784 V E L s’ unisco, come i Coltellacci, per appendice ai maggiori. V. Bonète. VELÀDA, s. f. (che a Milano si dice Marsina) Giustacore e Giustacuore e Guar-ilacuore, quasi juxta corpus, Abito proprio dell’ uomo, che portasi sopra la ca-miciuola, che ha i quarti lunghi sino al ginocchio o poco più giù, che sta assettato alla vita e lassi ordinariamente di panno lano ed anche di seta o d’altra tela. Pare che la voce nostra vernacola derivi dal latino Ve-lamen, Coprimento: essendo anche noto che I’ antico Giustacore sostituitosi alla lunga vesta nazionale che qui portavasi anticamente all’ uso greco, era molto più lungo e largo di quello che le mode ed il gusto lo abbiano col variar de’ tempi ridotto. Nella Toscana, nel Romano, nei Modenese, nel Ferrarese e nel Mantovano ec. si dice comunemente Giustacore ; per altro nelle Città colte d’Italia si chiama Abito, forse dal Francese fi a bit. Vedasi Giustacore nel Dizionario enciclopedico dell’Alberti. Pistàgna de la velada, V. Pistagna. Quarti or la vf.lada, Quarti o Falda o Faldata. Vklàda, in forza di sust. è anche voce antiq. e vale Cesta velata, cioè Coperta. VELADÌN, s. in. dimin. di Vf.lada, Piccolo giustacore; Vestituccio; Abitino. VELADON, s. m. »cor. di Vrlada, Vestimento più lungo e largo dol giustacore, che ha la forma a un di presso del Sopratodus, ma n’ è più stretto, o si porta tanto sopra il giustacore, che in vece di esso. VELAR, v. Velare, Coprire. Velar i quadri, Lucidarci quadri, cioè Coprir le pitture per via di luce. VELE (coll’e larga)— Vele qua, Fecole qui. V. Velo. VELÈN, s. m. Veleno o Veneno, Sostanza mortifera. Velék, si dice ancora famil. nel 8?gn. di Rabbia; Stizza — Go on velèn che no posso più, Ho una stizza o una rabbia o un rruccio a cui non resisto. La oa on trlèn contri dk ni che par impossibile, Ella lia un veleno o un odio rabbioso contro di me, che non si può credere. VELENÀDA. V. IN VELF.NÀ DA. VhXENAR, v. Avvelenare; Venenare; Attoscare, V. Tossf.gàr. Velenàr qualcun, detto fig. Avvelenare, cioè Corrompere. El sfdzza ch’rl velena, V. Spuzzàr e Smorbar. Tuti i spassi se vf.lf.na coi pensieri in tr la testa, Il continuo pcnsier fa infastidiate ogni diletto: cioè Recare o Venir noia. VELÈTA, s. f. Piccola vela,\. Ronete e Velachio. VELÈTA, s. f. Veletlo, Sorta d’ abbigliamento fatto di velo, che portano le donne di qualità per coprirsi il capo ed il volto. VELÈTA (coll’e stretta) s. f. detta anche Erra oa passarini. T. de’Pese. Ulva ed V E L anche Lattuga marina, Pianta erbacea ; marina, che ha per carattere una fogliazione semplice, membranosa e molto espansa, cresputa e spiegata in varie maniere, somigliando alle foglie della Lattuga. Lin-ueo la chiama Ulva lactuca. Se ne trova ne’bassi fondi marini, ma specialmente nella laguna; e se ne servono i pescatori per riporvi sopra il pesce, o anche per coprirlo ne’ canestri affinchè si mantenga fresco: il che accostumando essi di fare singolarmente per le passere, fu delta in vernacolo Erba da passarini. VELETÒN, s. m. accr. di Veleta in si-gnif. di Abbigliamento che cuopre il capo ed il volto delle doune, Gran velo. VELIÈR, s. m. Treviere, T. Mar. colui che lavora intorno alle vele, e che le visita ad ogni quarto di muta, per vedere se sie-no in buono stato. VELINA, add. Velina, Voce dell’uso, dicesi per Agg. ad una Specie di curia finissima , liscia e senza impronta di filali o trecciuole, detta da’Francesi Papier ve-lin. VEL1ZYR, v. antiq. Veleggiare o Velifica-re, Andare a vela. VELMA (colpe aperta) s. f. Voce ant. 1Velina, Fanghi pantanosi, lo stesso che Barena. V. VELO (coll’e