D I A che pilisce ed affaccetta i diamanti e le altre gioie. DIAM INTÉRA. s. f. La femmina di IHn-manfaio. la quale, seguendosi gli esempli di altre voci consimili cosi formate, potrebbe dirsi D’amantwa. DI VMBARNE o Diàscane, Diascane ; Dui-cine o Diasco'o , voci basse che servono talora a dimostrare sorpresa, ma per lo più si usano per non dire la parola Diavolo. Dicesi pure Diamin; Diamine; Duttchigni. El vostro ni ahi bar ne che ve strascina. Il vostro diavolo o il tentennino, il maio-testa, il nibbiaccio che vi porti. Maniere basse e fam. di rimprovero. DIANA, s. f. Diana, La sonata del tamburo che si fa alla mattina in tutti i quartieri militari. Quindi Batter In diana. Pkr diana i>e dia o Pf.r diana ìn cani o Per diana bacarana. Per diandra; Corpo di diandra; In fede buona; Affé dì Dio; Affeddidieci, Modo di giuramento o di affermazione. Forse quel nostro Per diana bacarana è una corruzione del giuramento Per Dio Bacco, che usano alcuni. De diana! Espressione ammirativa che corrisponde a'.ìa voce Possibile'. È egli possibile ! Poffai bacco ! DHNA, s. f. Diana, nome proprio di femmina. Diana, dicesi al Battere il tamburo o Sonar le trombe sul far del giorno, che fanno i soldati, dall' uso che i Romani avevano di sonar colle trombe ai primi albori del dì negli accampamenti un'aria dedicata a Diana, Dea delle selve. DIARÈA, s. f. o Mal df. corpo. Diarrea o Diarrìa, detta altrimenti Cacaiuola; Soc-corrensa; Uscita — Adiarrea dicesi in T. Medico la Soppressione generale di tutte le evacuazioni necessarie del corpo. Aver la diarèa de scriver, Aver la cacaiuola della penna, modo basso che vale Aver prurito di scrivere continuamente. DIÀSCASE. V. Diàmbarxe. DIAVOLA, s. f. Diavola o Diavolessa, Dicesi di Donna oltre misura impertinente, riottosa., insopportabile. DIAVOLETO. V. Diavolìn. DIAVOLEZZO, s. m. Diavoleto o Diavoleria, Intrigo noioso e dispettoso, Garbuglio, Difficoltà. Gran diavolezzo! Gran diavoleria! e intendesi Rumori, grida, clamori — In-diavolìo, direbbesi d’Ini perversamelo e di Azioni vituperose e indecenti. Far dei diavolezzi, Far le più diavole cose del mondo, s’intende Strane o straordinarie. Qua ga da esser dei gran diavolezzi, Qui e’ è qualche diavoleria, dicesi degli Effetti straordinarii e cattivi di cui non si eo nosce la cagione. Diavolezzi da donne, V. Strighezzi. No me par diavolezzi, Non mi fare malanni, cioè Va cauto. DIAVOLÌN, add. Diavoletto o Diavoletti-no, che altrimenti dicesi Fistolo; Frugolo; P I A Frugo'ino, Fntgo'e/io, Agg. a Ragazzo insolente che non istà mai fermo. V. Be- CONF.LO. DIÀVOLO, s. m. Diavob o Demonio. Andar tra un diivolo f. l’altro. Fuggir 1' acqua sotto le grondaie, Prov. e vale, Nel procurar di fuggir un pericolo o danno andar incontro ad un altro simile. Aver el diavolo adosso, Averii diavolo nell ampolla, Si dice del Prevedere con sagacità ed accortezza ogni stratagemma e invenzione — Avere il diavolo in lesta, Essere scaltrito ed accorto — Avere il diavolo nelle braccia, vale Avere nelle braccia una forza soprannaturale o grandissima — .-lucri il diavolo o il gran diavolo addosso, vale Essere nelle furie maggiori, Imperversare ; Fare il diavolo. Da per tuto gii’ è el so diavolo, Chi ha capro ha corna; Chi ha polli ha pipite; Non v'è rosa senza spine, Tutte le cose umane hanno le loro difficoltà. El diavolo ghe mete la coa, /I ehi Dio dà farina il Diavol toglie it sacco, cioè Il Diavolo cerca d’impedir le cose buone. El diavolo se cazza da per tuto, Dio non fa mai Chiesa che il Diavolo non voglia o non vi fabbrichi la sua cappella. Prov. che dà ad intendere che il Diavolo non vede farsi alcun bene senza cercar di mettervi o farvi nascere qualche male. Sempre il