532 Arrivo di Orlando e di Sonnino [7-v.i9] 7 Maggio. Alle otto e mezzo siamo tutti alla Gare de Lyon. Alle 8,40 arrivano Orlando, Sonnino, il conte Aldrovandi, e gli alti funzionari dei due ministeri. Orlando ha l’aria stanca: si direbbe invecchiato. Sempre affabile e cortese, mi fa salire sulla sua automobile. Sonnino è come al solito calmo, serio, niente affatto mutato. All’albergo teniamo una lunga riunione. Orlando sta a sentire: il suo muscolo mascellare destro ha continui guizzi. Sonnino interroga, vuol molti dettagli. Si ritirano: Orlando alle dieci e mezzo è pronto, e si reca nella residenza di Wilson per assistere al Consiglio dei Tre che ridivengono i Big Four. A colazione Orlando ha l’aria anche più stanca ed è di pessimo umore. È evidente che l’accoglienza deve essere stata glaciale. Anche Aldrovandi, che ha accompagnato Orlando, lo lascia indovinare. Si comincia a sussurrare di gravissime decisioni che sarebbero state prese proprio ieri. Venizelos avrebbe fatto un colpo maestro. Avrebbe elevato alte strida per certi incidenti tra greci e turchi in Asia Minore ed avrebbe ottenuto di sbarcare truppe greche, e solo truppe greche, a Smirne, occupando la città e la vicina regione. Sarebbe l’inizio di un nuovo e grave conflitto, per la patente violazione degli accordi di San Giovanni di Mo-riana, del 19 apriL 1917. Alle 13Vj partiamo per Versailles, onde assistere alla consegna del trattato ai rappresentanti germanici. Barzilai non è arrivato. Partirà oggi da Roma. Salandra e Saivago Raggi non torneranno forse più a Parigi. Sono invitato a sedere al tavolo dei delegati con Orlando e Sonnino. La storica seduta si svolge nel maggior salone dell’Hótel