; Spilorcio ; Mignatta ; Mignella ; Avaraccio, Uomo avarissimo, di cui fu anche detto, Non darebbe da bere a secchia; E’ non darebbe fuoco a cencio. V. Pigna.
   Dicesi ancora nel sign. di Ajfamatuzzo, Uomo sparuto, di poca presenza e abbietto
 —	Andar in caia, Andar mancando, morendo; Peggiorare nella salute.
    Caia, è altresì T. de'Drappieri di seta, Rifiuti, Pezze di drappi che non si è potuto vendere e rimangono nella bottega come fondo del nogozio, quasi rifiuti.
   Caìa de le brigae, dicevasi anticamente per dire 11 peggiore o il più cattivo d' una brigata; La più cattiva ruota del carro, direbbesi metaf.
   Caia finalmente in T. ant. dicevasi ai Rilievi o Rifiuti che restano dopo il mangiare.
 CAÌCI1IA, s. f. Piuolo, Piccolo legnetto aguzzo a guisa di chiodo, il quale si ficca ne’ muri o in terra per servirsene a diversi usi, e dicesi ancora Cavicchia o Cavicchio.
   Caichia , detto in T. de’ Tintori, Par-rucello, o Cavigliatoio, Nome che si dà a que'bastoni sopra de' quali si ligia la seta. V. Destiràr.
   Caichia o caechia del pie, Noce, Quel-l’osso che spunta fuori dell’ inferiore estremità della tibia.
   In T. de’ Costruttori navali, Caviglia, dicesi ad alcuni pezzi di legno rotondi e tagliati apposta, co'quali si uniscono i fasciami del bordo alle staminarc e scalmi.
   Cavar chiò e ?ieter caichia, V. Cavar. CAÌCIIIO o CAECIIIO, s. in. Caicco; Schifo; Palischermo, Barchetta a remi ad uso di vascello o galea. — Bargia, dicesi ad Una lancia lunga e sottile, per uso degli ulfiziali del vascello.
    Detto per Caichia, nel primo sign. V. CAILÈTO, s. m. Cataletto; Cateletto; Feretro; Arca de’ funerali.
CAIN, s, m. Catino. Bacino; Bacile; Nappo,
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 Vaso notissimo per uso di lavarsi comunemente le mani e ’1 viso. V. Broca.
   Caìn o mastela da piati, Catino, Vaso di terra cotta o d’altro, per uso di lavare le stoviglie.
    Caìn da marineri, V. Vernegàl.
   Caìn de la barba, Bacino o Catino da barba.
    Caìn fora, Clessidra o Clepsidra, Vaso di creta forato a guisa di crivello, di cui si servono gli speziali.
   Quel dai caìm , Catinaio , Quello che vende catini — Stovigliaio, dicesi più pro-priam. al venditore se il Catino è di terra cotta; Stagnaio, s’è di stagno.
   Caìn, Guaio; Gagnolio; Gagnolamen-to, Voce del cane quando si duole di percosse o d’altro.
   Criàr caìn, Guaire; Guattire; Guaiolare ; Gagnolare — Detto fig. di persoua, Querelarsi; Lamentarsi; Chiedere aiuto e soccorso.
   El xe pezo de Caìn , detto di Uomo crudele, Egli è peggiore di Caino o di Nerone.
CAINELÈTO, ) „	,
CìINÈI 0 j ui. Catinellu; Catmel-
 letta; Catinellina; Catinella ; Catinetto ; Catinuzzo; Catinellina, Piccolo o Piccolissimo catino.
 CAIRÒL, s. m. T. de’Maniscalchi, Tarlo, Male che viene al cavallo sotto al piede, e che meglio direbbesi Carol o Carolo. V. La voce Cairol in questo senso non può essere che una spropositata corruzione o una balordaggine.
 CA1ZVR, v. Tracollare, Lasciare andar giù il capo per sonno, che dicesi anche scherzosamente Dire di sì; e Inchino si chiama il Cenno o Segno di addormentarsi, cioè l’Inclinazione della testa, V. Casca* da sono.
 CALA DE NAVE. V. Stiva.
 CALABB VGIIE, s. ni. Calabrache, Giuoco di carte notissimo, detto da noi più comunemente Concìna, V. — Dicesi Calabrache da Calabria, dond:è venuto il giuoco. CALABRIA, (Ua) V. in Uà.
 CALARRÒN, 8. m. detto altrove Gralaòn, Calabrone, Insetto alato simile alla Vespa, con gagliardo pungiglione. Linneo lo chiama Vespa Crabro. Dicesi anche Cala-vron.
 CALÀDA, 8. f. Calata; Scesa; China, La discesa e l'atto del calare — Detto per agg. ad una strada, vale Strada in pendio ; China.
   Detto per Diminuzione; Diminuimento; Decrescimento; Calamento, V. Calo.
CALAFÀ ) „ , _
 C VI IFVO ) S" m' Calafao o Calafato. Colui che ha cura di calafatare e intonacare i navigli.
 CALAFATAR, v. Calafatare o Calefata-re, Ristoppare i navigli, cacciando stoppa a forza di maglio ne’ commenti o in qualunque parte potrebbe penetrar l'acqua. V. Ciiimento.