C A R CARATERE, s. m. Carattere. Segno delle lettere dell'alfabeto. CARATERE BATÒO O FISSO O CAZZA O IN- critolìo, Carattere fitto o stretto — Ca-raterf. picolo, Carattere minuscolo, Lettere minuscole o Minuscole assol. — Cara-tere cimkghìm, Carattere minuto o minutissimo — Caratf.rf. formato , Carattere formalello, cioè Formato secondo le regole della calligrafia — Caratere tondo e be- lo , Carattere polputo, ombreggiato — Caratere da can o cativo, Carattere malfatto ; Lettere inintelligibili. V. Rampe-gòni. Garateri da stampa. Curatteri (li stampa; Lettere. Questi sono altrettanti parallelepipedi d'una composizione metallica particolare, all’estremità de’quali v’è in rilievo una lettera o qualche altra figura impiegata nell'impressione de’libri. Un caratf.rf. intiero , T. degli Stamp. Corpo di carattere. Ociiio del car.ìtere, Occhio, T. degli S tamp. S’intende generalmente delle differenti grossezze dei caratteri, considerati nella loro superficie coni’è l'occhio. Artf. del bel caratere, Calligrafia; Conoscenza delle belle scritture c degli ornamenti degli antichi manoscritti de’ libri, avanti la scoperta dell’arte della stampa. Caratere vago, V. Vago. Caraterf. , Carattere dicesi anche Ciò che distingue una persona da un’altra rispetto a’costumi ed all’ingegno, onde si dice che il tale ha un buon carattere, un cattivo carattere, etc. CARATERÌN, s. m. Carattere formalello, Carattere minuto. CARATERÒi\, s. m. Uomo di carattere, Uomo originale, Di carattere e genio particolare. CARATO, s. m. Messa, Quella porzione che i Mercanti mettono per corpo della compagnia e vale Contingente. Carato, si chiama una Sorta di peso, ed è il ventiquattresimo dell’oncia in riguardo all’oro, e parlandosi di diamanti o di perle, il peso di quattro grani. Paga* a carato, Pagare a ragguaglio o a proporzione, In corrispondenza della quantità e dell’obbligo di cadauno. Carati, chiamavasi ai tempi veneti Quella tassa proporzionale che pagavasi agli Uf-fizii civili vincendo uua lite. CARAVÀNA, s. f. Caravana, Parola turca, Truppa di mercanti, viaggiatori o pellegrini, che per maggior sicurezza vanno di conserva ne’luoghi infestati da ladri o da corsari, e nei deserti. Caravana , Carovana per similitudine significa compagnia, laonde Andar in carovana così in italiano che in veneziano j vale Andar in compagnia, Andar di con- ; serva. Far la so caravana, detto fig .Fare la sua carovana; Aver fatte la sua carovana, Fare o Aver fatto il suo noviziato. CARAVÈLO, Carovello e CaraveUo. Agg. Boerìo. C A R ad una sorta di Pera, il cui albero si chiama egualmente. CARRÒN, s. ni. Carbone. Legno arso o ancora acceso o spento — Spodio chiamasi quel che rimane dopo l’abbruciamelo di che che sia divenuto carbone — Cetina, la fossa ove si-fa il carbone. Carbòn de miniera, Carbon fossile o minerale. Carbòn he lf. biave, Carbone; Ruggine; o Bub 'gine e Fitiggine, chiamano gli Agricoltori una Malattia del grano, per cui la sostanza del granello diviene nericcia, fetida e come carbone di legno spento; a distinzione della malattia delta propr. Volpe o Colpe, per la quale il granello con tutta la sua sostanza si converte in polvere fetida e nera. Generalmente però tanto l’una che l'altra malattia per lo più si chiama indistintamente Vo'pe. In Toscana i Contadini la chiamano Calvonchio. V. Incarbonir. A proposito df. carbòn tre soldi al brazzo, Maniera fam. /I proposito di zucche ; Mescolare le lance colle mannaie, Unire insieme cose disparate. CARRONÀ, V. Incarbonìo. CAR1ÌONAZZO, s. ni. Saettane o Aeonzia, Sorta di serpente, detto anche lucuto, tutti nomi esprimenti il modo con cui si lancia a guisa di