S C A detta medicina. V. Gialapa, Tcbbitti e Siena. Trovo nelle Instituzioni botaniche di Tar-gioni, che il sugo d' un' altra pianta detta italiau. Topi, da' Sisteiu. Pcrìploca grmca e da'Fraucesi Scammonèe de Montpellier ou ¡lui¡enne, e stato adoperalo per purgaule in luogo della Scamonea d'Aleppo. La Scamonea delta comunemente di Smirne, che si vende in commercio, non ha il credilo ed e assai meno costosa di quella d' Aleppo, colla quale però talvolta maliziosamente coufondesi. SCAMPADA, s. ni. fugg la ; Fuga, Repente partila. DaR DMA SCAMPADA, V. SCAMPAR. SCAMPAIZZO, add. Fuggitiuo ; Fuggitìo ; Fuggiticelo, Colui che si rese fuggiasco dalla galera o prigione, o da altro luogo di pena. Scampaizzu de gali*. Fuggiliccio o Sfuggiasco di galera. SCAMPAN VMENTO, 8. m. o Scampanada, Scampanìo; Scampanala. Gran suono di campane — Tcmpellata o Tempello di campane, dicesi II suono interrotto di esse — Untai)koo Tintinno a Tintinnamento, Suono di esse che disturbi. SCAMPANAR, v. Scampanare, Fare un gran sonar di campane — Tempellare, dicesi il SoQar interrotto di esse — Sbattagliare, si dice anche per Sonare. SC.VMPANELADA, s. f. Suonala di campanello. SCAMPAN1ZVR, v. V. SCAMPANAR e SCAMPANAMELO. SCAMPAR, v. Scappare; Battersela; Dare a gambe, Fuggire —Scampar de scokdòn, Scantonare ; Darla pe' chiatti o Dare pe'chiatti — Scampai eoa presiezza, Nettare : Lepparc ; Sbiettare; Spxdezzare — Scampar spesso, Fuggiatcare. Fuggir sovente. Scasi par m le onub, Scappare e Scampare. Fuggire, Andar via con velocità, e si dice propr. di Cosa che sia ritenuta. Scampar uu alcun, Scampare o Campare alcuno, cioè Difendere, Salvare, Scamparla, Scamparla o Camparla, vale Salvarsi, liberarsi dalla morte o da un viciuo pericolo, Vivere, Sopravvivere. Scamparla in beh, Uscire a bene, o ad onore d’alcuna cusa. Scampar si dice ancora in vece di Campar, nel sign. di Vivere — Ss scampo. Se vivo — Mio pare xe scampa setantasìe ani, Mio padre vitic tetlunlatei anni. Scampar col discorso, Scampare ; Eludere, Uscir con artificio dal proposito in parlando, per fuggire le difficoltà. V. Scampar. Scampar da cacar o da fissar, Aver voglia o tlimolo di cacare o pisciare — Mp scam farcii e no posso più, io mi tconcuco ovv. mi teompiteio ; Non la potso più ritenere, cioè Ho grandissimo stimolo — Qdando scampa scampa, Al mal della eaca-luola non vale il culo stringere, Prov. Boerio. S C A basso che dicesi di Chi è sforzato dalla necessità. V. Mossa. Scampar fora el vii» da la bota, V. Bota. Scampar la vooia, Perder la vog’ia; Utcire il ruzzo dal corpo. Scampar la pazienza, V. Pacirkza. Co XE SCAMPA I ROSERÀR LA STALA, V. Bl). 1/ È Scampa più del Diavolo, Fuggì via a precipizio — Detto per allusione ad una cattiva persona, Esser fuggito più che la mulerba, cioè Oguuno lo lugge più del malanno, ovv. come Be tosse peggio deU’ortica. Scampa scampa! Alla larga sgabelli, modo basso, dicesi Levar di mezzo ogni impedimento, Allontanarsi dai pericoli. Da qdesta no se che pol scampar. A questo fiasco si ha da bere, Maniera fig. cioè Da questo passo non si può fuggire. SCAMPO, s. m. Scansamento; Schivamen-lo; Sfuggimento ; Evitazione. Scampo, dìcesi per Sulterlugio, cioè Modo di scampare, da uscir di pericolo o d’impegno. No ohe xe scampo, Non v’ ha di mezzo ; Siumo stretti tra l' uscio e il muro. Non si può uscirne; L'argomento convince. Non v’é risposta — Non v’ è scampo ; Non v' è schermo, cioè Non v’è salvezza o saluto. Toti scampi, Maniera fam. Tulle scappatoie ; Tutti sulterfugi, cioè Scuse affettale. V. Ekdeuolo. Scampo, dicesi da noi ancora per Fuga, ma intendesi di chi fugge dalle mani della giustizia. Fuga dalle carceri. SCAMPO, s. in. T. de' Pese, a Chioggia dicesi Scampa, ma per lo più iu plur. Scampi. Specie