Diavolo s'intermette. El diavolo no xe tanto bruto, Non è il diavolo brutto come si dipinge ; Sempre non istà il mal dov' ei si posa ; Chi vede il diavol da dovvero, lo vede con men coma e manco nero, L’ affare non è così disperato come si crede. Diavolo porta e diavolo ma»na, Diavol porta e diavol reca, Si dice dello Spendere e gillar via più che non conviene, rimettendosi all’ arbitrio della fortuna. Esser un diavolo descadenà, Esser diavolo o diavolo scatenato, dicesi di Chi procuri sempre di far qualche male; Essere un nabisso — Ti xp. un gran diavolo o un gran diavolìn, Il tuo diavolo è cattivo, e vale II tuo genio è malizioso. Far el diavolo^ Fare il diavolo, vale Far l'impossibile, Fare ogni sforzo. Far da diavolo, Diavaleggiare, Operar malamente. Far f.l diavolo e pezo 0 Far el diavo- lo a quatro, Far il diavolo e la versiera ; Far il diavolo in un canneto a in montagna ; Far il diavolo e peggio, Imperversare. La farina del diavolo va tuta in sémola, V. Farina. Le done ghe ne sa più del diavolo, V. Dona. Ma ndàr al diavolo^ Mandar alle birbe; Dar il cencio ; Dar puleggia, Licenziare. No son gnanca el diavolo, Non ho il viso volto di dietro, Dettalo Fiorentino, che vale non son brutto. Povero diavolo! Cattivellaccio; Sciagu-rmio, Povero, miserabile. D I E £37 Un diavolo scazza l* altro, T. Scazzir. Va cu- el diavolo te porta, Va al diavolo; Va in malora, Sorta d'imprecazione. DIAVOLO! Interiezione di maraviglia, Din- min; Diacine; Diaschigni; Diavo'o\ Oh diavolo! Domine falloì usalo come Diamin ; eh’ e’ sia vero ! Significa Foss’el-Ia vera tal cosa. Diavolo! pronunciato come a punto fermo. vale Cerlamenle ; Sicuramente ; Già s’ intende ; ed è Interiezione affermativa. Va RI)è (IO VU SU EL DIAVOLO I1A LA TOSSE, Maniera ant. metaf. che ora diremmo, Vardì: che diavolezzi che sucede! Considera-te voi quanti malanni o casi inopinali succedono. DIAVOLO FORTE, s. m. Grotsagranu, Stoffa di seta più forte del Moerro ordinario. DIAVOLONI, s. m. Diavoloni e Diavolini Specie di zuccherini noti, di sapore acutissimo, e molto aromatico. DI I! ITER, v. Sbattere; Di falcare; Detrarre, Levar dalla somma — Difalcare per Iraslato, si dice anche generalmente quando ci pare che alcuno abbia troppo largheggiato dì parole e detto assai più di quello eh' è^ che anche dicosi Turare. * DIBATIMENTO, s. m. Dibattimento, il dibattere e difalcare, Diffalcatone, Sottrazione. V. Dibater. DICAT — Quasi dicat. Voci latine rimaste nell’ uso del parlar familiare, e valgono Quasi dicasi; Come sarebbe a dire; Per esempio. DICIPULA (dal latino Def.ipu’a), Termine che usavasi da alcuni Forensi sotto il Governo Veneto nelle loro scritture. Deci-pula in buona lingua equivale a Laccio, cioè di quelli con cui si prendono gli uccelli, detto altrimenti Piedica. ¡Noi usiamo questa parola in senso metaf. nel sign. di Trappola; Inganno; Inciampo; Intrigo. DIE, Voce antiq. Dee, terza persona del presente di Dovere. V. Gossedié. DIE ESSE. Maniera antica, che ora più co-munem. dal basso popolo si diej Giesse, V. DIESE, 8. m. Dieci o Diece. Diesf. volte tanto, Decuplo. De dies’ani, Decenne; Decennale ; Bilustre. DIESSÌLA, s. f. Il Diesire. Voce burlevole o corrotta dall’ Inno de’ morti, che comincia Dies iroe, dies illa etc. Dir o Cantar a qualcun el dikssila, V. in Dir. DIESTU, T. antiq. usato sempre io modo interrogativo, e vale Dei tu?—Che dik-stu far? Che dei tu farei DIETA, s. f. Dieta, Astinenza da cibo. Far dieta o Stare a dieta, detto metaforicamente, vale Astenersi o Privarsi di che che sia. Dieta (dalla voce barb. Dieta, Merces diurna ) chiamavasi sotto il Governo italico il Salario o sia P indennizzazione dovuta al Giudice o ad altro pubblico impiegato^