OSE re. E’ non si grida mai al lupo di' e'non j sia in paese o di’ d non sia lupo o can j bigio, l’rov. usualissimo e vale. Non si dice mai pubblicamente una cosa d' uno che j essa non sia vera o presso cbe vera. Osk, in T. del Governo Veneto, valeva per Impieghi vacanti o sia Pia min e a farsi, ed intendevasi nelle cariche così temporale come a v ita, eh’ erano elette dal Maggior Consiglio e sostenute da’ patrizii. Quindi rravi un Segretario alle vod, che teneva conto del cominciare e del finire di tutte le .Magistrature, per proporre a suo tempo le nuove elezioni; la quale proposizione si bociava, cioè si pubblicava anticipatamente nel detto Maggior Consiglio. Cascà» le osk he quaranta, Accttscare la nomina o elezione d’un Quaranta, cioè d' un Giudice di Quarantia. Tuia so le ose, Antidpare V e'ezione ola nomina, Fare che l’elezione di qualche Uffizio fosse anticipata di tempo — Ti-ràr zo la ose, valeva il Coutrario, cioè Posticipare il tempo della nomina. l)o ose ue quaranta , Due nomine di quaranta, Due posti vacui da rimpiazzarsi alle Quarautie. Alzai la ose, Gridare; Sgridare: Stiacciare come un picchio —Strangolarsi, Alzar la voce sforzatamente. A tose, Modo avv. Vocalmente; A voce, Colla parola. CoPÀR LA OSE O LA VOSK, V. CoptR. Coi» voce, Andar grido; Andar voce; , Esser fama. Andàr uà per tcto lì osk , Spandersi da per tutto la voce, la fama. Aver le ose e ho aver le nose, Avelie vod e non le noci, vale Aver la cosa in parole, in voce, in nome, ed altri in effetto; e dicesi per esempio, Quando si crede che alcuno abbia conseguito un uffizio un beneficio o simile alla veutura, il quale di vero è toccato ad uu altro. Ovvero in quest’ altro significato, Aver il vitupero e la pubblica disapprovazione senza profitto — Uno ca le nose e l’ altro le ose, Uno leva o scova la lepre e un alt io la piglia, Prov. che si dice quando alcuno dura fatica in qualche cosa e un altro ne ha il merito: simile all’altro, Uno fa i miracoli e un altro ha la cera. Aver osk o vose in capitolo, Aver voce in capitolo, dicesi fig. di Chi abbia credito tra’ suoi colleghi e simili; E dicesi al contrario di Chi non è stimato, Egli non ha voce in capitolo. Dar una ose a qualcun Baciare a'euno, Chiamarlo forte. Chiamare alcuno. Per tose, Per fama', Per udito, A quanto dicesi. Per tose d' altri, Per detto o voce altrui. ^ Variar la ose, Arzigogolare la voce, vale Variarla in più modi, cantando. A ose popolo, Modo plebeo e specie di avverbio, A voce o A grido pubblico ; A voce comune. Boero. OSE OSELA (coll’ e larga) s. f. Così chi «inevasi una specie di Medaglia d’argento del valore di lire tre e soldi diciotto Veneti, che sotto la Repubblica era qui battuta ogni anno in dicembre, a cura del Magistrato oe le kasòn vkchik, e dispensata dal Doge nel giorno di S. Barbara (V. Barbarèla) a tutti i patrizii che aveano voto nel Maggior Cousiglio. I Dogi antichi godevano I' usufrutto delle valli maremmane di Marano, piccola fortezza del basso Friuli, ma dovevano regalare ad ogni patrizio in dicembre cinque uccelli palustri, detti volgarmente OsÉLE SALVADEGHK DAI piK ROSSI, e ciò per decreto del Maggior Consiglio del 1275. In seguilo per ovviare le querele de’malcontenti, fu stabilito che a tulli indistintamente fosse dato un uccello magro ed un grasso (dal che il nostro dettato che ancora sussiste, Un grasso e un «agro come i osei ha Maràn, Come i polli di mercato, un buono e un cattivo. Ma con altro decreto 28 giugno 1521, sotto il Doge Antonio Grimani, fu stabilito che il donativo delle Osele si convertisse in quello d’ una Moneta, che fu quindi delta volgarmente | Osèla, del valore di Mezza Ridonda, e che continuò senza interruzione sino al termine della Repubblica. Questa medaglia portava un geroglifico ed un motto Ialino, per lo più allusivi alle circostanze politiche del tempo, col nome del Doge, coll' anno del suo ducato, coll’ era comuue e con quella talvolta ab urbe condita. La prima del Grimani ebbe il motto lustilia et pax o-sculatx sunt; P ultima del Doge Lodovico Manio, nell’anno 1706, Mairi amanti amante* filii, e dall'altra faccia Ludovici Manin Piincipus Munti*, Anno Vili — Trovasi un'altra Medaglia stampata senza millesimo, sotto il suddetto Doge Grimani, col mollo .Vunu.t dutur nobilibus venetis, \ e credesi cbe questa fosse la prima stata donata in vece degli uccelli o stata fatta in poco numero per saggio. Anche la Comunità di Murano godeva il privilegio di farsi a proprie spese coniare ogni anno nello stesso tempo un’ Osella simile, eh’ era poi regalata al Doge e ad altri patrizii di Uffizio dislinlo. L’ Osela d’oro che battevasi ogni anno, era del valore di Lire 88 Venete, cioè di quattro zecchini. OSELA, add. Uccellato, cioè Gabbato, Burlato. OSELÀDi, s f. UcceUogine; Uccellamcn-to; Uccellaia, Luogo dove si uccella. — lìagnaia, diresi la Siepe artefatta ad uso d’ uccellare OSELADÓlt. ». m Uccellatore, Quello che piglia gli uccelli. Detto fi:- Gabbatore. Chi cerca e procura alcuna cosa indirettamente e con inganno. Uccellataci, dicesi alla Femmina. I OSELAME , s. f. Uccellame, Quantità di uccelli. i OSELANDA, s. f. Uccellaia; Uccel'atura; 0 S M 457 Erascanaia. Luogo proprio per pigliar uccelli. OSBL Ut. v. Uccellare. Tendere insidia agli uccelli per prendergli — Zimbellare, dicesi Allettar gli uccelli col zimbello. Oselar a zoeta, Uccellare a ciucila ; Far il chiurlo o la fistierella. Oselàr qualcìin detto fig. Tendere insidie ad alcuno; Trappolare ; Civettare: Uccellare; Zimbellare, dicesi dello Dotine che contiuuamento amoreggiano — Adescare. Invitare e Tirar uno alle suo