G20 SCA to, Panno Uno rosso di nobilissima tintura, e ch’era una volta in grand’ uso fra noi prima del 1797 ne’tabarri politi. Com'ir i>b scarlatìsa, Cnlor di scarlatto. In altro sign. Scarlattina o Rosolìa, di-cesi ad uua Sorta il’ infermità che viene alla pelle, empiendola di macchie rosse con piccola elevazione e con lebbre. SCAItlATO, s. iu. (Forse, come pensano alcuni, dui lat. Galutum, di Galazia, provincia dell’Asia, ove ai tempi Romani raccoglie-vasi la grana migliore, da cui si cava\a un rosso bellissimo che dicevasi Calato) V. Scarlatìna. Devp.ntàr un scari.ato, Dettalo fam. c met. Arrossire o Arrostare, \enire rosso in viso per vergogna, che fu anche detto h'arsi le gote come un peperone o Farsi il viso come un verzino, cioè come il color rosso del legno verzino. -Scàrlèti, Voce fam. e furbesca, che vale Finzione; Falsità.; Favola; Pastocchia, Hilrovato falso. Maschera, per Falsa apparenza. V. Dègola. SCA KM Èro, V. Scarjiolìs. SC A UMIDA, s. f. Tonditura; Tagliatura; Troncamento ; Scurnamento, Diminuzione ili che che sia. SCARMÌO, add. Divenuto scarno o Scarnito, cioè Magro, socco, asciutto, e dicesi di persona — Scarnato, nel sigu. di Diminuito o Scemato, dicesi di legno, pietra o simile. SC ARMIR, v. Seamire, dicesi per simil. del l.evar alquanto della superlìcie a che che sia, e vale Impiccolire, Assottigliare, Diminuire, Troncare, V. Scarsìr. Scarmirse, Scarnarsi o Scamirsi, vale Dimagrare, Estenuarsi, che anche dicesi Smog rare; Smagrire e Dimagrare, verbi neutri. SCARMIRSE, V. Schermirne. SCARMO, add. Scarno e Scarnito o Scarnato, vale Magro, che ha poca carne, secco, Scarso della persona — Segaligno vale Di complessione adusta, ¡Non atto a ingrassare, Secco, Asciutto e come di colore di segala. Scarico di collo o di gamba, dicesi del ('.avallo o simile animale, che abbia il collo o la gamba soltile, svelta. Diventai scardo, V. Scarjiìr. SCVRMOLÌN. add. Scarso, Di membra leggiadre ed agili, Anzi magro che no: contrario di Atticciato, di Traversato, Ai Massiccio. ¡Nelle voci italiano scoperte dal Padre Bergamini, alla \oce Scarnato, leggesi Scar-m olino. SCARNADA, s. f. Scurnamento, Lo scarnare. . SCARNEVAL VII, v. lo stesso che Carnevala», V. SCARNIFICVR. v. Seamificare e Scarni-re, Levar altrui la carne. Detto flg. Spolpare altrui, vale Ridurlo spuza polpe, cioò Iu miseria, Ridur sul lastrico. Dicesi anche per Scurnare o Scarnire, cioè uel sign. di Impiccolire, Scemare. SCA SCARNIE, V. CORTÉLO DA SCARNIR, V. CoR-TÈLO. SCARO s. m. detto più propr. da’Pescat. Gi-rola, Scaro, ed anche Sarago e Sargo Pesce di mare che si pasce d’erbe, ed è il solo Ruminante tra i pesci, conosciuto da Plinio col nome Scarus e detto da Lineo Spams Sargus. Egli ha il corpo stiacciato ai lati come 1'Orata; è di color livido rossastro a coda macchiata di nero ; ed è pesce poco ricercato. La sua grandezza rade volte sorpassa il piede. I pescatori dell’ Istria gli dicono Sargo. Leggesi però in Plinio, che questo pesce fosse originario del mare di Scarpnnto, isola fra Candia e Rodi, e che ai tempi Romani sia stato portato sulle navi e seminato nel mare fra Ostia e la Campagna, e che quindi siasi anche sino a noi propagato. Oliando è salato in barili come le sardelle, si chiama Saràca. SCAROZZADA, s. f. Carrozzata o Cocchiata, Compagnia di persone, eh’ è portata nella stessa carrozza. SCAROZZ ARSE, v. ¿Scarrozzare, verbo neutro, Far trottare in carrozza, Farsi por-lare iu carrozza, ed anche Correre in carrozza. SCARPA, s. f. Scarpa, Il calzare de'piedi. Le sue parti sono le seguenti. Tohèra — Tomaio — Sola o Sioli Suo- lo — Calcagno — Guardolo, Guardiane o Forte di suolo. Pezzo di suolo che va in giro iu giro del calcagno, ed è quel primo pezzo che si unisce al quartiere — Fortezza, Tutto