25 Aprile. Metto ordine nelle mie carte onde essere pronto a partire per l’eventualità che il mio colloquio con Sonnino porti a modificare le istruzioni di Orlando. Raccolgo più precise indicazioni sul decisivo colloquio del pomeriggio di ieri, avvenuto in casa di Lloyd George, fra Orlando e Sonnino, Wilson, Lloyd George e Clemenceau. Orlando ha posto la pregiudiziale: Io devo ritornare davanti al Re ed al Parlamento per avere la conferma dell’autorità che Wilson mi ha implicitamente negata. Se mi offriste quello che io stesso ieri vi ho chiesto, oggi non potrei accettare. Wilson pare abbia cominciato a capire di avere commesso un errore: ha dimostrato di condividere il punto di vista di Orlando. È chiaro che Orlando ha trovato la via d’uscita per tutti. Se, come nessuno dubita, tornerà sorretto dalla fiducia esplicita e unanime del Paese, il manifesto sarà messo tra parentesi, e le trattative per Fiume e per la Dalmazia si riprenderanno da parte nostra con maggior forza ed autorità, mentre gli avversari saranno in posizione indebolita. Sonnino ha voluto insistere per avere proposte definitive dall’associato e dagli alleati e naturalmente non le ha ottenute. I metodi dei due nostri maggiori uomini si sono cosi ancora una volta dimostrati in contrasto tra loro. Wilson ha insistito perché il Parlamento conosca anche il suo primo memorandum, che contiene proposte soppresse nel manifesto. Il colloquio è stato lunghissimo, con continui attacchi e parate. Orlando ha voluto mantenere la sua linea e ha finito coll’andarsene un po’ bruscamente. Ma se n’è andato