zoo Zogàr a tercigmo, Giuocare a Calabre-sella, Termine usato a Roma. Giuoco di carte che si fa colle stesse regole del Ire-sette e iu tre sole persone. Quegli che ha In mano volendo far giuoco, chiama a sè la carta che più gli giova e ne da una qualunque a ricambio, e giuoca contro gli altri duo che gli divengono avversari!. Zogàr a tirinola, Fare a tirameli a; Far a tira e allenta, Giuoco da fanciulli che fassi con un pezzo di filo — Fare a lira molla dicesi figur. degli Uomini irresoluti che non risolvono ne’ loro affari — Fare a capo niscondere, direbbesi pur figur. dell’ Ora farsi vedere, ora ritirarsi. Zogàr a tira paga, V. Zogàr al totem. Zogàr a tombola, Giuocare al lottino o alla tombola. Speeie di Lotto che si fa con i)0 palle numerizzate dall’ uno sino al 90, le quali poste in una cassetta o in un sacchetto si scuotono per tanto più confonderle tra di loro, e se ne cavano a sorte ad una ad una quante bastino a riempire i numeri d’ una cartella, la quale diventa la premiala. Ogni cartella porta quindici numeri divisi in tre cinquine — Far tombola vuol dire Guadagnare la tombola. Zogàr a tressète, V. Tressète. Zogàr a tria, Giuocare a filetto o a tavola di mulino o a smercili, V. Tria. Zogàr a trionfati, V. Trionfeti. Zogàr a verga e dastòn, o a zonzi, V. Zogàr al gobo. Zogàb ben la so carta, Giuocar la sua carta; Fure il suo giuoco, Servirsi bene delle occasioni. Zogàr copf. o danari ee. Accennar coppe, danari ec. Zogàr da box, Giuocar di buono; Far di buono; Far da senno. Zogàb da potei, o Far zoghi da pctei, Fare alle mammucce, Giuocar come giuo-cano i fanciulli. Baloccarsi vale Trastullarsi, spassarsi, perdere il tempo e trattenersi in cose di poco momento o trastulli da ragazzi. Zogàr da so posta. Fare a te a te. Zogàb dei potei, Scherzare, pd è pro-pr. Lo scorrazzare, Baltabellare, gridare e percuotersi leggermente, che fanno per giuoco i fanciulli. Zogàr del vento. V. I erto. Zogàb de mas, Giuocar di mano, Far giuochi di mano, e da questo dicesi Giuo-cator di mano — Giuocar di mano è modo di dire copertamente, e vale Esser ladro, che anche si dice Lavorar di mano e Bestemmiar con le mani — Il giuocar di mani dispiace insino ai cani o sino ai pidocchi, modo basso, per far intendere, Oli’ è cosa incivile e molesta lo scherzare con percosse o altro atto, che rechi altrui dolore o fastidio. Zogàb de poco o Zogàb poco, Giuocac-chiare, Giuocar poco o di rado. Zogàb de scherma, V. Scherma. Zogàb de testa o de scbimia, Stillarsi o Beccarsi il cervello, vale Affaticar l'in- Z 0 G telletto — Sluzzicare i férruzzi. Ingegnarsi— Lavorare d’alchimia, Oprare con artifizio. Zogàb el besto, Far del resto, Giuocar tutto il rimanente danaro, Arrischiar tutto. „ Zogarse el soo, Biscazzare — Biscazza e fonde la stia facoltà, cioè Giuoca e gitta i suoi beni spendendoli come non si dee. Zogàb secondo le regole, Far il dove- j re del giuoco. Zogàr so la parola, Giuocare a credenza o in sulla fede; Fare a tu me gli hai. Zogàr volentiera a qoalcnqce zogo , Tu faresti a cavare il fiI del pagliaio, si dice di Uno che giuochi volentieri a qualunque giuoco. Nol fa che zogàr o El zogabìa sci spiri, Giuocare in su'pettini di lino; Aver l’asso nel ventriglio; Costui teneva in man prima le carte che legato gli fosse anco il bellico, Pria che la ihamma o il babbo o pappa o poppe, chiamò spade, baslon, danari o coppe. IS'O ZOGABÌA CON VC GNANCA DE POMI COTI, V. Pomo. A che zogo zoGiiEMio? A che giuoco giuochiam noi? Modo di sgridare. Va a zogàr a le colore, Tu puoi andar a giuocare alle colonne, ch’è quanto dire, Tu sei un barattiere, Tu bari giuocando. Intendesi le due colonne poste nella Piazzetta di