0 R l ditore, tua qui per uso sono le Donne che ordiscono. ORDIÙRA, s. f. Orditura, 11 distendere e mettere in ordine le fila in sull’ orditoio per fabbricarne la tela o il nastro. Ordito, s. m. Unione di più fili distesi per lungo sul telaio di lunghezza corrispondente a quella che si vuol dare alla tela o alla pezza di panno o drappo; e dicesi anche 1' Opera ordita ORÈSE, s. in. Orefice; Orafo e Argentiere o Argentili», Quello che fa vasellami ed altre manifatture d’ oro o d' argento — Argentatore, Quello la cui arte è di applicar dell’ argento in foglia — Gonfia, Quegli che la lavori minuti colla fiamma d’ una lucer-ua. OKÈSA, s. f. La Illumina dell’ Orefice ; che coll’ esempio di altre voci consimili cosi formate potrebbe dirsi Orafa e Argentiera. ORGA:\CIi\, s. m. Orguncino e Orsoio, Seta filata ed apparecchiata iu mauiera da poter essere messa iu opera. OKI VGO, Nome d‘ un villaggio sulla Brenta, che si registra pel segueute dettato. V egnìg da OhiagoV Lo stesso che Vegnìg UAL au.tuo NOTO; V. iUOHUO. OK1ÀL, 8. m. 1'. de’Beccai. V. Tagio del bechèk in Tagio. OrìcOLA, s. f. T. de’ Giardinieri, Sanicolu o Orecchio d'orto, I’ianta arborea che fiorisce nella primavera ed è coltivata ne- giardini per la vaghezza del suo fiorellino di corolla giallastra contornata da color di rubino, voltatalo, che ha un piacevole odore. In sistema questa pianta si chiama Primula Auricula. ORÌGENE, b. f. o Orìgenr, Origine, Principio, Derivazione, Cagione, Motivo. La prima forma è idiotismo. Orìgini he lk parole, Etimologia, Derivazione de’ vocaboli. In origene o Da l’ origene, detto avv. Originalmente ; Radicalmente. ORIGINAI.., b. in. Originale; Autografo. La prima scrittura, pittura o cosa simile da cui vennero le copie. Il suo contrario è Apògrafo che vale Copia, esemplare. Originale o Matrice, presso i ¡Votai è la Carta originalmente firmata dalle parti interessate. Archètipo o Protòtipo dicesi 1’ Originale, la prima forma, modello alla di cui imitazione si fa qualche altra cosa. V. MonÉLo. ORIGIN.AL, add. Originale; Originario, Che trae origine o nascimento. Oao oRiGixÀL; diciamo metaf. a Colui che riguardo a’ suoi costumi, abitudini, inclinazioni od ingegno, manifesta un carattere o umore singolare e suo proprio, che lo distingue marcatamente dal comune o dall'ordinario degli altri uomini; e per lo più s’intende nel sign. di Stravagante: onde si dice per irrisione o per beffa. Diciamo ancora El xe un originàl e qui in forza ili sustantivo; ovv. L’è un tomo originai. V. Toao. ORINA, s. f. Orina e Urina. ORO Orina sporca, Orina grossa, sedimentosa o con sedimenti filosi. Mal d’ orina, Dissuria, dicesi iu T. Medico la Difficoltà o Dolore nell’ orinare o 1’ uua o l’altro insieme — Strangurìa chiamasi la Depravata uscita dell’ orina allora che si manda fuori a gocciola a gocciola e quindi Slranguriure, Patire di strangu-ria. — Ematuria è il Pisciamento di sangue. — Anuria ed Iscuria, dicesi finalmente la Soppressione totale d’ orina. V. !U-tenziòn. ORINADA, s. f. Orinata, Voce meno bassa di Pisciata che n’ è il sinonimo. ORINAL 8. m. Orinule e Pisciatoio. Logo da orinali, Orinaliera, Cassa da ' riporre gli orinali. 0R10ND0, add. Originario, Che nasce o trae origine. OHIRE; verbo usato a Chioggia, eli’ è pro-pr. 1’ Haurire de' Latini, Trarre o Attigner acqua. \a a orire, Va ad attignere. V. Tra- GAURO. OKISMA, s. m. Aneurisma, Malattia, che consiste iu una Gonfiezza cagionata da dilazione o segamento d’ arteria. ORIZONTAKSE, v. Assestarsi; Riordinarsi ; Acconciarsi ; Comporsi, Dar buon ordine, Metter in assetto i proprii affari. Oeizontarsk, dicesi anche nel significato di Ravvedersi ; Ritornare in sé; Disingannarsi ; Sgannarsi, Mutarsi d’opinione. ORLAR, v. Cucire