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    Piobà macnativa, Commestibile ; Cibo. Roba meta o sporca, Lingeria o Bian-cheria nella o sudila.
    Roba porca, Roba a mal tempo o da nini tempo, dicesi di Roba trista anche in senti-mento morale.
     JÌDBA SAI.ADA 0 INSACADA, Salsiccia ; Sll-
  turni.
Kob» seca, Seccaticcia, Legna secca. Roba tovagiada, Lingeria o Biancheria da tavola ; Lingeria da tavola tovaglia/a.
    Roba vkciiia. Vecchiume ; Sfere ve-chie ; Ciscrana, Nobili e cose vecchi«.
    Roba fa roba, La roba va alla ruba, Chi ha roba l'aumenta.
    Aver roba sul stosego, Aver crudezza o gravezza di stomaco.
    Reati chi ga la roba. Chi è in tentila Dio l’aiuta, Beati i possidenti.
    Bona roba, Buona spesa; Mula lana o lanuzza; Ma'a sciurda; Mula zeppa, Uomo scaltrito — Buona o Bella roba, si dico di Femmina bella anzi che no, ma disonesta.
    El m'ha niTO un mondo de roba, Mi disse un mondo o una quantità di villanie — Dir drio a qualcun roba da fogo, Fare o Dare un cappello o un cappellaccio ad una, Strapazzarlo, Ingiuriarlo.
    Far roba su un sasso, Far roba sul-racqua; Far </’ «n pruno un melarancio, Prov. elio vale II voler migliorare che che sia oltre a quel che comporta la sua natura. E’ farebbe roba su d’un sasso, Di chi è sommamente industrioso e attento a far danari. E’ vivrebbe soli’ acqua. — Vindem-tniure, Far roba, ma per lo più di mal acquisto.
    Vardàr ben come sia sta roba, Guardare come sia lu bisogna, cioè Come sia la faccenda, il negozio.
    li* ROBA MARIDA 0 SC.0NDE LA GOBA, IjO-
  cuz. fam. per diro che Le fanciulle ricche si maritano facilmente, sebbeu difettose di corpo.
    La roba no xe de chi la fa ma de chi la (.ode, La roba non è di chi la fa ma di chi la gode.
    Tasta roba, Un monte di roba, Moltitudine di che che sia.
    Toti xe de l’ istessa rosa, Esser della medesima o d’ «na tal pannina, (fun pelame, d’una buccia, <fun sapore ; Come i poponi di Chioggia ; Esser macchiati iCuna pece o d’una slessa pece ; Esser tagliali ad una misura, Avere gli stessi difetti.
  Xela forse roba robada? Oh! ch’è roba di rubello ?
  .No vogio ste robe, Non voglio queste cose, e s'intende Fatti, a’quali è diretta l'ammonizione.
ROBADA, s. f. Ruba; Rubamento; Ruberia.
    Dar un* robàda, lo stessa che Bobàr. ROBVCIIIAR, v. Rubacchiare, lìubare di quando in quando.
  ROBAPÀN, add. Soprannome dato talvolta
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  al Ladro, quasi che si dicesse Rubabricioli, e intendesi Ladro da poco, Ladro vile.
  ROB VB, v. Rubare ; Derubare ; Furare.
    Robàr a la strada, Rapire ; Depredare; Predare; Scorrazzare, Commetter rapina.
     Robàr lf. galine, Sgallinare i pollai.
    Kobàr con ingano, Truffare.
    Robàr con sveltezza, Leppare.
    Robàr uri Sartori, Farla bandiera, Si dice del Sarto quando ruba quel che avanza di vestimenti ch'ei taglia.
     Robàr in casa dei sbiri, Mangiare il cacio nella Iruppola, Prov. Fare alcun delitto in un luogo ove non può fuggirsi il ga-atigo.
    Robàr le fature dei altri, Andare alla burchia, Appropriarsi per le sue opere le invenzioni altrui — Imburchiare il latino, usano dire gli Scolari II copiar quello d' altrui, e dicesi anche Rubare.
    Bobàr in te le misure, Fognare le misure, Lasciar con arte del voto nelle misure.
    Robìr per dar per amor de Dio, Scoprir un allure per ricoprirne un altro ; cavar un chiodo e piantar una cavicchia.
    Bobàr soto i ocm, Rubare colfalito; Ei ruberebbe il gallo a S. Pietro ; Ei ruberebbe il laccio al boia.
    Robìr un ritrato, Ritrarre alla macchia, cioè Farlo a forza di memoria.
     R obarse da le man la roba, Andar via a ruba ; Spacciare a ruba; Dicesi dello spaccio delle merci.
 BONARIA, V. Ladrarìa.
