746 Documenti (n. 4) La maggior parte di essi sono slavi; e se si dice che Fiume è anche necessaria al commercio ungherese e transilvanico, è questo un valido argomento per fare di essa un porto libero, ma non certamente per metterla sotto la sovranità italiana. Vi è a tale riguardo anche un’altra linea di argomentazione sulla quale noi vorremmo chiedere il permesso di dire una parola. Si domanda insistentemente da alcuni, e molti condividono questa idea, che il compito delle grandi Potenze non si limiti puramente ad assidersi e a ricomporre freddamente le varie parti della carta dell’Europa in istretta, magari pedantesca conformità con certi ammirevoli ma molto astratti principii. Esse devono considerare queste grandi questioni in una maniera più umana. Dopo tutto (cosi procede l’argomentazione) i problemi che devono essere trattati nascono da una grande guerra. I vincitori, in questa guerra, non furono gli aggressori; i loro sacrifici sono stati enormi ed i carichi che essi debbono sopportare sembrano quasi intollerabili. Non devono essi null’altro ritrarre dalla vittoria, se non la coscienza che le frontiere degli Stati europei saranno sistemate dopo il 1918 in modo migliore dell’assetto precedente, e che le Nazioni che combatterono dall’altro lato o che non combatterono affatto, hanno guadagnato la loro libertà grazie ai sacrifici altrui? Certamente i vincitori, ove essi lo vogliano, hanno diritto a qualche ricompensa più valida di quelle che i teorici rifacitori delle carte geografiche, lavorando nel vuoto, siano disposti a concedere loro sulla base di astratti principii. Vi è qualche cosa in questo modo di pensare che a prima vista ci colpisce tutti; e ove non esistano altri interessi se non quelli dei criminosi aggressori, esso merita seria considerazione. Ma in molti casi di ridistribuzione territoriale, è per lo meno altrettanto importante di indagare quali effetti produrrà il trasferimento sulle Nazioni a cui viene dato il territorio, quanto su quelle a cui esso viene tolto; e quando, come nel caso della Jugoslavia, avviene che la Nazione dalla quale il territorio è tolto è uno Stato amico, la difficoltàjdel problema è raddoppiata. Noi non osiamo parlare autorevolmente del valore dei