Unde~cima? Gruferò p. 1078. nu. 1. Phedimo Liberto di Traiano è intitolato A COM-MENT. ( cioè Prendente a i Commentar] ) BENEFICIORVM. Lo ftef-(0 Cicerone nell’ Orazione prò Archici fembra aver fatta menzione di que- ili Benefici. Son poi chiare le parole di Lampridio nella Vita di Alef-fandro Severo Augufto . Sola, quce de kofiibus capta Junt , limitaneis Duci-bus , & Militibus donavit , ita ut eorum ifia ejfent, fi hercdes illorum militare nt . Ecco una fembianza de’noftri Feudi, dati con tacito o palefe patto di fervire coll’armi al Signore del Feudo. Que’Beni erano donati, ma per goderne, finché gli Eredi militaffero . Tuttavia perchèque* Benefizj niuna giurisdizione feco portavano, come i Feudi nobili de’Se-coli fuiìeguenti , e non vifiravvifano altre condizioni : non ci danno eiìs una vera idea di effi Feudi ; e tanto più perchè ne’ Codici di Teodofio , e Giuftiniano niuna menzione fi truova di Beni, che aveffero faccia di Feudi . Sembra perciò meglio fondata l’opinion d’altri Eruditi, che traflero da i Popoli della Germania 1’origine de’Feudi, fe non che forfè non è così grande 1’ antichità d'eili, come taluno ha penfato . Perciocché fi figurano portato in Italia queft’ ufo da iLongobardi j e pure nulla s’incontra nelle Leggi, e memorie di quella Nazione , onde s’argumentino ufati fra loro i Feudi. Altri con più ragione han giudicato, enei Franchi, gente Germanica , anche prima de’Longobardi, introduceffe nelle Gallie i Feudi. Per teftimonianza di Aimoino Lib. 1. Cap. 14. il Re Clodoveo Milidunum Cafirum eiòem Aureliano , cum totius Ducatu regionis , jure Benejlcii eoncejfit. Anche il dottiiHmo Bignon nelle Annotazioni a Marcolfo , dovunque fi fa menzione de Vajfi e de Benefici Regali, ivi trova i noilri Feudi. Ho io qualche difficultà a concorrere in quefla o-pinione . Imperciocché comunemente s’è creduto finquì, che \Va(Ji de’ Franchi quei foifero , che godevano qualche podere jure Beneficiario , cioè a titolo di Feudo : laddove a me fembra , che per eifere Vaffo non ii efigeffe il godimento di qualche Benefizio. Per quanto oflervarono il Du-Cange, il Boxornio , e l’Eccardo , Vaffus in linguaggio Cambrico lignificò Famulus y e Minfier: di modo che parmi di vedere, che il nome di Vailo fi dava a chiunque ferviva nelle Corti Regie anche fenza pofleder Benefizj. Forfè Kaffalli ( fe pur non era affatto lo ileifo che Vaili ) fi diffe di quei, che fervivano a Signori inferiori, e quantunque in un Capitolare dell’ Anno 823. fotto Lodovico Pio fieno nominati Va (fi , & Vaf-fall Regis -, pure più frequentemente portavano il nome di Vafialìi que* Nobili, che fervivano a i Duchi , Marchefi, Conti, Vefcovi, ed anche Abbati per luftro della lor Corte, e Famiglia . A quefti tali per ragion della Carica, o pure dopo lungo fervigio in ricompenfa fi concedeva il godimento di qualche podere con titolo di Benefico. Aimoino è Autore de’Secali baili. Gli Antichi Annaiiiti de’Franchi parlano di MelrfuM ( oggidì