A“)\ 0 R B Orbarse da la PAS31ÓK, Accecarti dalla patitone, dalla collera, Perdere il lume itegli occhi. Orbar qoalcùn, (letto fig. Abbacinare alcuno, Accecare e indurre a credere facilmente. Prettigiare. \ale Ingannare con false apparenze la vista altrui. Orbar i odagioti e simili, Accecare ; Abbacinare. Obbàk la camola de la bota, V. Camola. Orbar col sabiòn in ti ochi, frase furbesca de’ Barcaiuoli, che vuol diro Itar ad intendere una cota per /’ altra, Prendersi ?abbo dell’ altrui credulità. ORBARIÒLA, s. f. Traveggole, da Travedere ; Aver le traveggole, si dice di Chi in vedendo piglia una cosa per I’ altra e travede. Dicesi anche Aver mangiato cicerchie — Occhibagliolo o Abbugliagginc o Abbar-bagliamento o Abbarbaglio ; Offuscamento della vista per soverchio lume — Caligine di vitta, Spocie d’Infermità che viene agli occhi — Appannatoio a Pannume, dicesi di Ciò che offusca la vista — Ditgregazione di vitta vale Offuscamento de’ raggi visuali cagionato da luce o colori che feriscono. ORBVZENE, V. Okiariòla. ORBÉTO, add. Ciecolino, Giovinetto cieco. ORBÉTO, Pesce, V. in Cievolo. OKBISÌGOLO, s. in. Italusante; Lotco; Che tira poco di mira, Quegli che per sua natura non pud vedere se non le cose di presso e guardando ristringe e aggrotta le ciglia. — Miope, dicesi Chi vede gli oggetti vicini distintamente, ma confusamente i lontani. OKBO, 8. ili. Orbo, Cieco. Dkboto orbo, Cccoziente. Orbo da pilklaj dicesi da noi per esagerazione di uno che sia estremamente corto di vista e quasi a guisa di que' vecchi miserabili che stavano accattando nello Chiede. seduti presso alla pila dell’acqua santa. Orbo i>’ on ochio, Monocolo. Fu detto dal Petrarca Lotco. Orbo d’asùr, Cieco d'amore o dalla Ilatsione — L’ amòr fa orbi, Affezione acceca ragioni: ; cioè L’ amore fa alcune volte travedere. Bastòn ha orbi, V. Bastòi». Do orbi che zoo a a le bastonìe, Esser due ciechi che fanno alle bastonate, si dice di Due che contendono nè sanno ciò che si dicono. Far cose i orbi da milàn, Far come gli orbi di Milano o di llologna. Far come la vecchia di Verona, un quattrino a cominciare a cantare e due a finire. , In tkra de orbi beato chi ga on ochio' solo. In terra di ciechi beato chi ha un occhio o chi ha un occhio è un signore. Proverbio- Ogni piccola favilla al buio riluce È il si trito Beati monocoli in terra ccccoi'um. Lo veiiarìa un orbo, Lo vedrebbe Cimar bue che aveva gli occhi di panno, o clic nacque cieco; vale. Cosa visibilissima e patentissima o r r> Lf.tkre orbe, V. Letera. Rl Menalorbo, V. Menalorbo. Dopo che el xe detesta orbo. Dopo l' accecamento di etc. ¡Negozio orbo, Negozione, Gran negozio, Negozio utilissimo. Spechio orbo; Specchio abbacinato, Oscurato. No co bisca da far co cs orbo, Non avere a far con orbi ; Non aver a mangiar i cavoli co’ciechi’, Avere gli occhi nella collottola ; Avere gli occhi d’ Argo. Quel che cerca l’orbo, Volerne un rotolo, si dice per mostrar desiderio d’ azzuffarsi, o di esporsi a qualche cimeuto. Quello che (ippunto io voleva. Senza soldi l’ orbo no canta, Prov. che vale, Per nulla non s’ ha nulla ; Ci vogliono quattrini ; Senza danaro non si fa nulla. A l'orba, Maniera avv. A chi ut' occhi ; Al buio; Da cieco; Ciecamente — Per A cato; A vanvera; Alla cieca; Alla balorda — Mi oera a l’ orba, lo non sapeva nulla. Trar a l’orba, Tirare in arcata : Dare alla cieca; Andare o Ettere al buio. Ti xe un gran orbo, Tu non vedrctti un bufalo o la bufala nella neve. Hai dato la viltà a tingere. ORBÒN o ORBOLÒiN (A) Posto avv. Ad occhi chiusi ; A cato ; A tentone o tentoni — Far lb Oosse a orbòn. Infilare gli aghi