S. Marco, sugli ampii scaglioni delle quali la vii plebaglia una volta giuo-cava. ZOGATAR, v. (colla z dolce) Giuocacchia-re o Giocacehiare, vale Giocar di poco o di rado o Giuocare con poca virtù. Detto per Zogatolàr, V. ZOGATOLÀR, v. (colla z dolce) Giuoco-lare; Trastullarsi; Fare a te a te; Bamboleggiare, Trattenersi con diletti per lo più vani e fanciulleschi — Fare alle mammucce, vale Trastullarsi con cose frivole come fanno i bambini. Fare alle mammucce con un figliuolino. ZOGÀTOLO, 8. m. e Zogatoli in plur. (colla z dolce) Balocco; Baloccaggine; Ba-loccheria ; Crepunde, Bagattelle che si danno in mano a’ fanciulli per baloccargli — Dondolo dicesi Qualunque sollazzo di fanciulli che si baloccano con alcuna cosa che dondoli, come sarebbe una palla o simile legata da un capo ad una corda e sospesa in alto — Giocolino o Giuocolino, Specie d’Arnese o Strumento che serve da giuoco. Ditebtibse coi zogatoli , Baloccarsi, vale Perdere il tempo, Trastullarsi, Spassarsi e trattenersi io cose di poco momento o trastullo da ragazzi. Un certo zogatolo, Un certo giuoco, e s’ allude a qualche intrigo che si traveda in un affare, per cui si tema d'un esito sfavorevole. ZOGATOLÒN, s. m. (colla z dolce) Fra- ZOG 819 schelta ; Fraschiere ; Baione; Raionaccio; Altoso; Lezioso, diciamo a Giovano leggero, che si trattien volentieri in giuochi fanciulleschi e non convenienti all' età sua — Baiona dicesi alla Femmina. ZOGAZZO. s. m. Giuocaccio. Gran giuoco. Aver cn zogazzo, Aver incinghiata la mula; Aver pieno il fuso, Detti figur. valgono Aver gran giuoco in mano. ZOGELAR, v. Gioiellare; Ingemmare , Fornir di gioie o gemme. ZOGELÈH, s. ni. Gioielliere, Mercante di gioie. ZOGELO (coll’e aperta e la z dolce) s. in. Gioiello, Più gioie legale insieme. ZOGETA, s. f. Gioietta; Giniuzza, Piccola gioia. Zocèta de castrà, T de’ Beccai, Spalletta di castrato. ZOGUÈTO, s. m. Giochetto; Giocolino: Giocuccio, Piccolo giuoco, che anche dice-ei Giocolo e Giuocolo. ZoGiiÉTo ha putèli, Cianeerella o Oian-cerulla, Trastullo da fanciulli. ZocHF.ro de parole, Scherzetto; Giuo-chetto; Giuocolino di parole, di suoni — Dicesi anche nel sentimento di Andirivieni, cioè Involtura di parole. Far qdalciip. zogiieto, Giuocacchiare, Giuocar di poco o di rado — Si dice ancora per Carteggiare, cioè Giuocare alcun giuoco di carte alla maniera ordinaria. ZOGIA, s. f. (colla z dolce) Gioia, Pietra preziosa — Gioiello, Anello, Vezzo o Altro lavoro prezioso di gioielliere. IVelIn gioie si distinguono: Il Padiglione, Nome che si dà a Ciascuna delle faccette del fondo d’ un diamante. La Faccetta, Piccola faccia o lato d’ un corpo tagliato in molti angoli (Piazza). Il Bordo, Quell’angolo che divide la parte Buperiore d’ una gioia dall’ inferiore. La Tavola. Gioie in tavola si dicono Quelle in superficie piana, affaccettata solamente nell’ estremità. Ligàr le zogir, Legare o Incastonare le gioie. Dislegare o Sfasciare sono i suoi contrarii. L’ È UNA CERTA ZOGIA O ORA DROGA O DNA pele, Gioia; Bella gioia; Buona robu; Bambolino ; Cecino, dicesi per ironia di Persona trista di condotta, che si dice anche Mula lanuzza; Mala zeppa; Mala sciarda. Egli è una specchiata roba, e vale Un tristo. Cara la mia zogia, Cara la gioia mia, Detto per vezzi, e talvolta ancora ironicamente nel sign. di tristo. Zosia de morto, Ghirlanda, Specie di corona di castità all’ uso romano, o Ghirlanda intrecciata di Dori, che si metteva in testa de’fanciulli o de’celibi morti, quando i cadaveri erano portati esposti a vista del pubblico, ed ora si mette sopra la cassa, in segno della loro innocenza. Morir co la zogia, detto fam. Morir colla ghirlanda. vale Morir vergine.