C A R C A R C A R Linneo Brassica albida, ed è una varietà della Brassica oleracea. Capuzzo crosso , Cappuccio capitalo o capiluto, Di cesto grosso. V. Verza. Gai-uzzo ha frati o simile Cappuccio ; Cuculio ; Capperuccia ; Capperuccio o Scappcruccio. V. Capa. Capuzzo da Veturini o da Marinf.ri, Capperone. Beco del capuzzo , Becchetto del cappuccio, cioè la Punta del cappuccio, che con voce barb. latina, dicevasi Becca caputa. Detto per Arnese eoi quale si cuoprc altrui il volto mettendoglielo in capo, Bacucco , e quindi Imbacuccare. V. Imbau-tarsk. CARABINA, s. f. Carabina, Sorta d’archibugio ad uso de’ soldati a cavallo. CARABINIERI, s. m. Carabinieri, si chiamavano sotto il Governo Veneto quo’ Soldati Schiavoui, ch’erano preposti alla guardia de’ pubblici Rappresentanti nelle pro-viucie dello Stato, e che gli accompagnavano nelle pubbliche comparse: detti così dalle Carabine che portavano. CARACÒ, s. m. Voce un po’ disusata, lo stesso che Capotìn, Vestito da donna. CAR ACÒ , s. iti. Specie d’ abito da donna civile che più non s’ usa ; ed è lo stesso che Petari.er, V. CABACOLÀB , v. T. Mil. Caracollare o Far caracolli. Volteggiare con cavalli pel campo, Far della testa coda. Fu detto ancora Far la chiocciola. CARACÒLO, s. m. Caracollo. Rivolgimento di truppe a cavallo da imo a sommo. Ora si chiama Conversione. CARIDA, s. m. Caradà, Sorta di tabacco, di cui si conoscono due qualità , Caradà fiore e Caradà foglietta. CARADÒR, V. C ARÈR. CARAFÌNA, s. f. Cara [fina; Caraffa; Ca-raffino e Caraffone e Guastada , Vaso piccolo di vetro o Specie di boccia con collo, per uso di tenervi acqua o simile. CARAGUÒL , s. m. e nel plur. Caraouòi (che anticamente dicevasi Caraoòl, Voce dallo Spagnuolo Caraeoi, che vuol dire Chiocciola ) Caracollo. Termine collettivo di quattro differenti Conchiglie marine uuì-valvi di due diversi generi, che distingueremo qui appresso. Caraguòl longo. Conchiglia cdula, che appartiene al genere de’ Murici, detta dal-P Abbate Olivi Murex Alucoides, la qual» ha per carattere un corpo spirale, allungato a cono; e si piglia nelle lagune. Caraguòl longo di: mar. Conchiglia edu-la del medesimo genere de’ Murici, detta da’ Sistematici Murex Muco. Essa è quasi similissima all' anteriore, e si piglia in mare. Caraguòl tondo. Conchiglia del genero de' Trochi, detta dall’Abbate Olivi Trochus varius, eh’è il Trochus albidus di Linneo. Il suo corpo è spirale , di figura ro-tondo-conica, ed è buono a mangiare. Caraguòl tondo de mar. Altra specie di Conchiglia marina del genere de’ Trochi come l’altra, detta da Linn. Trochus umbi-licaris. La sua figura è meno rotondata della precedente; e non se ne fa uso. Caraguòl tondo de sasso. Voce colla quale s’ intendono due altre sorta di Conchiglie univalvi dello stesso genere de’Tro-chi, chiamate da Linn. Trochus Labio e Trochus Tessellatus. La loro figura è ovale, convessa-spirale, con I’ apertura rotonda ; e non se ne fa uso. Questa specie di conchiglie chiamasi nell’ Istria Scardòbo-le, e s’è col gambero, Ne ri or.. Brodo de caraguòi, detto fig. Broda di succiole, Brodo magrissimo. CARAGUÒL, s. in. T. do’ Fioristi, Cara-cù o Caracollo e Fagiuolo d'Indie. Fiore d’ una Pianta del genere de’Fagiuoli, detta da Linn. Phaseolus Caracolla, il cui carattere specifico è l’avere tutti i petali contornati a spiralo, di color porporino , d’un odore grazioso. Essa è originaria del Brasile. CARAGUÒL DA CANÒN, s. m. Caragòlo o Cavastracci. Strumento di fil di ferro fatto a spira, per cavar dal cannone la carica che vi è stala messa dentro. CARAMÀL, 8. m. Calamaio, Vasetto per uso di scrivere. Caramàlda scarséla, Calamaio da tasca. Sponzètf. dei. caramàl, V. Sponzèta. Caramàl intiero. Scrivanìa, Voce Fiorentina. Specie di vassoio su cui stanno il