serrata) s. m. Velo, Tela finissima e rada, tessuta di seta cruda. \ elo IIroca, Velo broccato— Velo da-mascà , Velo damascalo — Quantità de veli, Velame. Velo da fior de farina, Slaccio da fior di farina. Velo de le jioneche, Velo o Sultcro, Acconciatura di velo che portano in capo le Monache. Soggólo è il Velo che portano o sotto la gola o intorno ad essa. Velo, detto in T. de’ Paratori, Fusciacca , Quel drappo che si mette sui Crocifissi, che si portano in processione. Velo df. le piegore, Vello, La lana delle pecore che annualmente si taglia — Bol-drone, dicesi a Tutto il pelo e tutta la lana degli animali bruti, tanto separata quanto unita alla pelle. VELO VELO (coll’e aperta) Vello Vello; Eccolo, Vedilo vedilo. Velo o Vela qua, Eccolo o Eccola qui — Veli là, Eccoli là. VELUDA, add. Vellutato o Velluto, Fatto a guisa di velluto. In Botanica si dice Tomentoso. VELUDÈR, s. m. Maestro di far velluti, L' artefice o il Tessitore di velluti. VELUDÌNI , s. ni. T. de’Fioristi, Amaranto vellutato o Fior velluto e Fiorvelluto, Fiore notissimo, annuale che si coltiva ne’ giardini e ne’ vasi, la cui pianta ' chiamasi in Botanica Amarunthus cruen-tus. I fiori formano spighe di rosso di sangue, che paiono barbate. Velcdini zali , Fiore chiamato da Do-doDeo Fiore Africano, prodotto da una Pianta che si coltiva anche fra noi ne’va- V £ N si detta da’ Botanici Tugetes patu'a. I suoi fiori sono gialli ma senza odore. VELÙDO e Velùo, s. m. Velluto, Tessuto di seia ed anche di cotone, col pelo tagliato a guisa di panno. Vblòdo col pelo, Velluto, a cui non è stato tagliato il pelo. VENA , s f. Vena, Vaso o canale del corpo animale che riporta il sangue dalle parti al cuore — Arteria, dicesi prop. quel Vaso che porta il sangue dal cuore verso le estremità. Vena d’ aqoa, Vena o Pol'a o Scaturigine, Sorgente d’ acqua continua. Vena de miniera, Vena o Filone. Vene dei legni o de le fiere, Fibra o Vena , Que’ segni che vanuo serpendo nei legni e nelle pietre. Vene, in T. de’Vetrai, Corde, essi chiamano Certi difetti del vetro a guisa di grosse fila. VENA, s. f. Vena o Avena, Specie di biada nata da una Pianta annuale del medesimo nome, che da Linneo è detta Avena saliva. Il suo grano serve a nutrire i cavalli e molti volatili. VENA , Venato, Agg. che si dà a Pietra od a Legno che sia segnato con quei segni che per simil. si chiamano Vene. VENARSE, v. Uscir spontaneo o Muoversi. Dicesi del Latte che per soprabbondanza, specialmente nelle donne puerpere, esce dalle mammelle, benché non ¡«premuto. VENCÈGIA, 8. f. T. Agr. Tralcio secco, Ramo di vite secco. VENCER ( coll’e serrata) v. Vincere, V. Vincer. VENCHIO (colP e stretta) s. m. T. de’Pa-nierai, Vinco , Arboscello eh’ è una specie di Salcio, delle vermene del quale, appellate pur Vinchi o Vimini, si fanno ceste, panieri, nasse, gabbie e simili arnesi. V. Strofa e Bachèta. Vincastro o Vincastro e Scudiscio, Bacchetta, e per lo più si dice di Quelle dei pastori. VBNDARIGOLO. Idiotismo per Revendi-golo. V. VENDE, Maniera ant. e vale Ve ne — Vendb soplico, Ve ne supplico; Ve ve prego. VENDÈMA, 8. f. Vendemmia, Raccolta del-1’ uva dalle campagne ne' tempi autunnali, per fare il vino. VENDEMÀDA, s. f. Vendemmia mento e Vendemmia, L’ atto del vendemmiare. VENDEMÀR, v. Vendemmiare. VENDER, v. (che la plebe dice Vende) Vendere, e s’intende di Cose mobili, come Carne , frutta, ec. — Tornàr a vender , Rivendere. Vender dei campi o dr le case, Alienare campi o case. \endrr a bon mrrcà, Vendere o Lasciar la roba a buon prezzo o a buon mercato. Vender a l’ ingrosso o a la grossa , Vendere indigrosso, V. Ingrosso.