428 MOR L’ r. la mía morte, Maniera di esprimere la propria impazienza, E la mia morie, il mio gastigo, dicesi di Chi tormenta altrui del continuo. La xe la so morte , parlandosi di cibi appropriatamente conditi e cotti in appunto, È il suo vero punto, il suo vero gusto. Sempre son o skmo o se xp. r.o la morte a la gola, Maniera fam. e met. Sempre in angustie di stalo o di fortuna dolorose, penose , crucciose ; Sempre in incertezze crudeli o mortali; Sempre vittime del bisogno o della necessità la più stretta; Sempre in pericolo di soccombere e simili. Sm A LA MORTE ISO SE SA LA SORTE, V. Sorte. MORTÈR, s. m. Mortaio, Vaso di bronzo, di marmo o di legno, nel quale si pestano le varie materie per usi diversi. Mortèr da pei.atieri, Mortaio o Troscia, l'ila in cui si tengono i cuoi in calcina per conciarli. Mazza del mortèr, V. Mazza. Pestìr l’ aoua in tel mortèr. Pestar T acqua nel mortaio, detto fig. V. Pestìr. Mortèr da romba, Mortaio, Rocca di fuoco in bronzo, che serve per gittar le bombe. V. Leto dei. mortèr, in Leto. MORTERÒN, s. 111. Mortuione , Mortaio grande. MORTIFICADA, s. f. Repressione; Repri-mento, L’atto del reprimere. MORTIFICAR, v. Mortificare; Reprimere; Rintuzzare. Mortificarse, Mortificarsi; Macerarsi, Affievolire la carne, gli appetiti disordinati, colle austerità. MORTIFICACIÓN, s. f. Mortificazione, vaio anche per Disgusto, Dispiacere, affronto. MORTO, s. m. Morto. Morto al mondo, Separato dal mondo; Solitario, Colui che vive solitariamente e lontano dalla società. Morto al mondo. Morto civilmente, dicosi di Quello elio per gravissimi delitti è privato de’ diritti civili. Morto avanti, Premorto; Predefunto, Morto prima dell’ altro. Morto mi, morto el mondo, Ovv. Morto ■i, oo in colo el soi, Chi mi vien dietro serri l’ uscio; Morto io, vada il mondo in carbonata; Morto io, la terra mi schisi col fuoco. Morto, detto fam. vale nel sentirli, di Soffoggiata, Fardello o cosa simile che si abbia sotto il braccio, e quasi nascostamente coperta dal mantello si porti via. Aqua morta, V. Aqba. Avèr el morto, detto fig. Aver la postema, dicesi per ¡scherzo di danaro che altri abbia nascosto in qualche luogo. Aver del morto, Aver del morticcio nel viso o la cante morticela, Essere sparuto in ciera, Aver color morto. Brazzo o Gamba morta, Mortificato, dicesi d’ un Membro del corpo iu cui sia totalmente estinto il senso. MOR Chi vien dal morto sa cossa xp. pian-zer , Chi vien dalla fossa sa cosa è il morto, dicesi di Chi ha pratica ed esperienza di quello che si ragiona. Citar i morti o Far parlìk i morti, Allegar morti, Citar autorità che si possono negare o di cui non si ha riscontro. Colòr di morto, Internato, cioè Di cattivo colore. El par un morto che cabina, Essere o parere una morte, dicesi di Chi è molto estenuato — Rimorto, Più che morto , Morto due volte; detto per esagerazione. Dopo morto el si copè, Dopo morto si accoppò, Prov. fam. eli’ ebbe origine dal caso avvenuto nel 1750, al gentiluomo Tommaso Morosini, il quale, portato come morto nella Chiesa di S. Maria Formosa e deposto sul catafalco, rinvenne, ma compreso d’orrore bì rovesciò cadendo in terra e trascinando seco la bara, onde rimase accoppato. Nell’ uso però si diede un sentimento differente e stra\ollo a questo ribobolo, che ora si dice nel significato di Risposta data fuori di tempo o di Soccorso troppo tardo ed inutile. Il soccorso di Pisa o di Messina; Piovelte tre di sopra i carboni spenti. Dicesi pure Essere scemo di lutti i denti allorché viene il pane. Quando vieno una buona ventura in un tempo in cui altri non ne può godere. Far contersazión