L A S L A S LAS 501 -Non tantus nano (forse quel lardo è dotto per corruzione o per 1’ equivoco della parola labor (maniera antica che s’incontra nel l’oemelto sulla guerra tra’ Nieolotti e Castellani, e vuol dire Aon tanto chiasso Non tante bravate o sbraciate: Non isbracia te, cioè Usate moderazione. LARDÒN, s. ni. o Coa de gaza, Lardone, T. degli Oriolai. Piccoli pezzi eli’ entrano a coda di rondine nel naso della potenza delle mostre. LARESE, b. m. Larice o Pino Larice, Albero di grande altezza, che alligna nelle montagne, chiamato da Linneo Pinus La-rix. Dalle incisioni fatte nella parte legnosa del tronco, cola un sugo resinoso chiamato volgarmente Trementina di Venezia. Legno o Tola de larese, Legno o Tavola laricina. LARGAR, V. Si.irgìr. L\RGAZZO, Largoccio-, Assai largo. ' Largazza, al femminile, dicesi scherzevolmente , e piuttosto satiricamente, in luogo di ragazza, alludendo all’aver essa, come suppone8Ì le parti genitali allargate per essersi lasciata sverginare, ed aver ripetutamente usato il coito. Zanchi. LARGO_. s. m. Largo; Larghezza■ Farse largo , (probabilmente dal lat. Largior, iris.) Largheggiare; Largire o Elargire, Usar liberalità — Sparnazzare, Spender assai e consumar il suo — Farsi far largo, vale Farsi aver rispetto — Farse largo co le chiacole, Largheggiar di parole, cioè Esser largo in promettere. Farse largo co la roba dei altri, Farsi larghe stringhe del cuoio altrui, detto fig. Largo, Largo, largo, Dicesi di chi precede qualche gran signore o qualche Magistrato per dire Fate luogo; Scostatevi; Lasciale passare. Chiapàr el largo , Pigliare il largo, l’altura, dicono i Marinai dello andare per l’alto mare senz'accostarsi alle terre. Star a la larga, Giuocar largof ¡Non si appressare. Torla larga, Volgere; Voltare o Andar lesto o largo o destro ai canti, vale Andare nelle difficoltà cauto e avvertito. Girar largo — Voltar largo ai canti o alle cantonate, detto metaf. vale Andar con cautela, schivare le difficoltà e i pericoli, Tenersi sulle generali, LARGO, add. Largo. Largo de boca e streto de manega , Largo in cintola e stretto di mano, Che fa il liberale in apparenza ma non lo è. LARO, s. m. (dal latino Latro, levato il t, come in Pare, Mare, Piera e simili) dice-vasi anticamente nel nostro dialetto per Ladro : voce riportataci nelle sue lettere dal Calmo. LASAGNE, s. f. Lasagne. Pasta di farina di grano notissima. Lasagna, detto Gg. a Uomo, Tempellone, Irresoluto, che si lascia sopraffare. To' qua e dà qua, si suol dire Quando si ha che tale con certi smemorati e di poca fede. Boerio. Lasagna, dicesi nel sign. di Ciancia o Fo’a, cioè Chiacchiere lontane dal vero — Destirar lasagne. Sballar ciance, fole, fandonie; Lanciar cantoni o campanili, Esagerare nel vero o contar delle bugie. ' Canal df. le lasagne, chiamasi volgarmente, e in discorso scherzevole, la gola, i! gergozzulo, che anche in buon italiano viene talvolta indicato alla denominazione scherzevole di Condotto delle pappardelle. LASAGN VDA, s. f. Bravata; Tagliata; Squartata; Bravata a credenza. LASAGNÈR, s. m. Lasagnaio; Pastelliere, ('olui che vende lasagne ed altre paste — Farinaiuolo, dicesi il Yenditor di farina. E usagnf.r si chiama pure nel fam. discorso. non meno che Pacchiana (V), chi ha l’abitudine di raccontar fole o ciance infondate, locchè suol dirsi Destiràr lasagne, V. Lasagna. LASAGiVÈTE, s. f. Tagliatela, si dicono alcune Paste tagliate minimamente per lungo, che comunemente si usano per far minestra. Pappardelle si chiamano le Lasagne cotte nel brodo. LASAGNÒN, s. m. Lasagnone; Bietolone, Uomo grande e scipito. Dicesi ancora per -Agg. a Uomo in sign. di Fa votone; Cianciatore. V. Panchiana. Detto