CAS CAS CAS CascAr dal culo oda la grazia df. qual- I cun, Cascare o Cader di collo; Stoppare alcuno, vale Cadérgli di grazia — No che sopì miga casca dal cclo, Maniera bassa e fam. Io non son giù una foglia di pòrro o una merda o una ghiarabaldana. Cascar da soso, Cascar di sonno o dal sonno, vale Aver gran sonno. Sentirsi una gran cascaggine; Essere sonnacchioso ; sonniferare. V. Caizàr. Cascar drento, Cader nella rete; Rimanere alle reti; Incappare, Incorrere in insidie. Cascar i cavèli a fiochi, V. Fioco. Cascàr in merda , detto flg. Pisciarsi sotto; Dare in ceci, in budella o in ciam-panelle, Diccsi di Chi non riesce nelle sue operazioni — El gii’è casca, È stato giunto al boccone; Il sorcio è rimasto nella trappola; Il topo è cascalo nell’orcio; A’ rimasto nella stiaccia o al calappio. Cascàr el cuor da la vocia, Morir di voglia ; Struggersi di voglia, Itramare ardentemente. V. Sgangolìr. Cascar el cdor da paura o Morir f.l cuor da paura, Cascar il cuore, si dice del Travagliarsi o sbigottirsi per mala novella o per accidente improvviso. Cascar la coratella, modo basBo, dicesi dell’ Esser sorpreso da grave timore. V. Morìr el cuor, in Cuor. CascAr el palco, V. Palco. Cascàr i brazzi o el fiA , Cascare le braccia; Cascare il fiato; Cascar te budella in un catino, detto fig. Avvilirsi, perdere la speranza, sbigottirsi, disanimarsi. Perdere il cuore o Cascar il cuore, valgono lo stesso. Cascàr in boca al lovo, Cadere in bocca al cane, Avere pessimo fine del suo affare. Cascar in bone man, Cadere in grembo al zio, Venire il negozio in mano di chi l’uomo appunto vorrebbe. Cascàr in concorenza, Aver la ripulsa o repulsa in concorso , Rimaner escluso dall'impiego in confronto altrui. Cascàr in dbio copa, Far un mazzicu-lo, un tombolo; Mazziculare; Dar del cu- lo a leva. Cascàr in dubio , Cader in quislione , Dicesi che una cosa cade in quistione, per dire, ch’ella è soggetto di disputa, eh’è cosa dubbia. Cascàr in pena, Stare allo specchio, Non pagare a’tempi dovuti le gravezze. Cascar la bai.a sul brazzàl , Balzar la palla in mano, vale Venir !’ occasione opportuna di far che che sia, che anche dicesi Venire a taglio o in taglio. Cascar la roba d’atorno, Cascare altrui le vestimento, di dossoj vale Esser male in arnese, o Tornar male al dosso le vesti. Cascàr le ale, detto fig. Cascare il cuore ; Avvilirsi ; Abbiosciarsi ; Abbandonarsi. Cascàr zo, Cascar di pollaio, detto fig. Passar di buono in cattivo stato — Cascàr zo come un pero civoco, Cadere come un corpo morto, Cader facilmente. E detto fig. Arrendersi; Cedere facilmente; Cader nella rete, Lasciarsi indurre alla confessione di cosa occulta — Far cascàr zo , Indurre; Sedurre; Far cadere. V. Descal-cinàr. Cascar zo dal scalìn, Cadere dell’amore, di stima, di grazia e simili ad alcuno. Dicesi anche Cader da'lo staccio o dal crivello, Detto metaf. Cascàb zo de le spighe, Ricadere, Dicesi del non sostenersi ritto il grano spigato per troppo rigoglio o per altra violenza. Cascàb, dicesi anche da noi talvolta nel 8¡gn. di Convenire; Quadrare; Accomodarsi; venire in acconcio — Nel parlab DEI BARCARIO! CHE CASCA BENISSIMO LE BAR-ZELF.TE, CHE XE PIENE DE SAL, Nello Stile familiare de’ barcaiuoli accascano benissimo i motti faceti, che sono altre ttanli sali. Casca giusto la festa del Santo, Ac-casca appunto la festività deI Santo, cioè Avviene, accade. Casca ’l mondo, tf. vorò ben. Che che ne avvenga o Cada’l inondo, io t’amerò sempre. Cossa ve casca? Maniera libera fam. Che cosa v’accasca ? cioè Che cosa v’accade, che cosa volete? La ghe casca in lu, Cade o Ricade in