la guarnitura o la guarnigione, e b' intende di qualche veste. ORLÍVO, i. m. Lo stesso che Cibozza, V. ORLO. i. m. Orlo e Fimbria, Estremità de' panni cucita con alquanto rimesso. Orlo dicesi anche da noi per Qualsivoglia estremità. Camminar sull' orlo del precipizio. V. Oro. Orlo del rocàl o i>k la rozza, Orlo o Labbro. Orlo de l'abito, Lembo : Falda; Or- lo ; Margine, L’estrema parte del vestimento e per metaf. vale L’ estrema parte di che che sia. Orlo de la cajipana, Rurdo della campana. T. de’ Gettatori, ed è L’estremità dove percuote il battaglio. I ORMESÌN. s. m. Ermellino o Armellino, Piccolo animale quadrupede bianchissimo, di cui non conosciamo che le pelli, le quali servivano nei tempi veneti a listare la vesta patrizia nella mezza stagione. V. ArmelÌn. ORNO. s. ni. Orniello comune e Orno. M-bero notissimo nelle campagne, che fu detto da Linn. Fraxinus Ornus. ma da’ Sistematici moderni Omus Europaea. Somiglia al Frassino, ma n’ è più piccolo. Dal-I’ orniello si raccoglie la Manna. ORO (eoli’ o largo) s. tn. Oro. Oro agro, T. degli Orefici, Oro aspro, È P oro indorato che ha preso della rigidez • za. e eh’ è soggetto a rompersi lavorandolo. Oro sasso, Oro b:anco, L’ oro legalo iu gran parte coll’ argento. Oro mi. Oro filato — Gavetta, dicevi 0 R S 45i> al Filo d’oro tirato, eh’ esce dalla prima filiera. Oro fin, Oro fino; Auro abrizzo o fine ; Oro di coppella o coppellato ; Oro di paragone Si dice dell’ Oro che ha la finezza di 24 carati — Oro basso, dicesi dell’ Oro eh" ha la finezza di 10, la, e 19 carati. Al di sotto di dieci carati non è propriamente che un biglioue d’oro. Oro in geto, Oro o Argento in bugno, Dicesi quando il fuoco ha messo questi metalli in istato di fluidità. Oro in lastra, Oro battuto, Quello di' >■ ridotto in foglie minutissime. Oro bassizzo, Oro sodo ; D’ oro in oro : D'oro schietto e legittimo, iutendesi senza alcuua mescolanza. Laori d oro, Oreria ; (Intra, Più cose d’ oro lavorato. Libro d' oro, V. Libro. Metbr d* oro, Indorare o Dorare. ¡No xe tuto oro quel che lose, La castagna è bella di fuori e dentro ha la mugugna. Tutto ciò che luce o riluce o risplende non è oro. Ogni lucciola non è fu oca. Prov. che valgono, 1/ apparenza sullo stato delle persone spesse volte inganna. Oro, detto da noi in T. di Giuoco vale il Palo de’ danari. ORO CANTARÌN, s. m. Orpello ; Canterello. 1 Napoletani lo chiamano come noi Oro cantorino ed anche Oro brattino. ORO (coll’ o stretto) 8. m. Lembo, La parte da basso o estrema de’ vestimenti. Orlo; Lembo; Margine; Falda-, Sponda, dicesi per Qualsivoglia estremità o parte estrema. Oro del leto, Proda o Prodicella, L’e-stremità del letto. Oro uh lf. falpieie, Nepitella ; Nipitella. Orlo propr. delle palpebre dell’occhio. A oro via, Sull’ orlo — Andar sull’ orlo vale Rasente I’ estremità — Star in oro, Star sull’ orlo, sul margine. ORÙR s. m. Orrore, Spavento, Raccapriccio, Ribrezzo. Orò» de sciro, Tenebrosità; Tenebre; Caligine ; Buio. Avììr in oròr, Aver in orrorin abbonti-nazione; in abborrimento. La xr on oròr dicesi talvolta, parlando di Donna brutta, Ella è un’ orridezza, un’ orridità, un orrore-. Ella è una befana o befanaecia. ORPIMENTO, s. in. Orpimento, Minerale, pesante, lucido, facile a rompersi, sulfureo e caustico, composto d'arsenico e di zolfo. Trovasi nelle miniere di rame. Esso fornisce la Pittura d'un vivacissimo giallo: ed è un corrosivo violento. ORS AR v. (colla s aspra) dicesi il Levigare o pulire che fassi de’ pavimenti di terrazzo col mezzo dell» strumento detto Orso, V. — Se Orto è detto lo strumento con cui si ripulisce. quale, difficoltà 1’ ammettere il verbo Orsare come propriamente significativo di quella azione? Ma i Dizionarii fin’ or« non ne fanno parola.