-1 56 C A Z Darsi animo— Cazzarse in casa »'altri. Insaccarsi in casa altrui, Introdursi. Cazzarsi , T. di Palazzo, Eccepirsi: Eccezionali, Astenersi dal dar opinione o voto o dall’ingerenza in affari giudiziari!' o amministrativi, per qualche eccezione. Cazzarsi: in rio , detto fig. Ficcarsi in un cesso , Nascondersi, sottrarsi alla vista altrui per vergogna. Dicesi Andare a riporsi per Cedere, Darsi per vinto. CAZZARSE la COA IN MF.ZO A LE GAMBE, Lo stesso che Ficarse la coa eie. V. Ficìr. Cazzarle ben drento in una cossa, detto fig. Concentrarsi; Profondarsi, Internarsi nello studio e nell’applicazione a che che sia. Cazzarsf. in testa qualcossa, Cacciarsi nel capa alcuna cosa; Entrar nel capo che che sia, Ostinarsi a crederla — Cazzarsi1, ben in testa una cossa, Scolpirsi nel cuore, vale Imprimersi altamente clic che sia nella memoria. Invasarsi nella mente una cosa; Conficcarsela. Cazzàb sot’aqua. Tuffare; Immergere o Mergere. Cazzar uno a far una cossa, Far uscir uno, Stimolarlo a lare o diro quel eh’ ei non dovrebbbe. Cazzar uno a far una cfssA per forza, Confortare i cani all'erta, vale Esortare o spingere uno a far cosa ch’egli faccia di malavoglia. El he sta cazza in te la diente , Mi sla fisso negli occhi, Mi è sempre presente alla memoria. Cazzare una vela, detto in T. Mar. è Lo stendere una vela per la sua parte bassa , sicché presenti la sua superficie al vento, il che si fa filando o mollando gl' imbrogli e alando sullo scotte. Cazzar zo nassa, Caricar l' orza o la balestra, detto fig. vale Mangiar e bere eccessivamente. Cazzar be cola, Caricar di colla; comi1 direbbesi Caricar di salda parlando di biancheria, Caricar di colore per Colorire assai. Cazzar df, formagio una piatan-za, Incaciar troppo o di soverchio una pietanza. Cazzar de cola un discorso, detto me-taf. Caricar nel discorso, Accrescere in parlando la cosa di più di quello che vera-. mente sia nell’esser suo, Esagerare — Talora si dice nel signif. di Avvivare un discorso o Dar anima a un discorso per la maniera, che hanno alcuni, del bel porgere nell’arringare o nel favellare. Cazzarse da capè lo, V. Capèlo GAZZAlìÒLA, o Cazzariòla, s. f. Cassc-rola, Sorta di pentola di rame con manico di ferro e con coperchio, ad uso di cucina. CAZZASCÒTA, s. f. Cazza-scotta, T. Mar. Puleggia incassata nel bordo o Pasteca stabilita sul bordo, nella quale si passano le scotte delle vele per cazzarle. Nelle tar-. tane o simili, il Cazza-scotta è un Legno I GAZ traverso nella murata di poppa, ove si lega la scotta della vela. CAZZASÒN, s. f. (colla s dolce) dicevasi anticamente Ira noi per Cacciagione o Caccia. CAZZATOR o Caciatùr , s. m. Cacciatore. Nome dato modernamente ad una specie di Servitore , che tiensi per lusso in alcune case nobili e ricche, e ch’è tra il Cameriere e lo Staffiere, il quale indossa un abito sfarzoso e porta per distinzione le piume sul cappello e la sciabola ad armacollo. Qualche anno prima della nostra rivoluzione politica, usavasi nella Lombardia un Servitore in simil guisa montato, che dicevasi Camerlacài , voce Tedesca che significa Lacchè di camera. CAZZAYIDE, s. m. Cacciavite e Svita-canne, Strumento di ferro a guisa di scalpello, che serve a cacciar dentro le viti; ed a svitare le canne degli archibusi. CAZZE E SCULIERl, s. m. Cosi chiamasi da noi Quell’uomo o quella femmina , per lo più Montanari Trentini, che girano per la città vendendo arnesi e manifatture di legno ad uso di cucina, come mestole, cucchiai, ec. CÀZZEGA! Interiezione ammirativa. Caz-zica ; Canchita ; Capperi; Cappita'. V. Cazza, ¡munir. CAZZETA, s. f. T. de’Gettatori di caratteri, Guscio o