  ROBÀTA, s. f. Roba cattiva ; Roba a mal tempo o da mal tempo, e si dice di Femmina volgare e di mal fare.
  ROBAZZA, s. f. Robaccia, Cattiva roba. Ciarpa dicesi ad Arnese vile — Cibando, direbbesi a Cattivo cibo.
 Detto per Agg. a Femmina, Carognac-cia ; Robaccia. V. Remenà — Alludendosi a Mamme abbondanti, Pocciosa; Uberifera.
  A vèr de la robazza, Avei• molta roba, cioè intendiamo molti beni o Molte cose. ROBEGÒSO, add. lo stesso che Badego-so, V.
 ROBEGOZZO, s. m. Miscuglio; Confusione — Dicesi auche nel sign. di Baruffa; Scompiglio.
  Tor tuti a robegozzo, Prender tulli indigrosso, Confondere senza distinzione veruna V. A ROBEGOZZO.
  ROBETA, s. f. Robeta, in signif. di Bobha ordinaria o grossolana di panno.
  Aver de la robéta o de la beli robe r*. Aver de’beni, de’fondi, de'mobili, de'qual-trini, Aver uno stato di vita comodo e bastante.
     Gh’è in piazza de la robèta, V'è dell’ab-bondanzetta.
    Una robeta curta, detto fam. Robetta o Robicciuota, in sign. di Vesta corta, che per lo più non arrivi che a mezza la coscia, o poco più in giù.
  ROBIN V, V. Ri bini*.
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 ROBO — Un certo bobo, Un certo coso. Dicesi alludendo a uomo stolido o malfatto, e si può anche dire di Che che sia.
    Son seco i bobi sconti, Ribobolo triviale, Son annoialo; Sono stucco o ristucco. V. Seco.
 ROCA (coll’o stretto) s. f. Rocca, Strumento da filare notissimo. V. Bocàda.
   Cargìr li noe*, Arrocare; Appennec-ehiare, Metter il pennecchio in sulla rocca per Giare.
    Ilo fi.nìo la roca, La rocca è sconocchiata
    La ME par UNA ROCA VESTÌA O 1MPONTIA,
 Lunga lunga; Sciocca sciocca come gli asparagi montani-, È lunga magra e sgroppata, Dicesi di Douna.
 BOCÀDA, s. f. Roccala; Conocchia; Pennacchio in su la rocca, Quella quantità di lino o canapa o simile, che si mette sulla rocca per filare — Sconocchialura, dicesi il Residuo del pennecchio sulla rocca — Roccala, Colpo di rocca.
 ROCARSB, T. del giuoco degli Scacchi, V. Irocàr.
 ROCIIELÈTO, 8. m. Racchetano o Brozzo-la, Piocolo arnese di legno fatto al tornio, che serve a tener l’oro che si è svoltato dai rocchetti
 ROCIIÈLO, s. m. (coll’e larga) V. Rocheto.
    Rociièlo da paiochieii, Piombino, detto da’ Francesi Bilboquet. Strumento di cui i Parrucchieri si servono per arricciare i capelli, che destinano a far parrucche; esso consiste iu un pezzo di legno tornito e tondo neU’estremità.
    Rociièlo, detto in T. de’ Tessitori, Bocchello. Strumento piccolo di legno forato per lo lungo, di figura cilindrica, a uso per
 lo	più d'incannare. \. Pironèk*. ROCIIKMBOLD s. ni. (Voce certamente non indigena Veneziana, forse Inglese) chiamasi un Giuoco di carte notissimo fra noi, quasi simile all’ Ombre, ma con alcune modificazioni. Più comunemente si dice Boco-
 lo.	V.
 ROCIIÈTA, s. f. (coll'e stretta) Razzo matto. Fuoco lavorato che scorre ardendo per aria, e si usa in occasione di leste d’ allegrezza.
    Trìr de le rociiète, Trar de’razzi. BOCHÈTO, s. in. Rocchetto, Strumento piccolo di legno lavorato sul tornio, ad uso di incannare la seta od altro.
    RocnÈTo da done, Accappatoio, Quel Man-telletto di pannolino increspato da capo, col quale si cuoprono le donne alla tavoletta per acconciarsi la testa.
    Rocheto ih pelegrini, Sarrocchino, Veste di cuoio usata una volta da’ pellegrini ne'loro viaggi, per coprir le spalle.
   Rocheto o Bochèlo da filàr. Pergamena, Pezzo di cartone involto a cartoccio, che cuopre il pennecchio della rocca.
    BocnÈTo, T. di varii Artefici, Botellina cilindrica, i cui denti imboccano in quelli di una ruota maggiore.
 Rocheto, Uccello. V. Crecola.