I54 C A V Cavèi pustizzi, Capelli appositicoi o pc- ; slicci. V. Postizzo. Couf. cavèi, Capillare, Simile a'capelli. Chiapàr la fortuna per i cavèli, V. Fortuna. Ciiiapàda o Brincàda de cavèi, Accapigliamento ; Accapiglialv.ru ; Scapigliatura, Propr. L’accapigliarsi, il far a capelli. Far i CAVF.I biondi, Rimbiondire, Farsi biondi i capelli con arte. Far vecnìr i cavki duri , Arricciarsi i capelli o Rizzare i peli o capagli: dicesi dell’Intirizzire che lassi per subitano spavento di che che sia o per ¡stizza, che dicc-si anche Raccapricciarsi. No SE OHE FOL TOCÀR UN CAVELO, E’noti se gli può toccare il naso; Non comporta che gli sia torto un capello: dicesi di Chi è pronto all’ira, e non soffre nemmen rimproveri. Pien de cavèi, Capelluto, Che ha di molti capelli — Senza cavèi , Calvo — Quasi senza cavèi, Presso che calvo — Piste coverta de cavèi, Parte capillata o capellata. Spartir f.i. cavèlo, detto fìg. Squartar lo zero, vale Far i conti con esattezza, e talora Spendere con soverchia parsimonia — Veder il pelo nell'uovo; Levare il pel per aria, si dice dell’Esser d’acutissimo ingegno, o non solo vedere ma prevedere. Tegnìr in sesto o in regola i cavèi , Tener ravviata capelli. L’opposto è Sparpagliati — Molar zo i cavèli, Scrinare, sciorre e distendere i capelli. Tirar per i cavèli. V. Tirar. Cavèli de la pena, Espressione maria. Capelli della penna, si chiamano lo Funi sottili attaccate alla penna dell’Antenna nelle galee, con le quali si lega lo Spigone. CAVEZZA, s. f. Cavezza ; Cavicciuolo o Cavicciule; Canapaie e Capestro, Fune o cuoio con cui si legano gli animali da soma, in vece di briglia. Cavezzone, dicesi l’Arnese che si mette alla testa de’cavalli, per maneggiarli. Cavezza di moro. T. de’Vetturali, Sorta di mantello di cavallo, che ha cioè delle macchie sulla testa differenti dal suo colore naturale. V. Rabican. Cavasse la cavezza, V. Cavar. Meter la cavezza, Incavezzare o ln- i upestrare, Legar un animale cou cavezza. Moi.àr la cavezza o la bria, V. Brìi. Trarse i.a cavezza su le spale, Saltar la granata, dieesi di Giovano che non tema freno e voglia fare a suo modo. Curto df. cavezza, Locuz. lam. Scarso d'ingegno o d’intelletto — Tegnìr uno curto de cavezza, Tenere altrui corto o Legarlo corto, vale Non gli dar comodità di muoversi o di far risoluzioni gagliarde; metafora tolta dallo bestie — Tenere alcuno corto a danari, vale Dargli poco o nulla da spendere — A cattivo cane corto legame, detto metaf. per far intendere I C A V a' genitori di lasciare a'Ioro figliuoli di cattiva indole pochissima libertà. CAVEZZÀDA, s. f. Cavezzata, Colpo di cavezza. CAVEZZO, s. m. Scampolo, Avanzo della pezza di panno o di tela o simili, Rimasuglio, pezzo — Ruotalo, si direbbe quando la tela fosse molta ed avvoltolala — Pannello, per Un pezzo di panno. La vi sul so cavf.zzo, Va a suo conto o sopra di sè o alle sue spalle. Cavf.zzo, detto in T. antiq. Collare o Cappuccio; e inlendevasi di abito. CAVI VN, s. m. T. de’Pese. Cavedine, Pesce di fiume che forse è quello detto da | Linn. Cyprinus Leuciscus. Nel Milanese è detto Cavezzàl. Somiglia al Cefalo, ma ha la squama più larga. V. anello Squalo. CAVIARO, s. m. ( dal bari). Caviarium ) Caviale, Uova dello Storione e d’altri pesci, salate ed accomodate per cibo. Caviàro de le ongie, Locuz. fam. Sudiciume o Bruttura delle unghie, Porcheria che si riunisce in quella parte dell’ unghie che sopravanza quando non sono tagliale. Caviàro df. le rechie, Cerume, Materia gialliccia che si genera nelle orecchie, e che si trae coll' unghia del dito mignolo o collo stuzzicorecchi. CAVIC1IIÒLO, s. m. T. Mar. Ancerrino, Perno di ferro messo nell’ asse della ruota de’cannoni, per impedire di'essa non esca. CW1ÈLO e CAVE DÌs. ni. Capezzolo; Pupillo; Papilletta. Punta della poppa per cui esce il latte, che