Guscetto, Quella parte della forma da gettar caratteri, fatta come una specie di piccolo imbuto, che serve per ricevere e trasmettere la materia liquefatta alla madre, CAZZÈTO, s. m. Cece , dicesi per vezzo al Membro virile de'bambini. Membrina o Membretto è dim. di Membro. Cazzhto in gloria, detto fig. Farfanicchio e Farfanicchiuzzo dim. Uomo vano, leggero e sciocco, che pretende d’essere assai , che anche dicesi Ganimeduzzo ; Scemo o Zucca vota. CAZZISSIMO, Un cazzissibo, Maniera avveri). bassa, Nè lisca nè calia, Nulla affatto. V. Gnentissimo. CAZZO, s. m. Cazzo; Membro virile; Pene; Cotale. Cazzo storno, detto fig. Capo sventata, Dicesi di uomo inconsiderato e senza giudizio. No lo stimo un cazzo, Non ne do una stringa o un lupino o una frulla, Slaniera usata per mostrare disprezzo d’alcuna cosa — Non vo’er alcuna più nè cotto nè crudo, Non volerne saper più nulla. Non ne voler saper biracchio. Tor un cazzo per un ravano, Non distinguere i testicoli dai paternostri, Non saper distinguere una cosa dall’altra — Distinguere il baccello dai paternostri, è il suo contrario. Un cazzo, Cica; Niente; Niente affatto; No; Mainò. Cazzo e Cazzo Beta! detto per ammir. Cazzica! Capperii Canchero'. Cazzo ! V. Cazza. C E C CAZZO DEMVR, s. m. T. de’Pesc. Piti -ciò o Priàpo marino; Cazzo inarino, Animale marino del genere degli Oloturii, detto prima da Gesnero Mentula marina, poi da Linn. Holoturius Priapus; il quale ha per carattere Un corpp cilindrico, sciolto , colla bocca o sia apertura al centro della sua estremità anteriore; ha il colore di noce carico, e dalla sua figura, simile a quella del pene umano, gli è derivato il nome. CVZZÒLA o Cazziola.b. f. Cazzuola o Mc-sto'a, Strumento di piastra di ferro, torto, con manico da tenere in mano, che serve a'Muratori per maneggiare la calcina nel murare, intonacare e arricciare. Dicesi anche Cucchiara. CAZZÒLO DA ZUCÒLI, s. m. Appello, Quel piccolo cerchio di ferro attaccato ad un lungo manico di legno, con cui si piglia la palla nel giuoco del Maglio: detto anche Maglio o Pallamaglio. CAZZONÈLO, s. f. T. de'Pese. Trilatera, Specie di Conchiglia marina bivalve, detta da’Sistem. Donax Trunculus. La sua figura è triangolare, anteriormente liscia, nell’interno violacea, coi margini crinati. Essa è comune, ina di nessun uso. CAZZÒPA, s. f. Attribuito a Cavallo, Rozza; Carogna; Brenna, Cavallaccio magherò die pare la fame. V. Rozza. Attribuito a Casa, V. Cakobèra. Parlandosi di qualche Stromento, Sferra, si dice a Cosa inutile perchè fracassata o rotta, cosa non buona a nulla — Ciscran-na, dicesi a Qualsivoglia cosa vecchia e male in ordine — Stracco, àdd. dicesi dagli Artefici a Quegli stromenti del loro mestiere, che per lungo uso a mala pena producono il loro effetto. Nol val unì cazzopa, Noii vale una faglia di porro; Non vale un fico, Non vale nulla, Non è di alcuna stima. CAZZÒTO, s. m. Cazzotto, Colpo di pugno. Dar un cazzotto, Dare un pugno, Offendere con un colpo di pugno. Gli (pronunciato stretto) Ci, La terza lettera dell'alfabeto, sost. di genere mascolino. Ce o co Giacomo Antonio, ovvero Un ce o co, Un corbellone; Un coglione; Un minchione, Agg. ad uomo. CEBIBO, V. Cibibo. CECA, V. Zeca. CEC VRÒLA, s. f. T. Mar. Cecarola, Vela piccola, di cui si fa uso allorché il vento diviene eccessivo. Cecarola detto per Zucarola, V. CECIIÌN, V. Zechìn. CÈCOLA o Cecolèta, s. f. Minuzzo o Minuzzolo, Minutissima parte di che che sia. Tritolo è più comune a qualunque cosa. Cecole df. carta , Cartucce, Pezzuoli di carta. V. Cetola. Cecole df. porco, V. Cizzole. Cecole de carne, T. de’Heccai, Cosi essi chiamano que’Pezzuoli o minuzzoli di