c G A C C. Vedi Ce. CA, a. f. Casa — Ca è voce antica, e dicevasi anche negli ultimi tempi veneti per Casata, Famiglia, come Ca Corner, Ca Moce-nigo, Ca Grimani, Ca Coktarini, etc. Famiglie patrizie notissime. ’ Ca de colo e de cul'u. Lo stesso che Ca del diavolo, usato da taluni, e segnatamente dalle donne, per citar di nominare il Diavolo. Ca del diavolo, Inferno — detto fig. Casa piena di fuoco ; Casa maledetta, calda, del diavolo, vale Casa dove si sta male per ogni verso — Stare o Esser nel fuoco, Esser in continua discordia e travaglio co’suoi di casa. Un ca del diavolo. Un rovinio, Gran rumore, grande strepito — Un rovistìo; Un trambusto o trambusto o trambusta, Una confusione, un tumulto — Un parapiglia, V. Rarafbsola. Andàr a ca del diavolo calza e vestìo, V. Ani>àr. Esser o star a ca del diavolo, Esser o abitare in Chiarenna o in Chiarudadda, in Orinci, In lontanissime parti. Ca, T. antiq., e molto plebeo avv. Che;Di quello che — Pezo ca l’ anemal, Peggio dell' unimale — Megio viver ca morih , Meglio è la vita che la morte. CA, Cappa, sust. masc. Lettera greca, che da noi non s’usa. CÀBALA, s. m. Cabala, Arte d’indovinare per via di numeri o d’altro. Quel da la cabala, Cabalista, si dice Colui eh’ esercita la cabala per indovinare — Talvolta però questa locuzione vernacola diventa pronome e s’intende Cabalò*, V. Cabala, in altro sign. vale anche presso a noi per Raggiro, Giunteria, Marioleria, Fraude. — Far de le cabale, lo stesso che Cabalar, V. CABALAR, v. Giuntare; Garabullare, Mariolare; Infinocchiare; Dar bubbole o panzane, Ingannare. CABALÒN, s. m. Gabbatore; Aggiratore, Rigiratore; Vrappatore; Busbaccone. CAB ARÈ, s. m. Lo stesso che Guantiera.V. CARULÒN, s. m. dicesi dagl’idioti per Cabalò:«, V. CACA, s. f. Cacca, Merda, * El sa fato caca in braghesse vale Ebbe un’ 'estrema paura, che dicesi anche El s’a cagà in bbaghesse. Si dice inoltre El SE FARÀ CACA 0 El SE CAGARÀ IN BRAGHESSE, per esprimere una bravata o Rulada in credenza. V. in Cagada. Boerio. CAD Farse caca soto, Pisciarsi sotto; Dare I in ceci o in budella; Far fico, dicesi fig. di Chi non riesce nelle sue operazioni. V. Far fiasco. Far caca, detto fig. Cascar ad alcuno la coratella ; Pisciarsi sotto, modi bassi e valgono Esser sorpreso da grave timore e quasi Sconcacarsi. CACAGLIA, V. Erba cacaglia. CACASSERO (coll’e larga) s. m. o Sior cacassf.no, Cacacciano, Uomo da nulla. CACATÙ, s. m. Cacatua, Specie di Pappagallo di coda corta, e bianco o giallo nella maggior parte del corpo, con una cresta o ciuffo di color giallo. Linneo lo chiama Psittacus cri status. CACUEMÒLE, s. m. Lo stesso che Caco-miro. V. Cache mole, detto puerile, Calzoni agiati, larghi. CACIIIO! Aminir. V. Cazzo. CACIATÒR, V.C AZZADÒR. CACIÒLA, s. f. V. Caz zòla. CACO, s. m., forse dal barb. Acacus, Semplice, V. Cacoiìro. Caco de pal'uo , lo stesso che Cacojiì-ro, V. CAC0F01NASÌA o CACAFONÌA, s. f. Cacofonìa , Mal suono di qualche lettera o voce. CACOMÌRO, s. m. dal (Greco Cacomiros cioè Infelice) e vale Balordo; Scimunito; Stolido. CADE, V. Che cade. CA DE DI V o Ca de diana, Voce d’ammirazione e d’impazienza. V. Per diana. CÀDEMIA, s. f. Accademia. Cadì-mia d’avocato. Accademia di declamazione. Radunanza degli studenti d’avvocatura, per esercitarsi nell’arte della declamazione o arringa estemporanea, com’era una volta in Venezia ed altrove. CADEMICAMEN’TE.avv.ieeatfemicamen/e. Discorer o Descorer cademicamente , Dialogizzare; Confabulare; Discorrere. CADÈMICO, add. Accademico. Afar cadejiico , Affare problematico, cioè Disputabile peri’una e l’altra parte, dubbioso. CAD&NA, s. f. V. Caena. CADIN, s. in. Voce agr. Chiassaiuola, Quel canale murato che si fa a traverso de’ campi, a fine di raccòrrò le acque piovane. CADRA o Cadrào, s. m. Vivandiere; e nel significato vernacolo s’intende Colui che porta e vende cose da mangiare ai Lazzaretti di sanità, nei giorni di contumacia. C A E CADÙDO, add. V. Casca. CAÈCUIA, s. f. T. de'Pese. Pesce di mare del genere de' Cani, senza spiracoli, chiamato da Nardo Squalus plunibeus. Ila il muso rotondo, piuttosto compresso, le mascelle fornite di tre serie di denti; quelli della mascella superiore sono pira-m idali e dentellati, gl’inferiori più lunghi strutti e liscii; vedesi una fossetta o incavo circolare alla base della coda; il coloro è piombo scuro; arriva ad una discreta grandezza, ed è buono a mangiare. Cakchia del pie, V. Caichia. Voltàr le caechik , Frase antica che vuol dire Volger la schiena per dispetto, Volgersi altrove, Voltar faccia. CAECUIO, V. CiicHio. CAÈNA o Cadèna, s. f. Catena. Legame per lo più di ferro fatto di maglie commesse insieme. — Detto fig. vale Legame, vincolo, nodo, laccio. Caéna, detto in T. de’Muratori, Cigna di ferro: cioè Quella che cigne e stringe le muraglie. Caéna del camìn, Catena da fuoco. V. Mapaòr, Papaòr e Capei.» dela caena. Caéne db le barche, Catene, Travi che riposano sui contrafforti per sostener la coperta. Caéna del castélo, T. Mar. Frontone o Sola, Pezzo di legno intagliato, che rici-gne superiormente i castelli in tutta la loro larghezza. Caena del coverto d’una casa, V. Coverto. Caena d’una chitàra, Sbarra, Que’regole! ti di legno che si mettono per fortezza nel fondo d’una chitarra, d’un violino etc. Caena del belogio, Catena o Catenella della mostra — Catena, dicesi pure a quell’ arnese a cui sta attaccato il manichette dell’oriuolo da tasca. V. Caené-la. Caena de monti, Giogaia. Catena, T. Mar. Grossa trave che sorregge la nave posta alla banda per carenarla. Metkr in caena, Mettere o Porre in catena o Incatenar uno, V. in Fero e Cefo. No me tien gnanca le caejtc, Aon mi tengono o Non mi terrebbero le catene: Esprime impazienza, insofferenza, risolutezza. ’ Star ala caena come un can, Trovarsi estremamente vincolato e soggetto al pa-1S