di Granchio marino a coda luuga, Dello da Linneo Cunccr Norvegicut. La sua coda è un commestibile ricercalo. Scampo salvadeco, dicono i Pescatori ad uu' altra specie di Granchio di mare a coda luuga, classiGcalo da Linneo col nome Can-cer Slrigosus ; di cui non fassi alcun uso. SCAMPÒN — De scampò*, detto avv. Fug-giatcamenle; Alla tfuggita; Alla tfuggiasca. • Clll A PAR DE SCAMPÒN, lo stesso che ClllA-PÀR IN SCANSO, V. CiIIAPÌR. SGA.N Y, add. detto per agg. a Uomo, vale Arto o Abbruciato di danari. V. Spianti. Impiego scanì, Impiego o Uffizio u mal tempo, vale Meschino, di scarsissimi Utili. Abito scanì, V. Abiti. SCANACONFÈTI, a. m. e per lo più Moso da scanaconpéti, dicesi per ingiuria o motteggio a qualche giovane di mala figura o mal vestito o magherò o che abbia 1' apparenza d'affamato. Probabilmente questa voce in origine sarà stata detta di qualche Fattorino goloso, che iniziato nel negozio d'un Confettiere avra dato di quando in quando de’ ceffoni ai vasi de'confetti. Ora secondo l’opinione del- 1 Autore, vi sono analoghi i seguenti dettati. Scanapane o Mangiapane e Mangiafa-giunti, che vuol dire Disulilaccio e buono solo a mangiare — Ceffo da manigoldo o da impiccato; Vito cagnazzo o da Fariteo; | SGA Gi 7 Faccia da dispetti e simili — Galoppo. uomo vile e male iu arnese — Magro allampanatei; Magherò come la quaresima o l'anno della fame, i SC A .N A FOSSO s. ni. T. Agr. Scolatoio. Scolo d’acque in campagna. Scanafosso, dicesi anche ad una Sorta di biroccio stretto di carro, ed appropriato a viaggiare per ¡strade anguste. * SCANALI ZZO, V. Scanardzzo. SCANAR, v. ¿'calmare ; Sgozzare. Scanàr i suueloti, T. de'Bottegai, Dar ceffoni, Portar via i danari del padrone. Rubacchiare, vale Hubar di quando in quando. \. Scanascdeloti. SCA NAKIJZZO, s. ili. Strozza; Gorgozzule, Canna della gola. Tirar el scanardzzo,V. Canaole. SCAlN ASCUELOTI, s. in. Di costoro dicono i Toscani Far le fiche alla cattclta, Quando i Cassieri de'iuercauli spendono in uso proprio i danari che hanuo in consegua. V. Sca- NÀR. SGANGÀNICO add. (Forse dal greco Can-chunot, arido, può osser disceso Cancanic», scambialo poi in Scancanico ) T. Famigl. Senato o Screato, quasi Non creato, venuto a stento, debole, di poca carne, magro, macilente. Vi corrispondono A fato; Afutic-cio ; Afulwcio ; Sparulino ; Tristanzuolo ; Male impastalo ; Male ammanilo. Segrenna,(\oci- latina che vale Una unirle) dicesi a Persona magra, sparuta e di non buon colore. Gli Aretini dicono Nncc funi, per ischerno e compassione a chi che sia che abbia cattiva cera o sia mal in essine di sauita o sia magro secco e smuiilo. Diciamo in falli anche noi di una persona sparuta, El far o.\ morto. Parere il cadavere di Mona Checca, modo basso, vale Ksser afflino da fame, da freddo o da altro slento. Amò» scancanico, detto metaf. vuol dire Amore vano o da poco o debole o mal corrisposto. SCANGUU ATO, lo stesso che Scancani-co, V. SCANCEL VDA, 8. f. Scancellatura ;Scan-cellazione; Cancellatura, Il cauceliare e La cosa scancellata. Dar dna scancelàda, Cancellare. SCANCEIAH, v. Cancellare o Scancellare. Dar di penna ; Cassare la scrittura con colpi di penna o fregandola. V. Cassar. Cossa che no se scancéla, Qui dello fig Cosa indelebile, Che non si può cancellare. SCANCÈLO, s. m. (colle aperta)Scancel- lo o Cancel'o, Arnese per lo più di legno, che ad uso di tenervi scritture o simili. Scancélo da Nodari, Scrittoio o Studio, 11 luogo dove i pubblici Notai hanno il loro uffizio per uso di scrivere. Scannello, più comunemente si prende per una certa Cassetta quadra, da capo più alta che da piè, per uso di scrivervi sopra comodamente, e per riporvi entro le scritture ed altre cose minute e gelose. SGANCIA o Scanzìa, s. f. iScanceriu, Pal-78