‘252 ENT suonatrice dol cembalo) le danzatrici formatisi in duo cerchi concentrici, che carolano uno inverso all’altro; e finito l’intermezzo torna il canto delle villanelle c tornasi a ballare a due a due come prima. La differenza distintissima del balloquan-do si canta il versetto Enota e nota enìo con quel che segue, manifesta una specie di gioia che vien espressa co’salti ne! carolare; e quindi ci pare che tali voci, comunque insignificanti nel nostro parlare, non possano essere state dette o inventate in origine a casaccio e senza significazione. In fatti, analizzate esse con attenzione sulla lingua greca de’ tempi d’Omero, trovasi, benché corrottissime e quasi diremmo decomposte, che vi convengono per l’appunto, come nel seguente confronto, in cui sotto il Veueziano corrotto si mette il Greco che vi corrisponde, indi la traduzione italiana E H O TA , E I» O TA , K NIO JC vìi, cò ’ tav, cu vee, w 1 rav, vi vuo's Ecco viene, o amico, ecco viene, o umico, la sposa. L’opinione dell’autore si è, elio queste voci greche fossero il cominciamcnto di altri versetti, che dovevano soggiungersi per comporre un soutimentuzzo qualunque analogo all’oggetto del ballo; versetti che so-nosi col passare di tanti secoli perduti e convertiti in quegli altri della più goffa idiotaggine che si riportano. Chi ha però miglior vino in cantina lo spilli e lo dia a saggio, o l’Autore cederà di buon grado la palma ad una più ragionevole interpretazione. ENSÌR. V. Insiti. ENTITÀ, s. f. De MOLTA 0 DE POCA ENTITÀ, Di grande o di poca levata, Di grande o di poca importanza, e quindi Importar molto o poco. Afàr d’entità, Affare d'importanza, o di rilevanza o di rilievo. ENTRANTE. V. Intrante. ENTRAR o Intràr, v. Entrare o Intrare. Entràr dopo o Suceder, Sottentrare. Tornàr a entrar, Rientrare. Entràr da per tuto, Esser come il inatto fra'tarocchi, detto fig. V. Cazzarse. Entràr in ralo, Essere o Entrare in danza o in ballo, detto metaf. vale Essere impacciato in qualche affare. Nol m’entra, Aon mi va; Non mi attaglia; Non mi attulcnta o talenta; Kon mi calza; Kon mi va a pelo; Kon mi garba; Kon mi piace; Kon m’entra — Entrante, detto fig. per Verisimile o convincente, è il buo contrario. Podèr entrar, Aver entratura o entra-mento : dicesi specialmente della Facoltà di poter entrare iu alcuni appartamenti nelle Corti de’Principi ; Aver accesso. Voler entrar in tcti i petezzi, Entrare in mazzo o Mettersi in mazzo, vale Intromettersi in una faccenda. Cossa ch’ entrelo sto cogiòn ? E’si dimena per parer vivo, Dicesi di coloro che E R B si vogliono intromettere in alcun ragiona • mento e non sanno quel che si dicano. Lo stesso è E'guizza per non rimaner in secco. ENTUSIASMAR o Entusiastàr, v. Inspirare entusiasmo. EO QUIA, s. ni. Frase forense ex-Veneta, Censure; Osservazioni. Così nel vernacolo forense chiamavansi sotto il Governo Veneto le Censure fiscali, che gli Avvogadori del Comune facevano ai processi criminali appellati e avocati al loro tribunale, sull’ i-stanza delle persone aggravato e ricorrenti. Il paragrafo o capoverso di ciascun punto di censura cominciava sempre dalle parole Eo quia, che corrispondono al Perchè, e dicevasi per esempio: Eo quia iuratus fuerit testis N. IN. qui iurari non debuerat ; Eo quia iuratus non fuerit qui iurari debuerat; eo quia examinatus non fuerit qui examinan debuerat etc. Al dì d’oggi in vernacolo forense direbbon-si Considerando o Motivi V. Intromissiòn, e Considerando. EPISTOLA, Prete da epistola, Chierico a pistola, vale Ordinato suddiacono. EQUILÌBRIO, s. m. Equilibrio Star in equilibrio, Stare in perno. Star in equilibrio co la spesa, Equilibrare la spesa , detto fig. e vale Star colla sposa in parità dell’entrata. EQUINOZIO, s. m. — Prender