Z A M lo; Rancio; Dorè. Colore che s’ accosta al giallo. Zaleto, detto sustant. Pane giallo, ed è quello eh’ è fatto con fariiia di formentone. ZALETO, s. m. Nome ornitologico, che dassi ad una specie di Beccafico, detto dal Professore lìanzani Syluia Pulyglotta, da Omelia MotaciUa Hippolais, e da Latham Sylvia Hippolais. È un uccelletto delle siepi che a queste parti si vede grassissimo verso la fine d’autunno; eh’è un po’più piccolo del Beccafico canapino (Canetela) ed ha il contorno degli occhi e il di sotto del corpo giallo. Nella Toscana Io confondono col Beccafico ZALEZZA, s. f. Giallume; Giallezza, Color giallo, Citrinilà. ZALIZAU (colla z dolce) v. Gialleggiare, Tendere al color giallo. ZALO (colla z dolce) add. Giulio e nel superi. Giallissimo, Color simile a quello del tele o dell’ oro. Zalo come dna zuca, V. Zalastro. ZALOLÌN. V. Zaleto.' ZALTRO, Voce ant: V. Zaltròn. ZALTRÒN (colla z aspra) add. Cialtrone; Gaglioffa ; Mascalzone ; Galeone ; Plebeaccio, V. Scalzacàn — Cialtrona, la Femmina. ZALTRONÀR, V. Inzaltronàr. ZALÙA (colla z dolce) s. f. V. Litehizia. ZALÙME (colla z dolce) s. m. Giallume; Giallezza; Giallore. ZAMARIA. Giovanni Maria, che comunemente scrivesi Giammaria, Nome proprio di uomo. Sior Zajurja bon stomego, Pappalacci. si dice in modo basso per agg. a Chi soffre coae vituperevoli c tace perchè mangia o ne cava il comodo. Buono »lomaco, vale Di poco onore o lino cui si possa dire liberamente il fatto suo. Sior Zamaria fa cociori. Altra maniera bassa che si dice per agg. a Uomo iipI sign. di Fagnone, che vuol dire Scaltro, astuto ma che s’infinge semplice; Gatta di Musino; Gatta morta; Gallone, V. Morunòx. Z .AMARO, s. in. Voce bassa, che vale Vestito grave, Pesante, che fa caldo, e talvolta anche Cencioso. ZAMARÙGOLE o Zimarcgole (eolia z dolce) s. f. T. de’Pesc. Strombi, Sorta di Conchiglia univalve di mare, detta da Linneo Strombus pes-pelecani. Ha un corpo spirale, lateralmente ad una estremità dilatato; è comune, commestibile, ma vile. ZVMRATISTA (colla z dolce) Giovanni Battista o Giambatista, Nome proprio di uomo. ZAMBÈLA (colla z agpra e l’e aperta) s. f. Ciambella, e nel dim. Ciambelletla, Cibo di farina intrisa coll’ uova e collo zucchero n burro; e ve n’ ha di più sorte, talora in figura circolare. ZAMBELÀN, (colla z aspra), ». ro. Ciam-berlano, Gentiluomo destinato al servigio di camera nelle Corti de’ principi. ZAK ZAMBÈLO, s. m. T. ant. Imbroglio; Intrigo ; Impiccio. ZAMBERLÙCO (colla z dolce) s. m. Zam-berlucco, Lunga e larga veste di panno, che usavano i nostri vecchi per ripararsi dal freddo, e che ora più non s’ accostuma. ZAMBÒN (colla z dolce) s. m. T. de’Cuo-chi, dal Francese Jambon, Specie di Manicaretto fatto col prosciutto e assai gustoso. ZAMÒRO, s. m. ed anche Morbeo e Citòn, sono nomi che si danno da’ Maniscalchi ad una malattia del Cavallo e del Bue, la quale consiste in uno scolo bianco dalle narici, che diventa giallognolo o in progresso acre e forma erosioni. Questa è malattia contagiosa fra la specie e dai \o-terinarii chiamasi Moccio contagioso. Un male simile, pur chiamato Zamoro, patiscono per infreddatura specialmente i (’ani barboni. ZAMPA (colla z aspra) s. f. Zampa; Branca ; Rampa, Piè davanti all’auimale quadrupede. V. Zata- Zampa, nel parlar fam. dicesi