M I 0 Mi. nel sign. di Diminuzione, Scernimento, Decrescimento, Calo, Sminuimento. MINUAGIA o Mendàcia, s. f. Minutaglia; Minuterìa; Rubicela, Una certa quantità di cose minute. Mikuagu de fesse, Frìttume o Minutaglia di pesce, Pesce piccolissimo da friggere. Minuìgi» de tuteli, Ragazzaglia. Minugia de popolo, Minutaglia, Bassa gente. Là DIGA, HE TORLA PER MINCAGIA DA FRi- ERi ¥ Maniera modesta di rispondere, che usa taluno della plebe verso chi mostra disprezzo di lui, Mi prende Ella farse per una foglia di parrò o per un bel cuvulu 0 per un lupino ? e vuol dire Aneli' io son capace, so il fatto mio, ho i miei diritti, ho voce in capitolo e simili, e non vo’ essere disprezzalo p trascurato. MINUDÌN, add. detto a fanciullo, Minutino: Mingherlino; Sottilino. MINUÈI, V. Biooli. MINUÈTÒ, V. Me.ioèto. MINÙO o Merco, add. Minuto. O*o min'oo, Minuto; Stentato; Magro, V. Minodì.x. Far minco, Amminutare , Sminuzzare. Andàr per no bendo, detto Gg. Giuocar a filetto, cioè Viver parco e stretto in ogni cosa. Viver di limatura, cioè Con ogni poco di cosa. V ender al min'uo o al minuto, Vendere a minuto, a ritaglio, a braccia, Dicesi delle botteghe de’ panni e d’altro. MINUZZADÒK, s. m. Beccaio, il cui mestiere è quello di raccogliere i Minuzzaci degli animali macellati, per distribuirli ai Pizzicagnoli che li vendono. MINUZZAME, s. in. Minuzzame o Minutaglie e Minuzzaglie, intendpsi propr. da noi, Tulle le parti minute che si levano agli animali macellati, cioè testa, piedi e gl’ interiori. Far smozzami, Minuzzare. MINÙZZOLA, s. f. Minuzzolo; Minuzza; Minuzzatine, Minuta parte di che che Bia. Detto talvolta per Minuzie; Bagattelle. HINZONlR, V. Mf.nzonài. MIO, s. m. e nel plur. Mia (che nel Padovano dicesi Megiaro) Miglio; Migliaio, Misura di strada, oggi di tremila passi. Nel numero del più dicesi Miglia e Migliaia fem. Un »0.1 no, Un grosso miglio. MIO, pron., Mio. Son toto «io, Sano mio, che vuol dire Son libero, padrone della mia volontà e in libertà di far quel che voglio, senza dipendenze. Mìe, si trova in poesie antiche scritto per Mii, add. masc. ora direbbesi Mu o Mi — 1 baravi i aie pubi difensori, Sarebbero i miei primi difensori o difenditori. HIOK. add. antiq. Migliore. V. Mègio. MIORAR, y. T. antiq. V. Mf.giorà*. MIRA, s. f. Mira, Scopo, Intenzione. To» di usa qualcossa, Pigliar di mi-Boerìo. M I S ra che che sia — Imberciare ; Ter di mira; Dare al bersaglio la mira. Tor de hira qualcun, Perseguitare; Vessare; Tormentare. MIRACOLAZZO, s. m. Miracolone, Grau miracolo. MIRACOLO, 8. m. Miracolo, dicesi anche nel parlar fauiil. per Cosa grande, maravi-gliosa Far miracoli. Far miracoli; Far maraviglie ; Far mirabilia , Far contrassegni affettati di ammirazione — Strabiliare o Strabi/ire, Far grandi stupori — Spuntare, vale Maravigliarsi estremamente. Miracoli dome, che i gambari salta, Gran maraviglia o donna, i gamberi saltano. Sempre firn de miracoli, Miracolaio o Miracoloso, dicesi Colui che per poco grida miracolo n fa maraviglia d'ogni cosa , — Casoso, vale Che d’ ogni cosa fa caso. Strabiliato o Strabililo dicesi a Chi si stupisce di tutto. Pur miracolo no l’ è casci, vale Fu a un pelo di non cadere; Poco mancò che e' non cadesse. Savkr vita mortf. e miracoli de oso, V. Satér. M1BÈMUR (UN) Un mi stupisco, cioè Un rimprovero dato con maraviglia dell’ ardire di colui, al quale è fatto il rimprovero stesso. Scriver un mirf.mur, Scrivere un rimprovero, dicesi Quando un Magistrato superiore rimprovera di