M 0 S Uomo, lo stesso che Mabzemìn. nel sign. di Furbo; Mascagno. MOSCATO, add. Moscadello. Agg. al Vino fatto di moscadella V. Moscata. MOSCATÒN, add. Moscadello, Agg. che si dà a certe Pere che hanno un sapore simile al Moscadello. MOSCHÈA , s. f. nel parlar fam. si dice scherzevolmente per Moscaio, Quantità di mosche adunate in uu luogo. MOSCIIÈTA, 8. f. Moschetta; Moschettino, Piccola mosca. Mosciièta da tabaco, Cerambice moscato, Cosi chiamano i Naturalisti un certo Insetto che manda buon odore, e si vuol quindi mettere nel tabacco per profumarlo. Liu-neo lo chiama Cerambyx muscatus. Moschéte de la sabba, Mosche si chiamavano altre volte Que’due pezzetti di barba che l.isciavansi sul labbro superiore alle due estremità. MOSCHÈTO, s. m. Moschetto, Arma da fuoco più corta del fucile, ad uso della Cavalleria, che si porta da essa ad armacollo col calcio in su. Ila per altro il calibro e la bocca uguali a quelli del fucile. Anche i soldati d’ artiglieria vanno armali di moschetto. V. Schiopo. Mobcheto da cabne, V. Moscabiola. MOSCI1ETÙN, 8. m. Moschettone, Arma da fuoco più grossa del fucile. Fu anche detto Moschetta. MOSCÒN, s. m. Moscone; Mosconaccio; Ronzone, Mosca grande che Linneo chiama M lisca carnaria, dalle carni sulle quali va a posar le sue uova. V. Mosconi. Detto per metaf. in forza d’ Agg. a Uomo, Damerino ; Vagheggino ; Civettone ; Civettatore, Giovanotto che codia e vagheggia le donne. V. Mobosèto. Fab uh moscòn, Locuz. di gergo fam. Far un pegno, Impegnar della roba. MOSCÓNI, s. m. pi. Cacchioni, cioè Quell’ uova dei Mosconi deposte sulle carni morte, che divengono poi vermi. MOSSA, s. f. Mossa ; Movimento. Mosse dicesi il Luogo donde si muovono i barberi quando corrono al palio. Quindi Dar le mosse, vale dar il segno per la corsa — Scappala, si chiama propr. la prima mossa del Cavallo liberato dal ritegno che lo impediva. V. Meta. Mossa de cobpo, Smossa di corpo; Soccorreva ; Dissoluzione di corpo ; Uscita ; Andata di corpo e Andata assolut. e Andatacela; Diarrea — La Dissenteria, che chiamasi auche Pondi, è la Smossa di corpo con sangue — Tenesmo, dicono i Medici allo Struggimento continuo di andar del corpo, con mucosità tinta di sangue. Mossa nel giuoco della Dama e degli Scacchi, dicesi anche da noi il Muovere i pezzi, il portarli da un luogo all’ altro, in che propriamente consiste il giuoco, e quindi Far buona o cattiva mossa, vale Muovere bene o male le pedine o i pezzi. MOSS ATO. 8. m. Zanzara, Insetto volatile che ronza e pugne; Io stesso che Zbnsìla, V. MOS MOSSOLÌN, s. m. Moscione', Moscino; Mascherino e Moscerino, Piccolissimo aui-maletto volatile, che nasce per lo più nel mosto e chiamasi da Limi. .Vinca cellaris. MOSSOLIN A. V. Mussolina. MOSTADÙRA, s. f. Presmone, cioè Mosto colante dalle uve prima di pigiarle. MOSTALEVRÌA, s. f. detto da’ Greci Mu-staleviià) Defritto, Voce agr. Mosto «otto sino al puuto di divenire spesso e sodo. V. SuGOLI DE MOSTO. MOSTAR, v. Ammostare ; Pigiar l'uva per cavarne il mosto. V. Fola*. MOSTARDA, s. f. La nostra Mostarda è una vivanda, o sia un sapore preziosissimo venduto da’ Confettieri, e fatto essenzialmente di mele cotogne condite ili senapa e miele, ovvero di zucchero. Nell' Alberti en-ciclop. la Mostarda è definita Mosto cotto nel qual s’infonde seme di senapa rinvenuto in aceto, e s’ usa come il sapore e la salsa. La Mutata si definisce Vivanda fatta di mele cotte. Dunque nè la Mostarda nè la Melata dell’ Alberti sono la Mostarda di Venezia. La voce Mostarda indica \ivanda fatta principalmento di mosto; noi abbiamo il Miisloculto che si condensa colla farina, ma il suo nome è propriamente Sogoli db mosto V. Secoli. Il Cotognata, benché sia fatto anche di molo cotogne, non è nè meno la nostra Mostarda. Mostabda, dieesi anche scherzevolmento