M 0 N M 0 N M 0 IV’ le mani pieve di vento; Il guadagno andò dietro alla cassetta; Non pigliar cosa alcuna. MONCIGLIA, s. f. T. Mil. Zaino, Tasca di pelle, che i soldati marciando portano mi dorso, ove tengono i loro vestiti, ed altro che ad essi abbisogna per la mondezza del corpo. MONDO, s. m. Mondo, per la Società degli uomini in cui s’ ha a convivere o per parte di essa società. M ondo baròn o Mondo becofotù, bude-ladazxo , Mundaccio. Misero mondo inglobile e protervo, del tulio è cieco chi in le pon sua speme, Disse il nostro Bembo. Uh mondo più che mai rincatti-vilo ! Fag. Omo oh «ondo, Uomo di mondo o scal-tritu — No *vf.b «ondo, Esser tenero di che che sia ; Avannotto; Sempliciotto; Pollastrone. Da ohe minia ì mondo, Dappoiché Facqua bagna o il fuoco scalda. El mondo a la rovebsa . Il mondo a rovescio o alla riversa. Prov. El moNDo xe fato a scabfìte. V. Scab- PÈTA. Sto «ondo £ fato tondo, V. Tondo. Kl mondo xe belo pebchè l'è variabile, È bello il mondo perchè è pien di capricci e gira tondo; La natura è bella perchè varia. El monbo xe pien de baboni, C è più trappole che topi, Più insidiatori ebe persone da insidiare. El mondo xe de chi se lo code. Il mondo è di chi se lo piglia, t vale Gli arditi ottengono ciò che vogliono. Toto el mondo xe paese, Al valent’ uomo lutto il mondo è patria, Da per tutto si vive quando assiste l’industria. Tulio il mondo è paese. Tbto el mondo , Gallicismo che vale Tutti — Toto el mondo me tol ben, Tul- li mi umano. Un mondo de zente, Un mondo di gente , cioè Gran quantità o numero di persone. Nel teatro di ieri sera v'era un gran mondo. Adio mondo, Addio fave , dicesi per dire, Noi siam perduti, Uniti, spacciali. No so in che mondo che sia, che anche si può dire No so dove me sia, Non so in qual mondo io mi sia; Non mi rinvengo, cioè Sono come stordito, Non intendo, non capisco, ÌNon riconosco in che parte io mi sia. Vegnìi dal mondo noto o da la vili o da l’altbo mondo o Vegnìi da Obiago , Fare il nescio o il no feri, vale Fingersi malaccorto o ignorante — Mostrarsi delle cento miglia o delle sei migliaia, vale Non risponder a proposito a quel che vien domandato, mostrandosene molto lontano. Mondo noto, detto in gergo, vale II Cu-liseo; Il più bel di Homa; il Culo. El mondo de là, che talvolta dicesi De lì semplicemente, L’ altro Mondo o Mon- do di là s’intende Paradiso o Inferno o Luogo dell’ altra vita — Gossa sebvf. ban- CCBÀB TANTE BICHEZ7E, 1 BEZI NO I SE POETA de lì o al mondo de la. A che vale accumular tante ricchezze? I danari non si portano al mondo di là. Esser più de là che de od* > Essere più morto che vivo, ed anche Essere trasognalo, esser fuori di sè. Le xe cosse de l’ altro mondo , Sono cose deir altro mondo , intendiamo Stravaganti , straordinarie e talvolta pazze o disapprovate. MONÈA o Monìda, s. f. Moneta. La moneta ha due facce o bande, su cadauna delle quali sono ordinariamente impressi un tipo e una leggenda. L’ una di queste parti si chiama Faccia o Diritto, perchè v’ ha la testa del Principe sotto il quale è stalo battuto il pezzo; la seconda si chiama Rovescio, perchè è opposta alla faccia. Chiamasi Campo della moneta la Superficie piatta e polita di ciascuna parte ove non siavi lavoro, e che serve di fondo ai tipi. Tipo dicesi il Soggetto che il lavoro presenta agli oc:hi, la forma e tutta P impronta. Le lettere che si veggono sul campo dieonsi Iscrizione, e quella del contorna Leggenda, Si chiama Esergo quel piccolo spazio che sta a basso del tipo, e cb’ è separato da una linea. Le parole del-P esergo ritengono lo Btesso nome di Leggenda dell’ esergo. Dicesi Cordone della moneta la sua