anche dicesi Capitello o Lattaiuolo — Negro del cavièlo, Areo-la, T. de’ Notomisti, Quel cerchio colorito che circonda il capezzolo. CAVILÀR, v. Cavillare o Cavillare. CAVILO, 8. in. Cavillazone o Cavillazone. V. Ingarbugio. CAV1LÒN , add. Cavilloso ; Cavillatore ; Cavilioso; Capzioso. GAY IN. s. ni. T. agr. Senticruolo; Tragitto, Piccolo sentiero fra i campi non frequentato, per cui si cammina. ‘ CAVIOLA, s. f. Voce antiquata per Letie-ra. V. CAYIÒM, s. ni. Capifuochi o Alari, Arnesi da cucina o da camminetto, per lo più di ferro, ad uso di tener sospese le legne, ed anche lo spiedo per l’arrosto. — Nel Tri-vigiano al Focolare dicesi Larìn; e tanto questo vocabolo quanto 1' italiano Alari, ricordano il Lares de’ latini, donde sono provenuti e corrottamente fino a noi mantenuti. Gli Aretini dicono loro Capitoni ; in Lunigiana sono chiamati Caldoni e dai Bolognesi Cavedoni. Cavedani diconsi pure a Padova e nel Polesine. CAVRA o Cavar a, s. f. Capra o Zeba, Animale noto, eh’ è la femmina del Becco ; ed è chiamato da’ Sistematici Capra Hircus. Cavri salvadega , Stambecco ed anche Ibice. Linneo la chiama Capra Ibex. Cavra , detto a uomo per agg. Timido; Pauroso; Vile. V. Crava — Cacacciano, G A V dicesi ad Uomo timido, che si caca e si piscia sotto dalla paura. Va la cavra zota fin ch’ el lovo no i.a intopa , Vassi capra zoppa se lupo non l’intoppa. Prov. che vale Che si seguita a far male fin che non s’incorre nel gasligo. Cavra, T. de’Pettinagnoli, Capra, chiamasi il legno su cui si fissa 1’ osso che si vuole spianare col parone. V. Sf.ghf.to. Capra, in T. de' Muratori e d’ altri, Arnese di legno a guisa di trespolo, ad uso di regger ponti o palchi posticci, e serve ancora a molti artefici, sebbene talvolta con qualche piccola varietà nella forma, per usi diversi, come la Capra de’ Conciatori per ragguagliar le pelli, la Capra de’ Pettinaglieli, la Capra de’Carradori e simili. CAVRÈR, s. m. Capraio o Capraro, Guardiano o Custode di capre. CAVRÈTA, s. f. ) „ ,, ~ CAVRÈTO; s. m. ) CaPretla « Covre Ita; Cnprettina; Capretto; Capello. CAV RIA, s. f. T. Mar. Clavie, Macchina, delta anche Capra per alberare, la quale è composta di tre stili e drizzata sulla coverta d’ un vascello, per poter sospendere gli alberi primarii e collocarli al loro posto, o pur per levarli. Cuser la cav’ria, dicono i nostri Marinai dell’Unire insieme con funi i capi superiori degli stili formanti le clavie. Cavria, in Marineria, dicesi anche per Forca, eh’è un Comodo fatto di prora via all’albero di maestra, per sostenere l'estremità degli alberi e pennoni di rispetto, che posano coll’ altra estremità sul castello di prua. V. Forca. CAVRIVGA , s. f. Chiamano i nostri Pescatori maremmani, alcuni pali fitti nel fango e fortificati da altri pali a traverso, per raccomandarvi le corde de’ vivai pieni d’anguille. CAVRIÒLA. V. Capriola. CAVRIÒLA, s. f. T. ile’ Cacciatori, Uccello acquatico del genere de'Colimbi, detto da Linn. Colymbus cristatus, il quale è più grande della SmerghetU e nuota ancor meglio di essa. Nel tempo soltanto de’ suoi amori esso porta sul capo un ciuffo di penne diviso in due, quasi a guisa di corna, e uu lungo fiocco di folte penne nere e rossastre da ciascun Iato del capo, che gli fanno un vago ornamento. Non è buono a mangiare. CAVRIÒLO, s. m. Capriolo o Cavrioto e Capria o Caprioletto. Animale detto dai Sistem. Cervus Capreolus, eh’è di corna ramose, tonde, erette e nella sommità bifide. CAV ROM VN, 8. m. T. de’Cuochi, Stufato, Carne di castrato o di capretto cotta in umido, che riesee un manicaretto saporito e appetitoso, o una Specie d’intingolo. CAVRÒN, s. m. Caprone, Becco grande. Detto per agg. ad uomo, Vigliaccone, Gran poltrone assai vile e codardo. Cavroni, detto in T. Mil. dal Francese, Scagliente , Due liste di passamano unite