C A N CANEZÀR , v. che più usavasi ai tempi del Governo Veneto nel Polesine e nel Padovano, Accaneggiare, Far la caccia dei buoi o del toro. Accanare, dicesi del Lasciare il cane dietro alla fiera. CANÌBALE ) n .. „ CANÌBALO ) per agg' * ’ nibale; Crudele ; Disumano; Inumano , Senza pietà. CANÒCIIIA, s. f. Canocchia, Specie di piccolo granchio marino a coda lunga articolata, chiamato da’Sistem. Cancer Man-tis. È commestibile connine e di molto uso per la poveraglia. Vodo come cNi canochia, Smilzo o Digiuno, contrario di Ripieno, Poco men che vuoto; si dice di Chi ha la pancia vuota. Canochia, detto per ingiuria ad uomo, Allampanalo; Lanlei~nulo; Smunto; Secchissimo. C \NÒL, s. m. Cannone, Pezzo di canna sopra il quale s'incanna seta o lana o simile. Detto per Cannella , Bocciuolo, cioè Quella parte della canna, chJ è tra un nodo e 1’ altro. Detto per Cagnòl da calze V. CÀNGI.A, s. f. Cannella della bolle. Quel legno bucato a guisa di bocciuol di canna, per lo quale s’ attigne il vino dalla botte — Zipolo, dicesi Quel picciol legnetto con cui si tura la cannella — Cannella della bolle con chiave, si dice Quella cannella che in vece di zipolo ha un piuolo di ferro appuntito e fatto a vite per entro, con cui si assicura il vino nella botte. V. Spinèi.o. Orbar la canola , Ingannare la cannella, dicesi Quel fasciarne la parte interiore con ¡stoppa o simili, perchè getti più piano. Sior Abate canola, V. Abate. CANÒN, s. m. Cannone, che chiamasi anche Pezzo d’ artiglieria o Pezzo o Bocca di fuoco. Le parti distinte del cannone sono le seguenti. Bocca del cannone, La larghezza dell'apertura del pezzo — Gioia, L’ estremità del caunono verso la bocca —- Volata, La parte esterna, dagli orecchioni sino alla bocca — Collo o Collare, La parte più sottile — Bottone, T.a parte ultima del cannone verso la culatta — Culatta, La parte deretana opposta alla bocca — Maneghi. Maniglie, Due specie di anelli posti verso gli orecchioni, dalla parte della culatta. — Reciiiom, Orecchioni, Parti tonde e sporte in fuori, le quali servono a sostenerlo — Fogòn, Focone — Capa del fogòn, Conchiglia — Grano del focone. Il granellino di rame posto nel focone perchè resista più all’ azione del fuoco e non s'allarghi più del dovere — Meter el gran, V. Gran — Anima del cannone, Il vuoto interno del pezzo — Camera dicesi Quella parte che si fa nel voto, più stretta vicino al fondo e dove si pone la carica. Leto da canon, V. Leto. Canon da aqba, Doccia o Doccione — Boeiio. C A N Sifone dicesi al Cannello \ uulo dentro di piombo o d'altra materia — Tromba chia-masi Quello strumento con che si sollevano i liquidi — Stantuffo è Quella parte di essa tromba o dello Schizzatoio che ne riempie la cavità. Canon da far so, Cannone, Certo pezzo di canna, sopra il quale s’incanna 8eta, lana etc. Canon de la pena, Canna, La parte da basso della penna, che si taglia per uso di scrivere. Canon da pene, Pennaiuolo, Strumento , da tenervi dentro le penne da scrivere, — Bubbolo direbbesi ad un Pezzo di canna tagliato per lo stesso uso. Canoni da vischio, Vergetti. Canon de cana, Bocciuolo o Bucciuolo, Quella parte della canna eh’ è tra un nodo e 1’ altro, che dicesi anche Intemodio. Canon de mantese, T. de’Fabbri, Buco-lare, Cannone che ha un girello di ferro bollito, il quale dà il vento che vien dal mantice al fuoco della fucina. Canon, T. degli Stamp. Canone, Specie di carattere che si divide in piccolo, grosso, doppio e tripla canone. Andar de canon, Aver l’uscita. V. Ca- GARÈLA. Canòn del SF.RV17.IÀL, V. Sf.rviziàl. CANONÀDA, s. f. Cannonala. Detto metaf. e famil. Sparata vale