Circonferenza, quando è ricinta come di un cordone. Gbaniduba de la morìa , V. Gbaridd- 1A. Monèa bassa, Moneta erosa o Pigliane, Agg. di moneta d’argento di bassa lega. Moneta eroso-mista vale Mista con eroaa o Quasi erosa. V. Vigliòn. Morìa bianca, Moneta bianca, La moneta d’ argento. Morìa che no val bezzi. Chiosa, Piombo gettato nelle forme di pietra, col quale giuocano i fanciulli in cambio di moneta. Monìa coita e Monèa longa, vale Valore monetario, il quale cresce o diminuisce secondo il paese ove la moneta si spende. Per esempio, sotto il Governo Veneto, il Tallero Veneziano, che qui valeva dieci lire, ne’ luoghi oltremare ne valeva undici, quindi . computato il tallero al valore di Venezia, dicevasi Moneta corta, e al valor di oltremare Moneta lunga. Morìa ligaoa cor bame , Moneta allegala con rame, vuol dire Che ha lega di rame. V. Liga, Pegio, Fir. Morìa mata, Moneta falsa, Quella cioè che non è battuta nella Zecca pubblica e non sia dei metalli e del peso prescritto dai regolamenti dello Stato. V. Monetario — Stagnuoli, si dicono le Monete d’argento falsificate con lo stagno. Incamiciate o Bratteate, le falsificale con lamina d’oro o d' argento. Morìa picola, Spiccioli, Agg. di Moneta e vale Moneta minuta, spezzata. Morìa bota. Moneta spezzata, cioè Le frazioni della moneta più grande. Monìa scarsa , Moneta scadente o calante. Morìa spichia o sonante, Moneta reale o effettiva o sonante. Aver bonv morìa, Frase ant. mct. che vale Aver acume. Vivacità d'ingegno. Bater morìa, V. Bateb. Desgrossàr la monìa, V. Desgbossàb. Far monèa falsa, Falsificare la moneta. Far monèa falsa per qualcun, Far carte false per alcuno ; Farsi sparare per alcuno, Dicesi quando uno, per ¡svisceratezza d'affezione, farebbe per un altro qualsivoglia cosa, per grande o pericolosa che essa sia. No co monìa, Non ho di spiccioli, cioè Non ho piccola moneta in saccoccia. Morìa, dicesi alle volte fig. per Discorso — El m’ ha cambià monìa , Cangiò discorso, cioè Passò da uno ad altro argomento per non insistere sul primo. Pacàr de sta monèa o de sta bora morìa, Pagare di buona o di mala moneta, Maniere figurate e valgono lo stesso che Non corrispondere co’portamenti a chi altri sia per qualche verso obbligato. Ilo iu questo per mandai Spazzar la monèa per quel che la core, Spendere la sua lira per venti soldi, detto fig. Dare a ciascuno il suo giusto. — Tagliare secondo il panno, Adattarsi al bisogno — Navigare secondo i venti, Far di necessità virtù — Pigliare il mondo come viene, Non affannarsi di che che sia. MONEAZZA, s. f. Danaiaccio, Cattiva moneta. MONEÒLA, s. f. Spiccioli, Moneta minu- | ta. Vobia de la moneòla, Vorrei degli spic- i doli. MONEÒINA, i. f. Moneta grande e bella. MONETÀRIO , a. m. Falsamonete ; Falso monetiere ; Falsatore di monete. — Nel nostro Hergantini si trova anche Monetario per Falsatore di monete. MONICO, s. m. Monaco— li’abito ho fa ’l morico, V. Abito. MONIN o Moonìn, s. m. Mutino; Muscino o Mucci mucci, Termine del Gatto, o col quale ai chiama il gatto. MONISTIÈR, V. Monastièb. MONOPOLIO, V. Manopolio. MONSA, ». f. chiamano i Veterinarii volgarmente il Moccio contagioso, da cui sono talvolta attaccate le pecore, alle quali scola dalle narici un muco purulento, per cui sono tristi, deboli, s’arrestano dal ruminare, dimagriscono, banno fetida traspirazione ec. MONTA, s. f. Monta, L’atto del montar delle bestie per la propagazione delle specie. Mandàb a la monta, Andare; Mettere; Venire e simili a guadagno, vale Andare e simili alla monta. Rimaner sode, dicebi delle femmine de’ bestiami, che vanno alla monta e non s’impregnano. MONTI, s. f. T. de"Pese. Concorso cioè