per Lasagna grossa Lasagnolto. LASC.VR, v. Correre in parole, Esaer facile per carattere o per imprudenza a dir quello che non dovrebbesi —Sdrucciolare; Scorrere; Trascorrere, Andar oltre il dovuto termine. Lascare o Allentare, Far più lento, Stringer meno, Cedere. Lascìr la gomena , T. Mar. Alleggiare la gomona. E fileggiare cioè Lasciare scorrere parte della gomona per allentarla allorché è troppo tesa. Alleggiare la gomona, si dice pure Quando si attaccano ad essa de'barili voti o pezzi di legno leggero, affinchè galleggi nell’ acqua e non tocchi il fondo. Lascàr una scota, Alleggiare una scotta o una corda, Allentarla se è troppo tesa, facilitare il suo movimento se in qualche punto è arrestato. Lascàr, parlandosi di costume, Rilassare o Rilassarsi, Discostarsi dall’onestà. Datoci il dito, pigliamo il dito e la mano, cioè La troppa libertà ci fa peggiori. È MEGIO LASCÀR IN TI PREZZI, CHE FAR credenze, Piacere e non credenza. V. Molàr. ■ Co QUEL TOSO GNENTE GNENTE CHE LASCHE la xe fata, cioè Con quel ragazzo per poco che allentiate il rigore o la severità, non potrete più rattenerlo o frenarlo. LASCO, add. Debole; Fievole; Floscio, Contrario di Duro e tegnente. Piera lasca, In tavola, si dicono le Gioie di superficie piana, affaccettate solamente nell’estremità. LASSA, add. Lasciato; Abbandonato. Lassà fora, Preterito; (immesso Tuti i lassai he persi, Ogni lasciata è perdila, Quel che si lascia si perde; ed è anche frase de’ giuocatori. L.VSSAMESTÀR o Lassimestàr. s. m. — Esser firn de lassimestàr , Esser pieno di lasciamistare, vale Esser pieno di noia o d'inquietudine. V. Malstàr. LYSS \R, Lasciare. Lassar che i diga, Lasciar che gracchino. Boccone rimproverato non affogò mai niuno. Lassar corer, Trascorrere; Trasandare; Negligere. V. Serar un ochio, in 0- CHIO. Lassàr da randa o da partr, Lasciare a parte; Non far motto. No LASSAR DE PESTO, V. PesTO. Lassàr el certo per l’ incerto, V. Certo. Lassar fora f.l mf.gio in t'on discorso, Guastar la coda al fagiano, la quale è il miglior suo ornamento, detto fig. Lassarghe del so pelo, V. Pelo. Lassarghe la vita, Lasciare in che che sia l’ossa e le polpe, vale Rovinarsi del lutto. Lassarghe la pule, V. Pelp.. Lassàr in bianco o in te la pena, Lasciare in bianco o nella penna o in penna, vale Eccettuare, Ommettere — Lasciar nel dimenticatoio o nel chiappolo, Negligere, Lasciar da parte — Lassando in tela pena la tal cossa, Tranne o Trattane la tal cosa. No lassarghf.ne passàr dna, Non gliene dare una di vinta. Lassàr là uno, Colpire uno a morte ; Ucciderlo, Lasciarlo morto sull'istante. Lassarla andar come la vol, Lasciar correre due soldi per ventiquattro danari; Lasciar andar F acqua alla china; Legar l’asino dove vuole il padrone, Non pensarci, Prendere il mondo come viene Lassàr o Restar in te le petole, V. Pk-tola. Lassàr per ochio, Lasciare nel dimenticatoio o nel chiappolo, Lasciare alcuno in dimenticanza. V. Passar per ochio, in Ochio. Lassar per pope, Lasciare indietro; Abbandonare; Piantare; Dimenticare. Lassarsf., Acconsentire o Consentire, dicesi di quelle materie sode, che premute o percosse, cedono. Lassarse andàr zo, Avvilirsi; Abbandonarsi, Mancar d’animo — Parlandosi di costume, Rilassarsi; Rattiepidirsi, Discostarsi dall’onestà — Parlando di vestiti, Andar sciamannato o sciatto. Scomposto o negligente negli abiti. Lassarse da l’osso o Molarse da la riva, Pigliar ardire; Prender baldanza, Uscire di gatta morta; Ow. Uscir del manico; Uscir di gatta selvatica, vale Uscir dell’usanza sua, Far più che non si suole. * E Lassarse da l’osso, vale anche Decadere al sommo di sanità, di vigore, esser li lì per finire la vita. 46