808 Z A V ziti re , perché vi arrivavano le Zattere de’ leguami, come v' approdano iu parto presentemente. v s- n)- Foderai ore, Colui che ZaTER ) guida poi fiumi i Foderi, cioè le Travate di legnami congiunti insieme. ZATIGLIONI, V. Sahtigmom. ZATÌNA (colla z aspra) 8. f. Zampino . Piccola zampa. ZAVAGIÀR (colla z dolce) v. Burattare » Bazzurrare, Cambiar cosa a cosa, Dare in baratto, ma dicesi in mala parte. Chi baratta imbratta e chi baratta ha rozze, Prov. che si dice, perciocché trattandosi di bestiame sempre si cerca di barattare il disutile e quel che non si trova da vendere pe’contanti; il elio si dico anche B azzurrare. E perchè chi cambia per lo più inganna, Barattare s’ usa metaf. per Fraudare, Ingannare. Zavagiàr, nel parlare domestico più comunemente si usa per Imbrogliare ; Intrigare. ZAVAGÌN, s. m. Buon procaccino, dicosi di Uno che s'ingegna per ogni modo di guadagnare, cioè di Uomo industrioso. V. Srbzzolìn. ZAVÀGIO (colla 7, dolce) s. m. Baratto e Bazzarro, Cambio d’uua cosa con l'altra- Specie di contratto, ma dicesi in mala parte e Intendesi Contratto ingannevole. Più comunemente dicesi per Imbroglio; Intrigo; Impiccio; Equivoco; Mistero — Impiastro, detto metaf. vale Convenziono conclusa con imbroglio. Quindi Zavagio, intendesi talvolta per Stoco, V. ZAVAGIÙBi, s. m. Garbuglione; Intrigante, V. Ingarbogiùn. Z AVARI A MENTO, s. 111. (colla z aspra) Farneticamento; Farnetico; Farnetichez-zu: Vaneggiamento, 11 farneticare 0 vaneggiare di alcuni per malattia. Dicesi anche nel sign. di Errore; Sbaglio; Abbaglio; Inganno. ZAVARIAR (colla z aspra) v. Farneticare; Vaneggiare e Vagellare, Errar colla mente, Dir cose fuor di proposito; ed è proprio di alcuni febbricitanti — Folleggiare, Dire 0 Far cose vane 0 da fanciulli. Zayariar da hato foriuso. Freneticare; Velirare, Essere in delirio, 0 frenesia. Zavariàr da mato o da vechio, Vaneggiare; Folleggiare; Scioccheggiare; Pargoleggiare ; Bamboleggiare, Dire 0 Far cose vano 0 da pazzo 0 da fanciullo: il che è proprio specialmente di alcuni vecchi. Zavariàr co la tbsta, Andar vagando colla mente; Spargersi 0 Sviarsi la mente; — Errare; Ingannarsi; Abbagliarsi: Travedere; Andar errato — Me toca za-viriàr, Mi tocca fantasticare, cioè Andar vagando coll’ immaginazione per ritrovar od inventare: che dicesi anche Mulinare; Girandolare; Stillarsi il cervello; Ghiribizzare. Z A V !\o zava% 10 jiinga, saveo, Maniera fam. Non erro; Non m’inganno mica, sapete? Zavarieo? Vaneggiate ? Impazzite; e vale V’ingannate d’assai. L’ amaià che zavaria el mor, L'ammalato vaneggiante muore, Detto metaf. e vale L’ uomo che svaria nelle sue azioni <0 proposizioni, indica tristo fine. ZAVÀTA ( colla z aspra ) 8. f. Ciabatta , Scarpa vecchia e molto logora; e dicesi anche di Quelle scarpe all’ apostolica, che usano i Frati scalzi. V. Zapàta. Scarpe, a pianta 0 a cianta, si dicono Quando, mandata giù la parte di dietro della scarpa, si riducono alla foggia di pianelle. V. Mola. In altro signif. Ciarpa, si dice ad Arnese 0 per lo più di cosa vile e vecchia, straccio , bazzecola, che dicesi anche Sferra, V. Intrighi. Scarpe/taccia, direbbesi al peggior. di Scarpetta; e Scarpaccia al peggiorativo di Scarpa. Mrkàr la zavàta, Dello fam. e figur. Mettere il becco in molle, Cicalare assai. Stimar qualcun come le so zavatf. , Slimar uno quanto la lacca dello zoccolo 0 quanto un cavolo a merenda, Niente stimarlo. ZAVATÀDA, s. f. Pippionata, Cosa sciocca 0 scipita, Scioccheria ; Gagliojferia ; Gofferia. Ciomperia, dicesi per Opera malfatta. Zavatàb , Ciabatteria ; Bazzicature , Coso di poco pregio. ZAVATAMENTO, s. ra. Acciabbattamen-to. L’atto di far grossolanamente alcuna cosa. ZAVATAR o Zavatàr so, v. Acciabattare; Abborracciare: Arrocchiare; Acciarpare: Acciupinare; Racciabattare, Far che che sia alla grossa e senza diligenza; tolta la metaf. dal Ciabattino. No bisogna zayatar, ma andar adagio, UNA COSSA A LA VOLTA, V. CoSSA . Zavatàr , dicesi anche per Racconciare. Racciabattare; Rintoppare; Rattoppare: Rappezzare ; Raggiustar grossolanamente le cose guaste e vecchie. Zavatàr in pressa, A/'ciapinare o Ac-eiappinare , Far con fretta menando le mani. ZAVATÈR. V. Zavatìn. ZAVATÈRA o Zayatina (colla z aspra) s. f. Femmina di Ciabattino, la quale per analogia di altri termini consimili, dee poter dirsi Ciabattina. ZAVATÌN, s. m. Ciabattino; Ciabatticre; Ciaba, Quel che racconcia le scarpe vecchie — Ciabattaio, dicesi Quel che traffica ciabatte. ZAVATÒN, s. ra. Ciabattina: Ciabattiere; Ciarpone ; Acciarpatore; Ciurpiere; Abborracciatore; Impigliatore, Quegli che lavora con prestezza ma senza diligenza. Zavatòn al zogo, V. SchiapÌji. Zayatòn, nel parlare domestico, dicesi anche per Imbroglione; Ayviluppatore. Z E G * ZAUTAR, v. che usasi nel Contado verso Padova nel sign. del nostro'ScHuossÀR, V. ZAZZAR V (colle zz aspre) s. f. Zazzera. Capellatura degli uomini teuuta per lo più in sino alle spalle. Gran zazzera, Zazzeraccia. ZAZZARÌN, 8. m. Zazzerina 0 Zaszerino, Piccola zazzera. Detto figur. vale Prete, detto così dalla zazzera che i Preti portano più o meno lunga. ZAZZARÒN, s. m. Zazzerone; Zazzeruto, Che ha gran zazzera; e dicesi anche Capellatura e Chioma per Tutti i capelli del capo. ZECA ( colla z aspra eie stretta ) s. f. Zecca, Luogo dove si battono le monete. Maestro de Zeca, Zecchiere 0 Zecchie-ro, Il Direttore della Zecca. Sazadòr db Zbca, Saggiatore 0 Assaggiatore, Quegli che fa l'assaggio delle monete e delle paste monetatali, per conoscerne la lega. Mendaòr 0 TornidAr de Zeca, V. Men- DAÙR. Coniadùr 0 Stampadór , Battinzccoa e Stampatore di zecca, Quegli che batte la moneta coll’ impronto. Rafinadòr de Zeca, V. Rafinadòr. Incisùr de Zeca, V. Incisòr. Provveditore agli ori ed argenti in Zecca. Tale era il titolo d’ uu Magistrato della Veneta Repubblica, che presiedeva alla custodia dei depositi d’ oro e d’ argento fatti da’ particolari neJla pubblica zecca. Provveditore ai prò in Zecca, Era un altro Magistrato destinato a pagare gl’interessi annui a lutti i Capitalisti che tenevano danaro nella Zecca; cioè prestato al Governo ovvero depositalo volontariamente per averne interesse. El crede che ni gabia la zeca, Maniera {am. Ei pensa che qui vi sia la cava. cioè Che vi sieno ricchezze, e vale Non ve ne sono. ZECARÒLA, V. Cecarola. ZECIIÌN., s. ni. (colla z aspra) Zecchino, Moneta d’ ora del peso Veneto di carati 17 danari tre e grani quattro, del valore di lire ventidue venete agli ultimi tempi della Repubblica, che fu poi accresciuto 1’ aggiotaggio sino a lire \‘2 e centesimi 75 italiani, cioè a Venete 25: Iu. ZrCHÌN RCSPIO 0 DE PABLA, V. iìuSFIO. ZEGIÈTO (colla z dolce) s. 111. Ciglietto, Giglietto, Piccolo Giglio. ZEG10 (colla z dolce e 1’ e stretta) s. ni. Giglio o Giglio bianco e Giglio di S. jOi-tonio, Fiore conosciutissimo fatto a campana, che ha odore narcotico, prodotto da radice bulbosa, detto da' Botanici Lilium candidimi, il quale è pianta perenne, che vedesi fiorita nel giugno. Zbuio rosso, Giglio rossu o Gigli por-cellani, Altra specie di giglio, che ha le foglie sparse e le corolle fatte a campana, non pendenti; chiamati da’Botanici Lilium bulbiferum.