40 A Q U per kl so cnuBo, Lasciar andar l'acqua alla china o all'ingiù: detto fig. e vale Lasciar che le cose camminino naturalmente, senza impedirle. Lassarse vegnir l’aqua adosso, Ridursi all’olio santo, ltidursi agli ultimi. Lasciarsi sopraffar dalla piena, dicesi di Chi perde l’occasione; Non prevalersi del tempo. E male per chi ha tempo e tempo aspetta, che mentre piscia il can, la lepre sbietta. Convieu prevenir il male e non perder tempo. Vegnìr l’aqua ik boca, Venir l'acqua in su l'ugola ; Venir l'acqua o l’aquoìinu in bocci/: La gola gli fa come un saliscendu. La gota gli fa luppe tappe. Venir voglia. Metter aqua, detto fig. Metter bene tra alcuni, Rappacificare: contrario di Giiiynere o Metter legne al fuoco. Pestar l’aqua in tel mortèr. V. Mortèr. Schizzo d'aqua, \ . Schizzo. Scota da l’aqua calda, V. Scota. Spander aqca, Far acqua, Orinare. St»r tra do aule, Star fra le due acque; Stare a tocca e non tocca ; Rasentare tra 'l sì e ‘l no, valgono Star sospeso, in dubbio. Tirar aqca al molÌn. V. Molìn. Trar aqca, Attignere — A Gli loggia dicono Orire, dal lai. Jlaurire. Vocio veder in quanti pie n' aqua che stago, Vo’ vedere in quanta acqua io peschi, cioè Voglio consultarmi., esaminar ben bene prima di risolvere. L’aqua marcisse i pali, V. Imarcìr. Aque, dicevasi sotto il Governo Veneto ad una Gravezza pubblica, Che altrimenti si chiamava Quintèlo, V. Magistrato all’aque cliiamavasi ai tempi Veneti una Magistratura Senatoria, composta di tre patrizii col titolo di Savi alle acque, eletti dal Senato, e di altri tre col titolo di Esecutori alle acque, ch’eran nominati dal Maggior Consiglio. Vera ancora un Collegio all’acque di quaranta senatori, da cui si estraevano varie Deputazioni, chedieevansi Zonte, Giunte, per attendere alla materia dell’ acque, e preservar la capitale dalle inondazioni del mare. Aque catitKj dicono i Villici Padovani ad una Malattia del cavallo, che i Veterinari! chiamano Edema alle gambe degenerante in ulceri, con uscita di materie acrimoniose. Questa malattia si spiega colla gonfiiezza alle gambe e più spesso nelle posteriori, eoli esulcerazione dietro al cannone e al pasturale e ne' calcagni. Aqua ! Espresso con ammirazione, lo stesso el.e Asko ! V< AQl A DE MAR, s. 1'. Aqua marina, Pietra preziosa la quale ha la sua cristallizzazione di forma poligona: il suo colore è verdastro. AQLV DE VITA s. i. o Aquavita, Acquavite. Aqca de vita rafinàda, V. Aqua de sete COTE. A Q U Quel da l’aquavita.. Acquavitaio, Quello che vende acquavite. AQUAFORTE o Aqua da partir, s. f. Acquafòrte o Aqua da partire, che si djpe anche Spirito di nitro o Acido nitrico. Questa composizione serve per corrodere i metalli ad eccezione dell’oro e del platino. AQUAÌZZ \, s. f. T. Mar. Empi fondo, Alzamento o gonfiamento straordinario dell’acqua del mare, che suol precedere al soffiar de’venti che fanno traversia ad un porto. AQUAR, v. Adacquare o Inacquare, Dicesi del vino che si mescola coll’acqua. AQUAR ISA, s. f. Olio essenziale o Essenza di trementina. AQU VRIiGIA, s. f. Acqua regia o Acqua regale. T. de’Chimici. che la chiamano pvo-pr. Acido idroclòro-nitrico. V. Spirito de SAL. AQUARELA, s. f. Acquerella o Acquarello, T. de'pittori, Acquerellelto, Acquerello molto annacquato. Miniar a aquarela, Acquerellare, Toccar i disegni con acquerella. AQUAIUOL, s. in. Aquaiuolo o Acqueruolo, Colui che porta o vende acqua dolce per uso delle famiglie; ed anche Quello che porta le acque minerali. Acquaiuo’o, dicesi pure a Chi dà l’acqua ai prati per irrigarli. V'. Portaqua. AQUARIÒLA jS. f. La Femmina dell’Ac-quaiuolo, che per analogia di altre