per Venia. MOSTAZZETO, s. m. Mostaeciuolo, Pezzetto di pasta con zucchero, spezie ed altro. MOSTO, s. m. Mosto, Sugo delle uve pigiale onde fassi il vino. Quello che sgocciola dalle uve non ancora pigiate, dicesi Presmone, E quello della grassa non premuta dal torchio, Civvello. MOSTOSO. add. Mostoso, Che ha del mosto o molto sugo, e dicesi di alcuue fruita. Mele Moslose ; Frutta mostose. Muso mostoso, Viso gustoso o soave o saporito, dello Gg. cioè Grato ai sensi, dolce, che arreca diletto. MOSTRA, s. f. Mostra, Apparenza, Sembiante — Fab «ostia, Fingere ; Simulare. Mostra o Saggio, Esempio di lavorio. Mostba de botbghk, Mostra, Mercanzie esposte sulle balconate delle botteghe a vista comune — Bachèca chiamasi la Cassetta col coperchio di vetro ove sono esposte. Da la «ostba se conosse la pezza, Lo stesso che Dai segni se cognosse le sale, V. CONOSSEB. Mostba db galanterie, Scarabattola ; Trappole di quattrini, si dice di Cose che stieno in mostra per vendersi, vaghe all’ occhio e di niuna utilità. Mostbb db la velada o simili, Mostra — Mostreggiatura, Quella parte del soppanno del vestito, che para il petto e le lasche, e ripiegandosi si mostra al davanti — Mostbb de le maneghk. Paramani — Me-teb le mostbe a la velada, Mostreggiare il giustacore, e quindi dicesi Mostregqia- lo all’ abito che ha Mostreggiatura. MOS 420 Mostba de le cebmde. Mostra delle Cerne, Rassegna generale delie Cerilo, che uei tempi della Repubblica la ce va si ogni anno da primavera iu lutto lo Stato Veneto di Terra ferina. Mostba del belogio, Mostra o Quadrante, cioè Quella parie cho ludica le ore. E per 1‘ Orologio slesso iuleudesi di Quel- li da tasca che non battono; ed è gallicismo. Mostbe de pano k tele, Mostre si chiamano que’ Pezzetti di panno, che si dauno per esempio e saggio ili lavoro, Mostba de vin, Saggiuolo o Saggio, Piccolo fiasobetto, uel quale si porta altrui il vino perchè e’ ne faccia il saggio. Stab in mostba, Stare a mostra o Stare in sulla mostra, valgono Essere iu luogo esposto al pubblico ad effetto d’esser veduto. Peti in mostba, Poppe o Pappucce in mastra o a mostra. Tegnìb in .mostba, Tenere a mostra. MOSTRAR, v. Mostrare, Manifestare. Mostrare, vale Fingere, Far vista. Mostbàb col deo o a deo, Additare ; Accennare ; e perchè tal cenno si fa comunemente col dito indice, per ciò si dice anche Indicare — Mostrare alcuno a dito ha talvolta il medesimo significato, ma dicesi per lo più in cattiva parte; e quindi Esser mostrato a dito, vale Cadere in osservazione del pubblico per qualche mala azione commessa; come se si dicesse accennando col dito, Vello là. V. Mostbàb el COLO. Mostbàb de cbedeb, Far vista di credere o di bersela. Mostbàb de savèb peb descalcinàb qualcun, Far caselle per apporsi, Quando per circuizioni di parole cerchiamo di ritrarre qualche cosa da chi che sia. V. Descal-cinàb. Mostbàb de vkgnìb da la vila, Fingere di non sapere ; Dissimulare ; Disfingere Fare il nescio o il noferi. Mostbàb el con bevebknza parlando, Mostrar il civile, detti per ironia, il Culo. Mostbàb el culo o el daoto, Essere malvestito ; Esser mendico ; Cascare altrui le veslimcnta di dosso; Non aver cencio di che che sia — in altro sentimento, Divenir la favola del paese ; Far piazza o Far bella la piazza; Mettersi in canzone o in baia; Farsi scorgere o burlare; Rimanere scornalo o scornacchiato — Infilar le pentole o Infilare assolut. vale Fallire in piazza. — Mostrarsi il culo al popolo, vale Palesar i suoi fatti. V. Oto e Daoto. Mostbàb el muso, Mostrare il viso o il volto o la fronte ; Mostrare i denti, cioè Opporsi arditamente, die anche dicesi Ringhiare. Mostbàb i denti, Digrignare i denti; Ringhiare, proprio de’ Cani quando vogliono mordere; e quindi Ringhio o Ri-rjno. V. Ruzàb — Applicato a’ paoni, Ra-