[8.H.X9] Discorso sulla situazione italiana 263 l’impero britannico, Clémentel per la Francia, Crespi per l’Italia; ciascuno assistito dai propri esperti. Sono stati presentati tre progetti di programma, uno francese, uno inglese, uno americano. Si stabilisce di fonderli in uno solo, presentando essi grandi analogie. L’Italia dichiara di associarsi al programma francese, che era stato fatto in collaborazione. Circa il programma dei lavori necessari pel periodo di transizione, si adotterebbe il progetto americano. Prendo allora la parola e dico: «A mio giudizio, la questione più importante del momento è il ristabilimento del regime economico. Questa è la prima questione da esaminare. L’Italia è attualmente in una situazione tragica. Essa aveva alla fine di dicembre 1918 un debito di 65 miliardi di lire, che aumenterà fino a 90 miliardi per la fine del dicembre venturo. « Il patrimonio nazionale dell’Italia è stato valutato durante la guerra a 80 miliardi e si ritiene che dopo la guerra sarà valutabile a 120 miliardi di lire, pari a 24 miliardi di dollari, calcolando il dollaro a 5 lire, mentre il cambio attuale è di 6 lire per dollaro circa. « L’Italia avrà dunque un debito pari a tre quarti della sua fortuna nazionale. Calcolando il servizio d’interessi e di ammortamenti, questi al 2 '/2 o al 3 r/2 per cento, si avrà un importo corrispondente a tale servizio di 7 od 8 miliardi di lire, al quale saranno da aggiungere le spese dei pubblici servizi in 5 miliardi. Si avrà dunque una spesa pubblica totale corrispondente a un’imposta generale di 12 o 13 miliardi di lire, ossia di 2V2 miliardi di dollari. Ciascun italiano dovrà dunque pagare una lira d’imposta al giorno, su un salario medio (tenuto conto dei vecchi, dei bambini e delle donne che non lavorano) di due lire al giorno. È mai possibile che una popolazione paghi in imposte la metà del suo reddito? Anche supponendo che dopo la pace i salari vengano raddoppiati, il peso delle imposte in Italia rimarrebbe nondimeno insopportabile, tanto più che con