C I A CHIUÌ DE PÀLUDO, s. m. T. degli Uccellatori, detto in Toscana Finti; i inzi e Fiuschetlino. Così chiamasi un uccelletto di grandezza quasi eguale o poco n.inore del Re di macchia (Beatìn), che ncn di rado si vede ne'noslri paludi erbosi. La sua piuma è d- un giallastro rossiccio pallido, »parsa di macchie brune sul capo. Si pasce d’insetti; vola a riprese o a lancio. Mirabile è la costruzione del suo nido a forma di cestelletta, onde Temminck lo nominò Sylvia cislicola. CHIURLO, add. Chiurlo, detto a Uomo semplice, stupido e non buono a nulla. V. Toco. Chiurlo, in T. Mere, dicesi il Collo presto a poco simile al Fardo, se non che s’usa solamente per l’indaco. CHIUSA, s, f. Chiusa o Chiuso, Luogo chiuso. Chiusa nel sign. nostro vale Conclusione, conseguenza, deduzione finale d’un discorso. La chiusa xe questa, La conclusione t questa, cioè Lo stretto, l’oggetto, la mira. Chiusa de aqde , Pescaia o Steccaia , Sostegno che si fa ne'fiumi per rivolgere il corso dell’acque a’mulini o simili edifici. CHIUSSO, (pronunziato come in Toscano Ciusso) Uccello notturno, Io stesso che Chiò, V. CHIUSSO, detto per agg. ad uomo, Dormiglione : Dormiglioso; Donni; Dormal-fuuco, Che dorme assai. CHIUSURA. V.Chiescra. CHI/ZA. (pronunzialo naturalmente) s. f. Cagna, La femmina del cane. Cinz za che xe al salto, Essere a cane, dicesi delle Cagne che ne sono in fregola. e per similit. anche delle Donne. CIIIZZÈTA, s. f. Cagnuolina ; Cagnuo-lettu; Cagnuola, Piccola cagna. CIANCETA, s. f. Voce ant. che per Io più si dice in plur. Ciancètk, cioè Paroline; Paroletlc; Parolinctle, ed intendesi Le prime parolette eli’ esprime un fanciullino il quale comincia a cianciare, a liuguettare. CIANZAR (pronunziato come in Toscano Zianzàr, z aspra) v. Cianciare, Chiacchierare; Linguettare; Cinguettare. CIARLA, s. f. Chiacchiera; Mormoramento, Voce sparsa ma non vera, che dicesi anche Chiappola; Baia; Vescica. Ciarla, iu buona lingua significa Vana loquacità. CIARLAR, o Chiarlàr , s. Ciarlare; Lingue Ilare, Parlare stucchevolmente, Cianciare; Ciancicare ; Ciangolare ; Chiacchierare. CI VRLÒN o Chiarlòn, s. ni. Ciarlone; Toccolato; Taccolino; Gracchione; Parolaio, Uomo che parla aBsai senza concludere granfatto. Egli è una tabella. CIATIGLIONI, Lo stesso che Santiglio-■i, V. CIATO (pronunziato come iu Toscano Zia-Boeri0. C 1 E to, z aspra) o più comunemente Ciò, s m T. degli Uccellatori, Migliarino di padule, o anche Ortolano o Monachino di padule, detto da’Veronesi Pionza, nel Trivigiano e nel Friuli Chikfa. Uccelletto chiamalo da Linneo Emberiza Scoeniclus, che s’ingrassa ne'serbatoi. CIBALDERÌV ) „ .. CIRALDÒN ) Z|I,‘LD0,, CIBAR, v. Cibarsi. Nol ghe ne ciba, detto fig. Ei non ne pappa, non ne avrà, non ne godrà, si dice del Negar altrui una cosa. CIBÈiNDOLA, s. f. Verbale di Cibar detto fig. Guadagnuzzo, Piccolo guadagno, cioè Utilità o profitto meschino bensì, ma opportuno a chi viene Sotto questo sign. corrisponde a piccola mancia. CniAFÀR QUALCHE CIBENDOLA , LeCCheg- giare, Trarre qualche picciol profitto oltre il salario. CIBÌBO, s. ni. Zibibbo o Zibibo, Uva che viene appassita di Levante. Par che arieho magnà el cibibo in ba-rèta, Pare che siamo affratellati o nati ad un corpo, Si dice di Chi si prende troppa confidenza e famigliarità con persona di grado supcriore. CICÀR, v. T. de’Marinai, Masticare il tabacco, come alcuni usauo fare. CICERONCIN, 8. m. o Servitor te piazza, Cicerone, nell’uso si dice Colui che guida i forestieri, e mostra e spiega loro le antichità, le pitture ed altre cose rare e particolari del paese. CICIN, s. m. Ciccia, Voce