lui; Passa in lui; Cede in favor suo, diccsi della successione nell’eredità o di altro diritto. Al primo colpo no casca un albobo , Pel primo colpo non cade la quercia, detto fig. Non si dee sbigottire uno alla prima. No ohe casca gnente, E largo in cintola; Ha il granchio nelle mani, vale E tenace. No lassarghene cascàr una, E’non lascia chiodo che non lo ribatta, diccsi metaf. di Chi risponde ad ogni parola. V. Responder. Ti xe giusto cascà dove che t’aspeta-va, Costì mi cadde l’ago, detto fig. Mi sei capitato in acconcio. Tob su tuto quel che casca, V. Tor CASCATA, s. f. Apoplessia; Colpo apoplettico; Gocciola. V. Colpo. Cascàta in teba, Calcata; Cadimento; Caduta; Cimbottolo; Tombolo in terra. Cascata o Caduta d’ acqua, si dice Di certi luoghi fra’monti, dove l’acqua cade giù da un’altezza. Cascàte da done, Manico/loti o Manichini, Maniche che ciondolano. Quest’ornamento non s’usa più. CASCATI N A, s. f. Cadutclla, Piccola caduta. Per dim. di Cascàta, V. CASELA, s. f. Lacuna, Quel luogo voto | nelle scritture, che si chiude fra due liuee ! perchè alcuno si sottoscriva. Caself, df.i numebi, Caselle, Spnzii quadri, dove gli Aritmetici rinchiudono i numeri nel fare i calcoli. Casf.le de lf. ave, Cella; Cel’etta; Cellula, Così chiamansi i bucherelli de'Gali delle pecchie, ov’esse ripongono il mele. CASELAÌVTE, s. m. Botteghino, Colui che dà le polizze del lotto. Ricevitore del lotto è il termine d’uso degli ufGzii pubblici. CASÈLO (coll’e larga) s. in. Casellino o Case'lina, Piccola stanza e per lo più di legno. Caselo da oselàr, Capanna; Capan- nuccio. Casf.lo dei barbari, Casellini, Chiama usi i Luoghi dove si tengono i barberi I alle mosse. Casèlo del loto, Ricevitoria del letto, Voce dell’ubo ne’pubblici uffizii. CASÉR o Casàro, s. m. Cascinaio o Burraio, Colui che guida le armente e fa il burro ed il cacio. Caciaia dirassi alla femmina. CASÈRA, s. f. Capanna, Così chiamasi Quella stanza sulle montagne ove dimorano i pastori o vaccari. Sul Milanese s’intende quella Stanza d’ una cascina dove si ripongono le forme de’formaggi. V. Cas-sìna. CASERMA, s. f. Caserma, Quartiere per l’alloggio de’soldati; deriva da Casa d’ armi. Lo slesso che Quartiere. CASERMAGIO, s. m. Casermaggio, Voce d’uso nelle pubbliche carte, e vale Sistema delle caserme. Dicesi Uffizio del Casermaggio a quello che sprantende generalmente a tutte le caserme del paese. Così si dice impiegato nel casermaggio. Casermagio, in T. carcerale, chiamasi Quella piccolissima tassa d’un tanto al giorno che ogni Prigioniero, il quale non venga dichiarato innocente, dee pagare all’Am-ministrazione carcerale 'per la mondezza della prigione, e pel servigio che durante la sua carcerazione ha egli ricevuto nei suoi bisogni. CASERMAR, v. Casermare, ed altri dicono Accasermare. Voci di nuovo uso da Caserma, e vale Alloggiare i soldati nelle caserme, Acquartierarli. CASERMIÈR, s. m. Casermiere, Voce pur nuova e dell'uso nelle pubbliche carte, e vale Inspettore di caserma, Quello eh’è preposto alla custodia e vigilanza sul luogo materiale della Caserma, o sia del Quartiere, non già sui soldati. CASERMIÈRA, s. f. dicesi alla Moglie o femmina di Casermiere, la quale, sulFesem-pio di altre voci consimili, potrebbe dirsi Casermiera , quando però fosse adottata nella lingua la voce di pratica Casermiere. CASÈTA, s. f. 'ba;uccia, Casa pìccola e vile, Casercl'a; Casella; Caserellina; Casina; l'asinina; Casuccina; Abitazioncel-la; Magioncella, Piccola casa o magione — Casolaraccio, Casetta cadente. CASÈTA, s. m. T. de’Pese. Casetta, Sorta d'Alcione, detto dall’Abbate Olivi Alcy-o