coi morti, V. Conver- SAZIÒN. Legna morta, Legname morticino, Quel- lo che si secca naturalmente sul terreno. L’è morto senza dir Gesus, Mori che non battè polso. Mezz» morto, Semivivo; Malvivo. Me xe morto el cuor, Fui per isvenire; Mi cascò la corata o il fiato, e s’ intende per paura. Nè morto nè ferio, Nè perso nè scapitato; Lì li; Tara tara. Peso morto, V. Peso. PlANZER EL MORTO, V. PlANZER. Restar morto, detto fig. Stupirsi — Mi resto morto, Io mi rimango stordito, smemorato o come uomo di stucco o scolpito; Io resto uno stivale; Io spanto. Spanto morto, V. Spanto. Tegnìr morti i rezzi, Tener giacente o infruttuoso il danaro, cioè Non fruttante, senza utilità. Trovare il morto si dice anche da noi di Chi trova danaro nascosto o simile. MORTÒRIO, s. m. Mortorio e Morto ro, Onoranza e cerimonia nel seppellire i morti. Casa che par un mortorio, Casa cupa o bassa o posta a bacio o ali uggia, cioè All’ ombra, allo scuro. MOSCA, 8. f. Mosca, Insetto noto, che da Linneo vien chiamato Musca vulgaris. Ohe va so le mosche, K’ impuntano le nwsche o F» posano le mosche, dicesi delle carni. Raro come le mosche bianche. V. Raro. Restar co le man piene de »osche, 4- M 0 S vere o Restar colle mani piene di vento, Rimanere smaccato. Far I PIE A LE MOSCHE, V. PÌE. Aver la mosca bora, lo stesso che Aver la lona, V. Luna. Saltìr la mosca al naso, Saltar la mosca o il mascherino al naso; Salir lo strangolo al naso; Montar la bizzarria, Adirarsi — Far vegnìr la mosca mora, Far venir la mostarda o la senapa al naso, Montar la luna. Una mosca ghe par un cavalo, Un bruscolo o ogni bruscolo gli pare una trave. UnAMOSCACHESE VOL METER A l’ 1BPAR d’ una cavìla, I granchi voglion mordere le balene, Quando un piccolo o di poca forza si vuol mettere a contrastare con uno grande e gagliardo. Lotio pibn de mosche, Luogo gremito di mosche. Voler chiapìr tote le mosche che va per aria, Pigliare i moscherini per aria, vale Pigliare i puntigli minuti, leggeri, volauti, che anche dicesi, Darsi gl' impacci del Rosso; Le bruche d’ altri gli rompono il culo — Guardarla nel sottile, Esser Gsicoso o troppo considerato. Mosca cagnini, Assillo o Mosca canina; Mosca ragno o Mosca cavallina, Insetto alato maggiore della Mosca, il quale a’ attacca fortemente alla pelle d’alcuni anima- li, come buoi, cavalli, cani etc. e con un forte e lungo pungiglione li pugne succhiandone il sangue — Zecca chiamasi poi un Animaluzzo selvatico simile alla Cimice , che s' attacca addosso ai cani, alle volpi e ad altri animali e ingrossa per succiamen-to di sangue. Linneo chiama il primo Hip-pobosca equina, e il secondo Acarus rici-nus. A LE CAROGNB GHE CORE DRIO LE MOSCHE, V. Carogna. MOSCA D’ ORO, Lo stesso che Cantaride. V. MOSCVROÌN, Voce ant. detta per Agg. a Giovane vago di far all’amore, che ora dicesi Licardìn , V. I Greci moderni hanno il verbo Muscarevo che significa scherzare-, e tra questo verbo e il nostro Moscardìn pare che siavi qualche analogia di suono e di significato. MOSC VRDÌM o Mostardini , s. m. Voce aut. che ora dicesi Mostazzoni, V. MOSCAIUOLA, s. f. o Moscaròla, Moscaiuola e Moscaiola, Arnese noto, che serve per guardar la carne dalle mosche. Dicesi anche Guardavivande. Se me vien la moscarola! Maniera ant. Se mi monta o mi viene il mascherino', cioè Se mi piglia la collera. MOSCATA, s. f. Moscadello e Moscadelta, Nome d’uva per lo più bianca ed anche nera, dolcissima, detta così dal suo sapore che tien di moscado. MOSCATÈLO, add. Moscadello, Agg. che si dà a certo vino fatto d’uva moscadella o che ha di quel sapore. Moscatèlo , dicevasi autic. per agg. a