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   Cocnu , detto in T. antiq. vale Testa ostinala, caparbia — Coccia dura, benché sia modo basso, dieesl anche in italiano. Cocnii de là sp»i>i, V. Spada. COC111ÈB, V\ Cocino.
 COCHIBTA, 8. f. (che si pronunzia come in Toscano Cocieta) Lettiera, ed è quell'arnese di legno che sostiene il letto su cui si dorme. La nostra voce viene dal francese Couchette, dim. di Cotiche, lettiera — Carriuola, direbbesi al Letto che in vece di piedi avesse quattro girelle.
 O.OCIllO, (pronunziato come Cocio in Toscano) 8. ni. Cocchiere, Quello che guida i cavalli.
 COCINIGLIA, s. f. Cocciniglia, ed anche Vermiglio sust. Insetto della figura d’una cimice, che ha quattr’ali, di cui le superiori sono crostacee nere, con una macchia rossa da ambe le parti; che si nutrisce sul fico d'india. Della polvere di questo anima-letto seccato si fa il colore scarlatto. Esso è detto da’Sistematici Coccinella Cadi. CÒCLEA, 8. f. T. degli Oriolai. Piramide In una mostra d’oriuolo è un pezzo conico su cui s’inviluppa la catena.
 COCO o Cocò, s. m. Cocco e Cucco, Voci fanciullesche per esprimer l’uovo.
   Coco, si dice fam. sincopato anche per Cocolo. V.
   Lo GO BOVE CHE la GALINA FA EL COCÒ,
 Maniera bassa e metaf. Lo ho in quel servizio, ¡Non me ne curo.
   Cocò si dice anche famil. per Coglione; Minchione, ed agg. a uomo — Se me chia-po so« cocò, Se m’inganno mio danno. COCO, s. m. Cocco, Albero Indiano, che più comunem. è detto Cocco delle Maldive. È chiamalo in Botanica Cocos nucifera. La scorra o nucleo che sostiene il seme, è quello che s’adopra in varii lavqri, come corone ec. Questo seme o frutto è il comune alimento degl’indiani, i quali dalle foglie, dal tronco, dalla midolla, dal mallo e dal nocciolo, cavano quasi l’intiera loro sussistenza.
 cocodèo )s' m’ Voce fam- P<u*erai0>
 Confuso cicaleccio di più persone. Bisbiglio; Pissi pissi; Bu bu, dicesi al mormorio di parole e cicaleccio fra donne.
   Fa* cocodè, Schiamazzare, Propr. il Gridar delle Galline quando hanno fatto l’uovo.
 •COCOGNÈLO. s. m. Voce fam. disprezzativa con cui s’indica un Nodo o legamento di capelli fatto a guisa di coda.
 CÒCOLA, 8. f. Galla o Coccole di Levante. Specie di bacche o coccole prodotte da un albero dell’ Indie orientali, detto da’Sistem. Menispermium Cocculus , e nell’ Enciclopedia Cissampelus Cocculus. I frutti risecchì col nome di Coccole di Levante, che sono un p<J* più grossi de' piselli, polverizzati vengono adoprati come la Sabatiglia e la Stafisagria per uccidere i pidocchi, ed hanno qualità deleteria, onde i Pescatori se ne servono come esca per gettarla ai pesci,
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 che vengono quindi a galla quasi addormentati, e si lasciano pigliare.
   Còcola, diciamo anche al Grano intiero di caffè colla buccia.
   Còcola, vien parimenti usato come termine vezzeggiativo ed amoroso. Cara la mia cocola, Bocca mia dolce, Cuor mio. Espressioni di tenerezza fatte a Fanciulla. COCÒLA, s. f. Cocolla e Cuculia, La veste di sopra che portano i Monaci, con cappuccio.
 COCOLAR, v. Vezzeggiare; Careggiare; Far caro; Accarezzare; Far carezzine, amorèvolezzine.
   Cocolàr bua cossa, Accarezzare, vale j Coltivare — Sto piato mf. lo cocolo, Me
 lo	accarezzo, cioè Mangio qnesla pietanza I . con gusto.
   Cocolarse al fooo o in leto, Crogiolarsi, Dicesi di chi Bla molto al fuoco o in letto e si piglia tutti i suoi comodi”. I V. Carezzar.
   Cocolarse le carte, T. de’Giuocatori, Succhiellare le carte, si dice del Guardarle sfogliandole o tirandole su a poco a poco.
 COCOL4RIA, s. f. T. degli Erbolai, Coclearia, Termine generico d’una’pianta, di cui i nostri Erbolai conoscono la specie detta da’Botanici Cochleuria offidnalis. COCOLEZZO, s. m. e per lo più in plur.
   Cocolezzi, Moine; Fregagioni, Carezze affettate ed artifiziose, che diconsi anche Smorfie; Lezii; Leziosaggini.
