796 Documenti (n. 46) vire con le sue idee i veri interessi dell’Italia, della quale si è dichiarato ancora oggi amico verace. Conclude che ci rimane la sola arma del Trattato di Londra. Macchi di Cellere DOCUMENTO N. 46 Alternativa della politica italiana (Telegramma collettivo al ministro Sonnino) Da Parigi, 5 Maggio 1919, ore 2 Dai colloqui odierni dei tre ambasciatori risulta peggioramento situazione. Ci troviamo di fronte al pericolo imminente di una dichiarazione di decadenza del Trattato di Londra da parte di Francia e Gran Bretagna se i delegati italiani restano assenti all’inizio della conferenza coi tedeschi. I tre ambasciatori hanno fondata impressione che non si tratta di vana minaccia. Giova riflettere che, a parte la contestabilità del punto di vista di Lloyd George e Cle-menceau, sta in fatto che è interesse di Francia e Gran Bretagna cogliere questo pretesto per esonerarsi dal gravoso obbligo complessivo del trattato, valendosi come arma potente dell’accusa di ritardare la conclusione della pace. I giuristi dell’una e dell’altra parte potranno discutere all’infinito, ma al di sopra di essi resta l’interesse manifesto dei due alleati. Ricordiamo a quale specioso pretesto la Gran Bretagna ebbe ricorso per esimersi dall’accordo dell’agosto 1917. Per altro è evidente che nell’attuale situazione il Trattato di Londra è nostra unica arma di salvezza, sia che dovessimo ridurci a reclamare l’esecuzione pura e semplice, sia che esso ci abbia da servire come base a transazione complessiva. In tale stato di cose, urge salvare il Trattato di Londra da ogni contestazione, sia pure artificiosa. Unico riparo consiste nel ritorno dei plenipotenziari italiani per l’apertura, (Iella conferenza coi tedeschi,