che che sia l’inferiore. MIRO, s. m. chiamasi nella vendita dell’ olio una Misura di 25 libbre grosse Venete , corrispondenti al peso di libbre trentuna e un quarto. MIRTO, s. m. Mirto o Mortella o Mortine, detto ds’ Sistem. Myrtus communis. Albero fruticoso e sempre verde, che con altre due varieta chiamate Mortella doppia e Martellina, si coltivano nei giardiui, Sono tutte egualmente odorose, ma la prima come più volgare è adoprata per estrarne acqua odorosa. Le 8ue coccole si dicono Mirtilli, e gli antichi domani se ne servivano per condimento dei cibi e particolarmente del Cignale. MISCHIO, add. Mischio o Mistio e Mescolato, Agg. a Panmdano di più colori assembrati. MISCÙGIO, V. Mercooio. MISERIA, s. f. Accidia; Infingardaggine — Oso pien de miseria o co la miseria a dosso, Uomo accidioso, infingardo; Che ha F accidia , la poltronerìa addosso — Miseria vosto panàda ? dicesi scherzevolmente ad uno per rinfacciargli la sua infingardaggine. Una miseria, detto in altro senso, Un fiato; Un filo; Una fava; Un minimo che — Go DN POCA 0 UN POCHETA DE MISERIA, Ho una miseria di rendita, cioè Ho pochissimi beni di fortuna. Go on poca de miseria adosso. Mi sento qualche brivido, cioè Indizio di febbre. MIS 417 Sarà una miseria de oiese am, V. in Rigatela. I s’ HA TOLTO DA LA MISERIA, Sono USCiti del tisicume , di stento — Hanno sbozzacchito, dicesi degli Animali, che dopo essere stati alquanto sull’ imbozzacchire, si son riavuti. MISE1UETA, V. Gnaunara. MISERIRSE, V. Imiserirse. MISERO, add. Misero; Miserello, infelice. L’ A dn misf.ro, detto in altro BÌgn. Egli è un accidioso , uno scioperato , un da poco, un da niente, un pan perduto. Agg. a persona. Esser un misero per el predo, Essere un freddoloso o freddoso, Molto sensibile al freddo. MISERÒN, s. m. Gaglioffo; Gaglioffone , Nome ingiurioso che si dà ad un tristo scioperato e poltrone, che si studia di campani d’ accatto, sebbene sia atto al lavoro. Detto per agg. vale Pigro: Infingardo; Poltrone; Accidioso; Darmalfuoco, cioè Spensierato o Lento, Pigro. Misp.ròn per accr. di Misero, nel sign. di Freddoloso, V. Misero. MISERÒN V, s f. Dappoco; Dormalfuoco; Pocofila; Manna donna, dicesi di Donna che non bada a quel eh’ è dovuto. Miskròna pkr el fredo, V. in Misero. MISMÀS, s in. Zenzovcrata ; Guazzabuglio, Mescuglio di cose imbrogliate e confuse. MISSIA, add. Mischiato;meschio; Mesehia-ta; Intramischiuto e Tramischiato, Confuso con altre cose. Mestato o Rimestato, Rimenato colla mestola. Misiià rl stomego, V. Stomego. Missiì da vermi, detto met. Adiraticeio. Ogiii missiai da vermi , Occhi torbidi o torbidicci per malattia, per ira, per libidine o por altra cagione. MISSI U)\, s. f. Meschiata; Mescolamento. Mestata e Menata, Il rimenar bene. Misbiàha de carte, Mescolamento o Ri-menamenta di carte o di un mazzo di corte. MISSIADÒR, 8. m. T. de’ Conciatori, V. Zapa da felatieri, in Zapa. MISSIAMENTO o Mescolanza, 8. m. Me- schiamento ; Permischiamento; Mescolamento; Commistione. Missiamento de stomego, Stomacaggine; Rivoltamento di stomaco; Ibbominazione di stomaco. Missiamento de san»ue, Rimescolamen-to, Quel terrore che ci vicn da subita paura o dolore. E tanto rimescolamento nc ho preso, che mi s’è smosso il corpo. Missiamento de ruele, Brulichio o Bruì-lichio, Rimescolamento e movimento interno. V. Ruzòr. Un certo missiamento drexto, Un certo rimescolamento, un brulichìo, Un movimento interno di affetti — JIe sf,nto oji missiamento, Io mi senio intenerire. !>o