equinozio, Dicesi per ¡scherzo e per lo giuoco della parola. Equivocare; Sbagliare; Allucinarsi; Prendere errore; Fallare. EQUIPAGIÀR, v. Equipaggiare. Parlando di Marina, Equipaggiare, vale Guarnire un vascello di tutte le cose che gli sono necessarie — Ammarinare o Marinare, Fornir la nave de’ Marinai. Equipagiarse, Rincavallarsi, Rimettersi iu arnese e in buon sesto — Corredarsi , Fornirsi di masserizie, d’arnesi — Rimpannucciarsi, direbbesi fig. Migliorar la condizione. KQUIP VGIO, s. m. Equipaggio o Corredo , Provvigione di ciò che bisogna per viaggiare. Ed anche per Corredo in genere, ma intendesi magnifico. In T. mar. Equipaggio è Voce collettiva, che comprende tutte le persone d’un vascello, a riserva degli ufiiziali superiori, vale a dire gli ufiiziali marinereschi, i marinai ed i soldati. EQUITATIVO, add. Equo; Convenevole; Congruo. EQUITATIVO add. Voce usata fra noi dalle persone colte nel signif. di Equo ; Giusto; Convenevole, Che ha in sè equità o moderazione o convenienza; contrario di Ingiusto o sconvenevole o Inconveniente. ERATACÒRIGE, s. m. T. degli Stamp. Errata ovv. Errata corrige, Scorrezioni corrette, cioè Quella pagina de’libri stampati, ov’è la nota delle correzioni. ERBA, 8. f. Erba. V. anche Arra. Erba aquilegia. V. Scaktozzeti. ERB Erba Beladona , Solatro maggiore n Erba Belladonna, Pianta detta da Linneo Atropa Belladonna. Erba bizàra, V. Aro. Erba brica , Erica o Grecchia e Scopa meschina . Piccolo arboscello o Frutice, detto da’Sistem. Erica vulgaris. Le sue foglie sono simili a quelle del Tamarisco o del Cipresso, e i fiori piccoli d’un rosso vivo; per gran tempo dell’anno è fiorita. Erba cacaglia, Cacalia Saracinesca o Saracena, detta da’ Botanici Cacalia Sa-racenica; i suoi fiori sono gialli. Erbv calespola, Astro o Adoni, Pianta d’un piede e mezzo d’altezza, di tronco villoso e ramoso. Erba Canèla, V. Giranio Canèla. Erba capòn, Erba cappone, Pianta detta da’Botanici Cestrum Purquy, con foglie le quali stropicciate rendono un odore poco gradito, che da alcuni si vuole di Cappone allesso. Erba cedrata, V. Cedronèla. Erba che taca, Pianta erbacea annua, detta italianam. Panicustrelta, e da Linneo Panicum verticiUatum, ed è una specie di Panico, cha nasce da per tutto nei luoghi erbosi. Le setole o reste degl’ invogli sono dentellate all’indietro, e sono cagione che passeggiando fra l’erba s’attaccano alle calze le spighe. È mangiata dalla passere. Erba china, V. Centaura. Erba cordèla. Così chiamansi le Foglie rigate di giallo e verde a guisa di nastro, della Canna domestica detta da Linneo Arundo Donax, eh’è una varietà della comune. Somigliano ad una cordella o fettuccia: ed anche a Milano è chiamata Erra R1NDELLINA. Erra curadenti, Risnaga o Visnaga; o Erba stuzzicadenti, Pianta conosciuta dai Botanici col nome di Animi Visnaga o A-pium Visnaga. Nasce abbondante nella campagna di Volterra, dove l’adoprano secca per uso di stuzzicadenti. Erba da cali, V. Figo d’India. Erba o Erbeta da cinque fogie, Voce del Contado, Cinquefoglio, detta da Linn. Potentina reptans. Erba appunto di cinque foglie, che trovasi per le fosse e per i boschi. La sua radice come astringente e balsamica è ricercata dagli Speziali. Erra da chiesi o Ebulo, Ebbio o Ebu- lo o Sambuco salvatico, Frutice erbaceo puzzolente, che fa i fiori, le coccole e le foglie quasi simili al Sambuco arboreo, ed è quindi chiamato da Linu. Sambucus Ebu-lus. Le foglie secche di questa pianta sono vendute come operative a scacciare le cimici. Erba da gati, Erba gatta o Gattaia e Ortica pelosa, Pianta detta da’ Sistem. Ne-peta Cataria, Linn. ed è cosi detta perchè i gatti l’amano quanto il Maro. Maro, è un suffrutice aromatico, detto anch’ esso Erba da gatti, ed è chiamato da