calamaio, il polverino, il pennaiuolo, ed anche talvolta un campanello. Caramàl, detto in T. de’Vetrai, Matteo. Seccatoio dove si mettono a stagionare le legna ad uso della fornace. Caramàl da stamparìa, Calamaio, dicono gli Stampatori a quel Pezzo di tavola attaccata al torchio da stampa, nella quale sta l’inchiostro che si prende coi mazzi. V. Mazzi e Ingiostro. Caramàli soto i ochi , V. Caparozzoli soto i ochi, in Ochio. CARAMÀL, o Calamaro, s. m. T. de’Pescatori, Calamaio e Calamaio o Lolligine e Totano, Animale di mare notissimo della classe de'Molluschi, detto già anticamente da’Latini Loìigo e da Linn. Sepia Loligo. Esso è commestibile ed abbondante. V. Sepa. CARVMAL YDA, s. f. Colpo di calamaio, e s’intende di quello con cui si scrive. CARAMALÈTO, s. m. Piccolo calamaio: s’iutende Quello ad uso di scrivere. Cala morello, Nome volgare del Totano minore, detto da'Sistem. Loligo minor, che non ha che una lisca cartilaginosa nella schiena e una vescica piena di Materia nera come P inchiostro. Credesi a ragione che sia una specie distinta dal Mollusco Totano o Pesce calamaio. CARAMÈL, s. m. voce pretta Francese, usata da’ nostri Confettieri per esprimere lo Zucchero chiarito , ridotto all’ ultimo grado di cottura. Chiamansi Caramèl o Caramèlai quelle fruita che furono poste nel detto zucchero chiarito e concentrato, le quali restano coperte d’utia crosta zuccherina lucida che le rende gratissime al palato. Questa confettura si vende a Venezia sotto le Procuratie e ne'caffè da certi mercantuzzi vaganti, che gridano Caramèl per servirle. Non v’ è in buon italiano, eh’ io sappia, alcuna voce che abbia nè l’uno nè l’altro significato della parola Caramèl, comunque nella Farmacopea Ferrarese di Campana si trovi Zucchero in caramella. Giulebbe o Giulebbo e Condilo sono quelle che più 8' avvicinano. Candito , Giulepo e Conserva. CARAMELÀR, v. Candire, Conciar frutte o simili facendole bollire in zucchero mescolato con chiara d’uovo. Caramelàr el zucaro, Candire lo zucchero, dicesi del Farlo come cristallizzare dopo averto reso liquido. CARIMELE, s. f. che suona quasi Cannamele , chiamansi certe Pasticche fatte di zucchero cotto che vendono i Confetturieri. Candi/i o Conditi sust. direbbesi alle frutta intinte nel giulebbe, eh’è il zucchero bollito in acqua. V. Giulèpo. CARAMPANE, quasi CA o CASA RAMPINI, è il nome che dassi ad una Calle lunga e stretta, e ad una Corte poste al Gne della Calle de' Bollai, in parrocchia di S. Cassiano, i cui stabili appartenevano all’antica famiglia patrizia Ramponi, donde presero il nome. Estinta questa ricca famiglia nell519 e passati que'luoghi in possesso altrui, furono nel 1421, assegnati, anche con assenso del Governo, alle pubbliche meretrici, come sito rimoto dalle Chiese e meno scandaloso. Quindi Carampana dicesi anche a'giorni nostri per agg. a Femmina di mal costume o per Donna che avesse abitato in Carampane; e i echi a Carampana per disprezzo a Donna, motteggiandola per ruffiana. CVRYMPIA e Magoga, add. Voce fam. Scafi nardo, Scanfarda; Rrodoloso; Grinta; Bavosa ; Segrenna. Dicesi per disprezzo d’una Vecchia. CARANTAN, s. m. La sessantesima parto d’ un fiorino. In tedesco dicesi Kreutzer. CARANTANI, s. ni. Chiosa, Specie di monete false, colle quali i ragazzi giuocano in vece di moneta. — Quarteruoto, dicesi al Pezzetto d’ottone ridotto a forma di moneta. CARÀNTO, s. m. Tufo arenoso, Specie di terreno arido e sodo. CARASA, 8. f. T. agr. Favo; Fiate; Favo-mele; Favune; Fiatone, Quella parte di cera dove sono le celle delle pecchie, e do-v’esse ripongono il mele. CVR\TYlìSE, V. Incaratarse. CARATELÀR, V. Incaratelàr. CARATELETO, s. m. Caralelletto, Piccolo arnaso da vino. CARATÈLO (coll’e larga) s. ni. Caratello e Carratello, Botticella.