fanciullesca. V. ClZZA. CICISBEÒ. V. C iiiciiisbko. CÌCOLE, V. Cf.colk. CIELO, s. m. Cielo. Cielo a lana, V. Lana-Cielo stelì, Seren che smaglia, Cielo chiarissimo di notte. Dorhìr a ciel serf.n , Dormire a del sereno o alla scoperta o a cielo scoperto, o alla locanda della bella stella. In termine militare V. Bivacìr. Esser o Andar in sete cieli, Tener la pianta de'piedi sopra i cieli,\alo Esser famoso, glorioso— Andare in cielo; Esser tolto o esaltato sino al cielo, detto fig. Esser lodato, esaltato. No (.11E XE SOTO LA CAPA DEL CIELO UN più cogiòn de hi, Più bue di me ncn è sotto le stelle. Portar in sete cieli, V. Portìr. Cielo de le camarb, sale etc. Cielo di una camera etc. cioè Palco, soffitto — So-pracdelo dicesi la Parte superiore del cortinaggio da letto e d’altri arnesi simili — Cielo fato a volto, Cielo concamerato, lo stesso che Fatto a volta. CIERA, s. f. Cicra o Cera. Cifra olivastra, Ulivigno nel viso. Cif.ra sbatùa, Faccia scolorita — Cie-ra averta , Ci era o Ariona lieta ; Certa cerozza allegra — Aver bona ciera, Aver buona cera o soprascritta. V Cieròna. C I E 4 69 Cirri da scorèzr, Brutta o Mala cera, vuol dire Faccia che dal suo cattivo colora indica mala sanità. A la cura, Alla cera, vale All'aria del volto, al viso, al sembiante. Dar un piato de rona cirra, La vivanda vera è C animo c la cera, Dicesi da chi si scusa di essere scarso nell’onorare altrui, dandogli poche vivande o di poco pregio — Dire altrui una cosa a buona cera, vale Apertamente. Far bona ciera. Accogliete; Far buona accoglienza, Ricevere con dimostrazioni d' affetto, con festa. CIERAZZA, V. Cierona. CIERÈT.V, s. f. Cattiva cera; Brutta cera, vuol dire Faccia che dal suo colore indica poca sanità. CIERÒNA, s. f. o Ciebazza 0 Ciera da Ib-peratòr, Corona; Cerone; Cerozza. Rimbaldèra, voce bassa, vale Accoglienza strabocchevole, ma anzi finta che di cuore. CI ESA , (pronunziata come in toscano Zie-sa, z aspra) s. f. Siepe, Chiudenda o riparo di pruui verdi. Se i pruni sono secchi, chiamasi in T. agr. Fruita, e se la Siepo è bassa e mozzata, Cesale — Sicpuglia, si dice la Siepe folta e malfatta — Cisoie di-cesi poi a quella die spartisce e chiude i campi. Strofàr la ciesa, Imprunarc le siepi, vale Turare e serrare i passi con pruni. Serar con ciesa. Assiepare. Sconijerse in tf. la cif.sa, Insieparsi. CIESÒNA, 8. f. Siepone; Siepaglia, Siep* grande e folta — Macchia dicesi a Quasi bosco. CIESÈTA o Ceséta, s. f. T. degli Uccellatori, Paretaio, Specie di piccola siepe formata di salici piantati a bella posta, contornata da canterelle (Rf.chiajii) e zimbelli, per farvi discendere le passere matlugie di passo, le quali discese vengono d’improvviso coperte da due ragne a tratta dette Pu-rctelle, poste alle parti della siepe e distes# in terra. CIEVOLÈTO, s. in. Cefalello, Piccolo Cefalo. GIÈVOLO, dello Cevk nell’Istria, Cefalo o Muggine. Pesce di mare notissimo, comune, che vive anche nell'acqua dolce e chu da noi si conserva ed alleva nelle valli del-l'Estuario: dello già da' Lalini Cephalus, da Linneo poscia Mugil Cephalus. I pesci di questa specie souo chiamati da noi con diversi nomi secondo alcune loro variété, anche secondo la diversa elà, come segue: Arzentìn , Cefalo novello che conserva un bell’argenteo fiu che sla in mare, e lo va gradatali.ente smarrendo quando imboccalo il porto passa nelle lagune. Bòtolo, Cefalello, Cefalo che non oltrepassa un anno e di minima grandezza. Si contrassegna dal capo che termina in acuto. Df.treganiolo, Cefalo di varietà diversa dal Botolo, e che d’un uiese iu circa lo sorpassa di grandezza.