Detto spropositato, cui corrispondono Ciancione ; Pantraccola; Tantaferata- V. Sra- j rìda. Tràr la canonàda , Far la sparata o I le sparate; Sbombardar fiabe; Lanciar \ cantoni o campanili, Dicesi metaf. di chi esagera o iperboleggia. ‘ I)icesi anche più propriamente Cano-nada ad una ventosità straordinariamente strepitosa. Trar de le canonae, detto metaf. Trul-lare, Tirar delle coregge. CVNONÀR. v. Cannoneggiare o Scanno-nezzare, Spesseggiare le cannonate, Sparar più cannoni. CANONCÌN, s. m. Cannoncino e Cannon-cello, Piccolo cannone o tubo — Cannello, dicesi ad un Pezzuolo di canna sottilo tagliato tra un nodo e l’altro. Detto per Piccolo cannone, cioè Piccolo pezzo d’artiglieria. Canoncini, T. de'Lasagnai, Cannoncel- li, Sorta di pasta a foggia di cannoncini. Canoncino , detto in T. degli Stamp. Specie di carattere da stampa. V. Canon. Cannoncini di creste e cuffie, chiaman-si dalle Crestaie certe Piegature delle creste delle donne, fatte a guisa di cannoni. Canoncini , T. de’ Parrucchieri, Detto per Bùcon, V. Bìicolo. CANÒNICA o Calònega, s. f. Canonica, Luogo d’abitazione de’Canonici o de" Par-rochi. CANÒNICO, s. m. Canonico, Dignità ecclesiastica. Detto bassamente e fig. Birbone; Bric- CAN 129 cone; Murinolo; Mariolo, Agg. a Uomo, e dicesi per disprezzo od ingiuria. Canonico de puzza; V. Barùn de piazza. Canonico sicuròni, detto per ¡scherzo di quel Giuocatore eh'è troppo cauto, e che ad onta di avere un discreto giuoco in mano, non coire la posta. In Toscana dicesi Stanga/ore- CANTADA, s. f. Cantata, Composizione musicale contenente recitativo e aria. Chiamasi però Cantata anche in Veneziano. CAiNTADÒR, add. Cantaiuolo; Cantaiolo; Canlalvre, Agg. di alcuni uccelli che si tengono per cantare. Canterino . dicesi Quello che canta spesso. Cantadòra, Canterella , Quella starna che si tiene in gabbia per allottar le altre quando vanno in amore. CANTAÒR, s. m. Voce ant. Cantatore, Colui che fa professione di canto, che anche dicesi e meglio Cantore — Per chi non fa professione pare che potrebbe convenire Cantante o Dilettante del canto. CANTAR, v. Cantare. Canta* a rechia, Cantare a orecchio o Cantare a aria. Cantar coi fioreti, V. Sfiorieàr. Cantàr da ànzolo , Cantar di maniera , Cantare soavemente, amorosamente, gaiamente — Cantare di portamento è un Cantar legato e portato — Slracanlare, vale Cantar con eccesso di squisitezza. Cantàr baronìe, Cantilenare, Cantare canzoni o frottole disoneste. Cantar da canarìn, detto fig. Cantare, il vespero ad alcuno, Dirgli liberamente l'animo suo, Dire della violina o una gran bibbia d’ingiurie. Cantar da leco, Crocchiare, Dicesi del Suono che rendono le cose fesse, quando sono percosse. Cantar de gala o de gusto, Canlur di gala ; vale Cantare spontaneamente, per allegria — Spippolare, vale Cantar di genio. Caistàr o Chiodar dei bezzi, Chioccare, Voce bassa. Quel suono che rendono le monete battendole nel borsellino. Diguazzare i danari, Detto impropr. Cantar dei colombi, V. in Criàr. Cantàr dei corvi, Gracchiare o Crocidare. Cantàr df.i cuchi, Cuculiare. Cantàr dei pinchi, Sfringuellare. Cantàr dei gali, V. Galo. Cantàr df.i dughi, Gufeggiare. Cantàr df.i orili, Grillare. Cantàr dei osei in ahòr, Piare, ^oce però antica, con cui esprimevasi il cantare degli uccelli quando sono in amore, che vien dal latino Pipilare — Svernare dicesi del Cantare da primavera dopo il verno. Cantar dei tordi, Trutilare e Zirlare —Schiamazzo, dicesi poi a Quel tordo che si tien nell’ uccellare in gabbia, e si fa gridare per far calare gli altri uccelli. V. Ci-po e Zip. Cantar de le cicogne, Gloterare. 17