voci consimili potrebbe dirsi Acquaiuo'a o Acqua-mola. AQU.ARO, s m. Voce agr. Bocchetta. Quell’apertura che si fa nelle capezzagini che traversano il campo seminato, per far correr l’acqua fuori con più facilità. Dicesi anche Acquaio o Solco acquaio. AQUARÒSA, s. f. Acquarosa o Rodala. Acqua preparata con rose. Mucehero si dice a Quella in cui sieno state infuse lo rose o le viole. AQUAVITA, V. Aqua de vita. AQl AZZA, s. f. Acquacela, Acqua cattiva o corrotta—Acquazzone, Gran pioggia e continuata, che dicesi anche Aquagione e Acquazzone. AQUE 1)’ O NG AIÙ i, Acqua della regina, Acqua minerale, di cui si fa uso anche presso di noi. AQUÈTA, s. f. Acjìietta ; Acquicella ; Rivo; Rigoglio; Rigagnolo, Piccola acqua corrente. Acquenigio'a; Acquerella ; Spruzza glia, Pioggia minutissima. V ien un’ aqueta che gnanca la se sente, Viene un acqua cheta : dicesi d’ una Pioggerella che viene senza strepito. Aquèta de cola , Acqua, dicesi a Quella materia che stemperata coll’ acqua si da ai drappi per crescer loro la lucentezza e distenderli. Aquèta de vii», Chiarello, vale Vino mollo annacqualo; che anche dicesi Acquaticcio. * Aqueta. Così chiamasi pure un certo composto velenoso. ARA AQUILA, s. f. Aquila, La regina degli uccelli. Molte sono le specie di quest’ animale. Quella che noi conosciamo e che alcune volte si piglia, è detta Aquila nera o valeria, e da Limi. Falco Melanotus, ma non è della grandezza delle altre. Criìr come un’ aquila, V. Criàr. AQUÒN, V Aquazza. VQUÒSO, add. Acquoso; Acqueo o Acquidoso e Acquitoso. Terèn aquoso , Terreno acquitrinoso o acquidrinoso. UVA (dal latino Area) s. f. Aia, Spazio di terra accomodato per battere il grano. Ara picoh. Aietta. Colmo o Colmegna de l’ara, Barcone, Quel sito dell’aia più alto, ove si abbarcano le gregne. V. Cavagiòn. Pagarsp. su l’ ari, Pagarsi in sull’ aia, detto fig. Pigliar congiuntura sicura di farsi pagare, Pagarsi prontamente. Quanto pol star in t’ un’ ara , Aiata , Tanta quantità di grano o di biade in paglia, quanto basti ad empiere 1’ aia. Meter su l’ara. Inaiare il grano, Distendere le spiche sull’ aia per batterle. ARA-o anche Era, s. f. T. de’Vetrai, Camera o Tempera, Dicesi a quel luogo sopra la fornace, in cui si mettono i vasi di vetro appena fatti per crogiolarli, cioè per chè perdano gradatamente la roventezza e possano stagionarsi e freddarsi. In questo senso si dice anche Temperare o Dar la tempera o ’/ crogiolo. ARA e ARE, sincopato da V arda e Vardé , Guata, Vedi o Vedete. ARADA s. f. Voce agr. Aiata, Quanto può stare in sull'aia, per esempio frumento per battere. ARADÙR V. s. f. Aratura, Aramento. ARAMÀLI, s. ni. plurale di A ramài, (dallo Spagnuolo Alamar) Alamari, Bottoni con riscontri ed anche con allacciature, che usa-vansi una volta più comunemente. Pur altro le persone colte dicono Alamari. ARA Ai A. V. Anara. A RANCAR, v. ant. Arrancare, verbo neutro ed Arrancar: i, nel sig i, di Affannarsi, Angustiarsi. Prender le cose a scesa di testa. AR VR, v. Arare ; So ' are il terreno coll’ tirai ro ; Fare solchi ; Dissodare. Fendere, dicesi Arare la prima volta. Riarare o Ri fendere, Arare la seconda volta. Interzare o Terza re, La terza. Inquarta re , La quarta — Aralrare , Arare dopo seminato. — Intra ve sare, Arare a traverso del lavoro già fattovi. V. Intraversar. Arar ben soto, Richieder la terra, Penetrare addentro lavorando. Aràr a gombina, Arare a mugolato. V. Gombina. Aràr del vasselo, T. Mar. Il vascello strascica, tocca fondo; L'ancora ara: che è Correr colla barca toccaudo il fondo o trascinandosi dietro 1’ ancora. — Così dicesi Arare, quando la palla del cannone stri-