per Piede malfatto, Piede grande (V. Peazzo) ed anche per Mano, V. Magnafara. Zampe dei gambari, Forbici o Mani, si dicono quelle degli Scorpioni, do’ Granchi, de’Gamberi e d’altri simili animali. Zampa de galo, Piè d’uccellino, si chiamano le grinze che si fanno intorno agii occhi verso le tempie, quando l’età comincia a dar la volta. Zampa de galo e piè i>e papapigastxo, o palpaspilatro. Parole insignificanti, ma che si propongono per giuoco tra’ fanciulli, per ia difficoltà che provano alcuni di pronunziarle presto e spiccatamente. ZAMPÀDA, ». f. Zampata, Colpo di zampa. Dar de le zampàe, Zampare, Percuotere colla zampa. V. Scalzàda. ZAMPETO, s. m. chiamano i Maniscalchi la Stitichezza (così definita da’ Yeterina-rii). cui va talora soggetto il Bue per eccessivo calore o per foraggi aridi, e nel quale 1’ orina è scarsa ma frequente e il ventre talora gli si gonfia. ZAMPÌN, (colla z aspra) s. m. Zampino, Piccola zampa. Zampino, dicesi poi alla Pelle della zampa del Porco, la quale è riempiuta di salsiccia ; ed è cibo pregiato, specialmente lo Zampino di Modena. ZAN’ (colla i naturale) Sincope di Zdane, che vale Giovanni, Nome proprio di Uomo , con questa differenza che diciamo Zan quando vi va unito un secondo nome: laddove per Giovanni diciamo Zbane; come Sax Zan Degolà, S. Zan Grisostimo, S. Zanipolo, Zan Piero, Zan Francesco, V. Zambatista. ZANÀDA (colla z dolce) s. f. Zannata, Commediaccia, Rappresentazione teatrale che riesca cattiva. V. Zane. Zanàda, si dice ancora fam. per Baccelleria; Gaglioffaggine, Azione da scimunito. ZA« 805 ZANCA o Zancheta de fero (colla z aspra) Contrafforte, Arnese di ferro che serve per maggior fortezza delle porte e finestre. Zanca »e la barca, T. de’ Barcaiuoli, Specie di Timone, che consiste in un remo corto che si adatta con legatura all’ infuori della poppa, e che serve all’ uffizio di timone per guidare una piccola barca, die ne manchi. Zanca d’ un fiume, V. Voltàda. Zanca dei antiporti, Bilico, Pezzetto di ferro che si ferma sotto l’angolo delle imposte degli usci, per muoverle con facilita. Far zancaj Far gomito o angolo, dicesi de’Muri quando escono dalla loro dirittura. Tegnìr zanca a qualcùn, detto figura'.. Tener mano o Tener di mano con alcune. Esser complice. Zanche, Trampoli, Due bastoni lunghi, nel mezzo de’ quali è confitto un legnetto. su cui posa il piede chi vuol passare acqua 0 fanghi senza immollarsi o infangarsi. ZANCANÈLA, s. m. (colla z aspra) Voce scherzevole, per dire Mancino, e s’ appropria a uomo. V. Zanco. ZANCO (colla z aspra) 8. m. Mancino, dicesi Colui che adopera naturalmente la sinistra mano in cambio della destra. Zanco, add. riferito a mano o piede, Sinistro ; Manco o Stanco; 1 mann stanca: A man sinistra. E tot’ a dn tempo o’ ona posta sjiai-.ia El zanco a sier Penin. che co la morti-. El stfte più »'un mese a far batagia. Così leggesi nel poemetto sulla guerra tra 1 N'icolotti e i Castellani del 1521. Siccome non si sa conoscere qual parte del corpo umano esser possa sotto il termine di Zan-co ; così l’Astore interpretando questo passo, suppone che il ferito Penin fosse mancino, e che quindi il Poeta siasi valuto di una figura faceta per dire Ferì di punta il mancino Penin. Il bravo amico dott. Daniele Manin è però d'opinione che siavi un errore,