   Fa* cocolezzi, Far le forche, Usare ogni sorla di malizia per ottenere il suo desiderio — Fare invenie, Usar atti e parole leziose e soverchie. V. Smorfia — Dir parole de cocolezzi Dir parole vezzeggiative, cioè Che 8’ usano per vezzo. COCOLIN , s. m. Carino ; ¡'iaccvolino ; Piacevoletto; Naccherino, si dice per vezzo a un Fanciullino.
 CÒGOLO, s. m. Bimbo; Cecino, Voce con cui si chiamano i fanciullini per vezzo.
   Caro sto còcolo , Caro il mio cecino; Mio amore ; Il mio vezzo ; Viscere mie care e simili — L’è el cocolo de so Mare, E il suo cocco, Per dinotare ch’è il figlio più amato della Madre.
 COCOLÒN, s. m. Accresc. di Cocolo, Moi-niere, Che fa moine, cioè le carezze di femmina e di bambino — Piacevolone, si dice delle persone e delle cose che riescono gradevoli.
   Parola cocolona o cocolosa, Parola o ! Voce vezzeggiativa, Che si esprime per vezzo — Vezzeggiativo fu anche detto in via sostantiva e vale Che si usa per vezzo. COCOLÒSO, add. Voce fam. Carino; Pia-cevolino, detlo per Agg. a Fanciullino bello, spiritoso e pien di grazie — Parlandosi di Camangiare, direbbesi Ghiotto; Appetitoso; Gustoso.
   Parole cocolose , Parole o Sentimenti amorosi ; Parole dolci ; tenere e simili.
 COCÒN, s. m. Balbo ; Balbuziente; Tro- \
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 glio, Che balbetta, che troglia. V. Bf.te-gÒn. Barbato e Tartagia.
   Cocòn de la bota, Cocchiume ( Il Gagliardi ci dà Cocconr per voce agronomica — Cochonus è anche detto in termine barbarico nel Du Cange) — Vecciato dicesi al Buco ond’esce la feccia — Cocon davanti. Doccione, Quel buco davanti della botte dove si mette la cannella — Metf.r f.l cocon a la bota , Zaffare la botte , il lino — Cavar el cocon , Sturare la bolle. V. Coconera.
   Cocon de le vasche, Zaffo.
   Cocòn de stopa, Stoppacciolo o Turacciolo cioè Batuffoletto di stoppa o d'altro che si caccia nella canna dell'archibuso; ovvero per chiudere la bocca ad altri vasi fatti a guisa di canna.
   Cocòn df. cavèl, Mazzocchio, Propr. si dice de'capelli delle Donne legati tutti insieme in un mazzo. E quindi Alazzocchia-ta, quantità di mazzocchi.
   Teonìr streto per la spina e spander per el cocòn, Guardarla nel lucignolo e non nell’ olio — Tris/o al soldo che peggiora la lira, Si dice di chi risparmia inutilmente da un canto, ed è prodigo dal-P altro.
   ’ Coconada, b. f. Tartagliata. V. Coronar.
 COCON AB, v. Tartagliare; Scilinguare ; Trogliare ; Linguettarc , Pronunziar le parole con difetto di lingua, che dicesi anche Incoccarsi. V. Tartagiar e Portar. COCONARSE, V. Incoconìr.
 COCONERA, s. f. T. de’Bottai, Cocchiumatoio, Sgorbia per fare il cocchiume al-
 lo	botti.
 COCONÈTO, b. m. Scilinguatene, Alquanto scilinguato.
COCONEZZO )
 COCONISMO ) *' m' Ra[buzle= '1110 del-la favella umana, Difetto di lingua. COCONÒN, accresc. di Cocòn. Vedi questa voce nel primo sign. e Tartagiòn. CODATÀRIO, a. m. Caudatario, Colui che sostiene l’estremità o sia la coda delle vesti prelatizie.
 CÒDEGA, s. f. Cotica; Cotenna, Propr. la Pelle del porco; ma si dice anche quella dell’ uomo — Zaccagna, chiamasi la Cotenna dinanzi del capo.
   Tirar via la codega, Scotennare.
   Far bona codega, Fare cotenna o buona cotenna ; Bimpolparc ; Rincarnarr ; Rimetter la carne, Ingrassare.
   Codega del sangue, Cotenna del sangue, Chiamasi per simil. da’Medici Quella parte che galleggia sul siero del sangue cavato dalle vene e raffreddato.
 CÒDEGA, s. m. (Forse derivato, come alcuni tengono, dal Greco Odegos, Guida): diciam noi al Servitore di piazza che la notte accompagna a casa altrui, portando
 il	fanale. Zana, Zanaiuolo. V. Feralante. CODEGHÌN, s. m. Cotichino. Specie di Salsicciotto fatto di cotenna di porco. CÒDEGO, Lo stesso che Coègo.