al buio, Agire all’ avventura. V. in Orbo. ORCA, s. f. Orca o Capidoglia e Capidoglio, Animale marino della olassc de' Cetacei, e del genere dei Delfini, detto da Linn. Delphinut Orca. Onesto è il più grande e il più vorace dei Delfini; il suo corpo ha una figura presso che ovale allungata. Sodo vivipari, es' accoppiano alla maniera degli uomini. ORCnKSSA, s. f. che suona Femmina di Orco, è voce ant. la quale dicpvasi per motteggio di Donna di statura alta. Disse il Varotari nella satira decima, L' ALTA CHIAME STANGA DA FILO. ORCHESSA. OKCO. s. ni. Orco; Trentamila; Trenta-vecchia; Versiera, Chimera o Bestia ini-, maginaria. L ui visto l’orco. Egli ha veduto il lupo, si dice Quando uno è affiocato. V. Rochìo. ORDINANZA, s. f. Ordinanza, Schiera di soldati posti iu ordine, in fila. Ordinanza, dicesi al Soldato che fa la guardia interna o particolare d’ un generale o d'un uffiziale supcriore. Ordinanza, voce forense nuovissima, venutaci dai Francesi nel già Governo italico, e vale per Ordine, Ordinazione, Comando. ORDEN V RI Aj s. f. Ordinario, cioè Cosa solita, consueta. Andar a l’ ordenaria. Locuzione del Governo ex \ eneto, e valeva Essere dopo la »cadenza della contumacia rieletto ad una ORI) tal carica; Essere nominato al solito l trizio o Magistratura. ORDENAHIÈTO add. Alquanto ordinario, dicesi per Agg. di Che che sia, cioè Non tanto ordinario, Non tanto vile o triviale. ORDENARIO, add. Oridinario; Consueto ; Solito. Ordinario, si usa ancora da noi per agg. di Cosa vile o di poco conto — Questa la xe roba ordenaria, Questa è cota o roba ordinaria, cioè Comune o anche Vile. D’ oRDENARio, detto a modo avv. D’ordinario o Ordinariamente ; Comunemente. Statura ordinaria, V. Statura. ORDEN ARIO, 8. ni. Ordinario. Ordenario de le done, Il mete, il men-ttruo. ORDENAZIÒN, a. f. Ordina zione ; Ordine. Ordenaziòn del sedeco, Ordinazione o Preterizione, Ricetta o Rimedii prescritti dal Medico. Far ordenaziòn de roba o Far de le or-dbnaziòn, Commettere che che sia o Dar delle committioni, e sono maniere mercantili. ORDENE, s. m. Ordine; Disposizione ; Regela ; Modo. Ordine, dicesi per Maniera, Via — Capir l’ ordene, Veduto il bello o il punto ; /I un punto preso, Conosciuto il tempo — No Oli’È PIÙ ORDENE DE FAR GNENTE, Non c' tf più caso o via o verto di far nulla — Fa» le cosse senza ordene, Strafalciare, Far senza riflesso: Correrla o Correre in una cosa. Ordene de tempo, Turbine; Stonata; Temporale ; Tempesta, dicesi di Vento impetuoso - Xe TEGNÙO 90 UN CATIVO ORDENE, Sopravvenne o Intorte un gran temporale. Questa è dna cossa che xe a l’ ordene del zorno, o vale Esser in uso. in fiore, in voga. Ben a l’ordene, Ben vettilo; In buon arnese ; In buon ordine di vestiti. Meterse a l’ ordene. Mettersi in assetto in punto, in arnese; Rincavaitarti. Un desordene cosza on ordene, Dal disordine natee un ordine, cioè Da un male nasce uo bene. Dal ditordine nascono Ir buone leggi. Talvolta famil. si dice El xe a l’ ordene. per dire Egli è ubbriaco. ORDIESSA, i. f. T. de' Tessitori, Liccio, Certo filo di cui servonsi i tessitori per alzare e abbassar le fila dell’ ordito, nel tessere. ORDIMENTO, s. m. Ordito, Il Gl messo insieme in sull'orditoio per farne la tela. ORDINANZ VR, v. (colla z aspra) Voce nuova che si usa negli Uffizii amministrativi, ove scrivesi Ordinanzarse nel sign. di Ordinare ; Comandare. E però pochissimo usata. ORDIÒR, s. m. Orditoio, Specie d' aspo posato verticalmente, il quale serve a formar» le paiuole doli' ordito, V. Cassa da tesseri. ORIMÒRA. s. £ Orditora, Quella donna che ordisce. Nel verbale mascolino direbbesi Ojv