ciò che riveste l’interiore della scarpa — Tramezza o Tramezzo, dicesi specialmente a quella striscia di cuoio che si cuce tra ’1 suolo e 'I tomaio — Faeso db la scarpa, V. Falso — Zufbto, Rocchetta — Rechi», becchetti a Cinturini. Scarpe soto pìs o a zopelòn, Scarpe a pianta o a ciottola o a ciani a o a zoppe l-letto, che nel Contado Fiorentino dicono a caeaiuola, cioè Non calzate per la fretta o per altro. Scarpa grossa, Scarpettone, Scarpe che sono portate per lo più dai contadini. V. Scarponi — Scarpa g*ossa paga ogni cos-sa, Detto fig. / cenci o gli stracci vanno all'aria ; Le mosche si posano sempre addosso ai cavalli magri, Prov. e vale che I meu potenti sono i primi ad essere sottomessi. Scarpe a trabuciièlo, Scarpe a trabiccolo o a bertesca, Stranissima e pericolosa moda di scarpe che al tempo del nostro poeta Varotari, nel secolo XVII usavansi in Venezia, le quali avevauo un calcagno di legno alto circa un palmo, onde non premeva per sostenersi che il calcagno stesso. Questa pazza moda vien da lui criticala nella satira ottava co'seguenti versi : Che ve par de le scarpe a traiochèlo. Che pe» calcagno ha tasto de pasdolo? Bela invesziòs da scavezzarsb el colo, ec. Esser co un» scarpa e oji zocolo. Detto SCA fam. Essere malissimo vestito, con abiti sconvenevoli ed incoerenti. Scarpe che calza o chb no calza, V. CalzIr. Senza scarpe in píe, V. Píe. Farse un per i>e scarpe de fero e asdìr cento mia lontIn, Chi ha spago aggomito- li, e vale Chi è in peccato scampi. I calegheri ga sempre lb scarpe rote, / Calzolui fan come l’asino che porla il vino e beve l’acqua, Affaticarsi a pro d’altri. No aver scarpe in piè, Esser povero in canna, Povero affatto, Esser cenciosissimo. No ESSER DEGNO DE ZOLARGHC LB SCARPE. Non esser degno di sciog’iere la coreggia del calzare ad uno, Detto fig. Non esser degno di star in compagnia di uno. No SAVÈR QOASTI PÌB VA IN t’ UNA SCARPA, V. Savér. StIMÌR ESO QUANTO LB SO SCARPE BOTE. Stimare uno quanto il cavolo a merenda, Non averlo in alcuna stima. SCARPA, s. f. o Scarpa de li mura, Scarpa, dicesi a quel Pendio delle mura, che le fa sporgere in fuori più da piè che da capo — Imbasamento o Rasamentn chiamasi quel Sodo dell’ edilìzio che ricorre immediatamente fuor del terreuo e gli serve di piede-stallo e di base. Scarpa del rosso o de l’àrzarb, Scarpa d’un fosso o d'un argine. Scarpa o Sponda d’usa strada, Ranchina o Panchina, si dice in T. Idraulico a Quel- lo spazio di terra, eli’è tra le guide della strada e gli orli dei fossi laterali. SCARPELÌN, s. m. Scarpellino. V. Tagia-piera. SCARPÈLO, 8. m. Scalpello e Scarpello, Strumento noto di ferro ad uso de’ Taglia-pietra. Asta si dice al Manico. Scarpèlo da ongia, T. de' Maniscalchi, Incastro ed anche Curasnella. Ferro con cui si tagliano le unghie ai cavalli. Scarpèlo da Calafài, Calafato, dicesi anche lo Strumento di ferro fallo a guisa di Scarpello, con cui il Calafato batte col mezzo del maglio e la entrar la stoppa nelle fis-sure della barca. V. Calafata». Scarpèlo pbdàs, V. Pedís. SC ARPÈLO, 8. m. Nome che i nostri Cacciatori valligiani aggiungono all’ Uccello detto ScAiroLAio, V. SCARPÈNA, s. f. (coll’e serrata) T. de’Pesc. Scorpena, Pesce di mare, detlo già latin. Scorpoena, e da Liun. Scorpoena Porcus. Di questo petee dei più conosciuti dagli Antichi, tante cose furono dette del suo uso o delle sue parti in falto di Medicina, e sulla puntura delle sue spine, le quali presente-mente non si confermano. La sua carne è stopposa, e vien usata nelle cucine de'gran-di per far brodo. SCARPÈN A D’ASPREO, o db sasso ow nova isvenziòn, s. f. T. de’ Pese. Specie di Scorpena che il nostro Nardo intitolò Scorpoena bieotorata. Questo pesce di mare è raro, e si distingue dagli altri suoi congerie-