dardo addosso agli animali che vuol ferire. E di color verde; e qualche Sistematico lo chiama Coluber flave-scens. CARBONÈLA, o Carronina, 8. f. Carboni-gia, Polvere di carbone o Carbone minuto. Brace si dice dei Carboni spenti che si vendono. Quel da la carbonina , Braciaiuola, Quegli che vende braco spenta. V. Spolve-razzo. Cììsèta de la carbonina, Braciaio, T. de’Fornai. Specie di cassetta in cui si ripone la brace spenta. CARBONÈR, s. m. Carbonaio, Quello che fa o vende o porta carbone. CARBON’ÈRA, s. f. Carbonaia, Ruca dove si fa il carbone, e Luogo dove si custodisce. Carbonara, detto in T. Mar. Lupo, Sorta di Vela nera. CARBONÌiN, s. m. Carboncello o Carboncino, Piccolo carbone. CARRONÒSO, Carbonchioso. Agg. di Terreno che sia abbruciato o riarso; 0 di altra cosa simile. CARBONTIYO, Lo slesso che Carbono-SO, V. CARCASSA, s. f. Carcassa, Specie di bomba, che nel secolo VII usavasi anche dai \ eneziani, composta di varii cerchi di ferro congegnati insieme quasi a foggia di carcame, CARDÈTO, s. m. Carduccio, Cardoncello da riporre nella carciofaia o per fare i gobbi. C\RDO, o. m. Cardo salivo o Cordone, Chiamasi la Pianta del Carciofo ricoricata C A R 137 e divi nula tenera e bianca, che si mangia — Gobbo si dice anche La stessa pianta, allorché ha preso una forma curva e ritorta per essere stata ricoricala. V. Artichio- co. CARDO SANTO, s. ni. o Rarba del diavolo, T. degli Krbolai. Cardo santo, detto anche Erba turca, Pianta notissima che si semina annualmente, detta da'Rotanici Centaurca benedicta. CARDO SPINÓSO, s. m. Curdoscolimo o Cardo spinoso, dello anche Carciofo selvatico a Presame o Caglio. Sorta di Pianta che alligna fra noi presso al mare, ed ha le foglie spinose. I Sistematici la chiamano Cynara Cardunculus. La parte più ricercata di questa pianta sono i flosculi del fiore, i quali seccali servono a cagliare o rappigliare il latto e fare ciò che diccsi Formaggio dolce ; e però Presame o Presura Buoi chiamarsi questa pianta. CARÈGA e alla plebea CARIÈGA, s. f. (detta, come pare, da Carex, Carice, di cui si tessono le seggiole) Sedia, ed anello Siggiola, Arnese su cui si siede e comunissimo nelle famiglie — Seggio è più usato ne’ versi. — Sedile , dicesi a Sedia rozza senz’artifizio. Carega da pozo, Scranna; Ciscranna; Sedia a bracctuoli — Star in carega da pozo, Locuz. fam. e figur. Stare a o in panciolle, Star con tutti i suoi agi, eon ogni comodità — Stare in sella, vale fig. Essere a vantaggio o in buono stato. Sciienàl de la carega, Spalliera; Appoggiatoio, Il di dietro bu cui l’uom s’appoggia sedendo. V. Sparangola. Carkca da parto, Predetta, Arnese di legno ad uso delle donne di parto. Carèga da tre pìk, Deschetto, Arnese da sedere che si regge su Ire piedi. Carega da Vescovi, Faldistorio o Fal-disloro, Sedia bassa che usano i Prelati nelle Chiese. Careghe dei bastimenti, Scranne, Legni posti gli uni su gli altri per traverso a guisa di gabbia sotto la barca quando si fabbrica. V. Vasi. Passar dal i.f.to a la carega, V. Leto. Co no se fa la seconda se mor in ca-rf.ga, V. Seconda. CARFG1IETA, s. f. Seggiuolino o Seggiolino, Piccola sedia. Far caregheta in casa d’altri, Accu-lattar te panche o Covarsi a sedere a scranna in casa altrui, vale Star più che non dovrebbesi in casa altrui. Zogàr a san Pif.ro in carkgheta, V. in Zogàr. El caregbf.ta , Seggiolaio, Maestro di far seggiolo. La caregheta , dicesi pure da noi per La moglie o femmina del seggiolaio, che per analogia di altri termini consimili po-Irebbe dirsi Seggiolaio. CAREGIIÌN, s. m. Seggiolino; Seggiola; Seggio'o; Seggellina, Piccola seggiola. CAREGÀR, Voce bassa, V. Cargàr. • 13