Ventesimasesta. 3Ó7 )a refa con far loro conofcere l’imminente pericolo. Ricufando efii di arrenderti, dato fuoco a i puntelli, fi lafciava precipitare il muro. Di ciò iì truovano frequenti gli efempj nelle Storie d’allora. Erano anche in ufo le Mine, appellate Cuniculi da i Latini. Non da Minori , ma bensì dal Latino Minare lignificante Condurre , che noi tuttavia tifiamo dicendo Menare, credo 10 derivato il nollro Mina , Minare , e Minatore , per far intendere chi guida una ltrada fotterranea , fìccome ancora fu chiamata Miniera la Fodina de gli antichi, perchè con fotterranee vie fi conducono gli uomini alle vifcerc della terra. Pietro Azario Storico del Secolo XIV. così fcrive : AggreJJores viòentes fradicia non valere , coeperunt ponere in Civitate Tapponum valde occultum prò ipfo Cajìro obtinendo, & cavando . Et quamvis aliquando per contrariam cavaturam ipjìs Tapponatoribus male fueceffiffet &c. Qui Tapponum lignifica una Mina, e forfè fu fcritto Talponum , nome prefo dalle Talpe , che fanno il meftiere di far vie fot-terranee. Nè lì dee tralafciare, truovarfi preffo gli antichi un’altra forta di Fortezza, chiamata Dongiont , nome a noi venuto di Francia, dove dara tuttavia. Cosi chiamavano il luogo più alto delle Fortezze fabbricate nelle Colline, come oiTervarono il Du-Cange e il Furetiere . In fatti Dun è voce Celtica lignificante Colle o Monte. Di quelli Dongioni uno ve n’era nella Rocca d’Erte, come feci vedere nella Par. L Cap. 35. delle Antich. Eftenii. Nel Cartello d’ Albinea Difttetto di Reggio tuttavia lì legge la feguente Ifcrizione. ANNO DOMINI MCCLXXVII. IND. V. HOC OPVS FVIT FACTVM TEMPORE VENERABILE PATRIS D. GVL1ELMI DE FOLIANO EPISCOPI REGI! SCILICET PALAT1VM CVM DVJONO ET PVTEVM , ET TVRBIS , ET DOMVS EXTRA DVJONVM ET MVRVS DICTI CASVRI DE ALBINETA. In uno Strumento di concordia fra Guglielmo Vefcovo di Lucca, ed Ugo Conte di Lavagna dell’Anno 1179. li parla de fumitaie CaJlnveteris de Garjagnana , qua Dongionem appellatur. Truovanlì ancora CajJ’ara , o Caffè ra, altra forta di Fortezze, che fembra diverfa da i Dongioni. Caflrum, quod Caffarum vocant, fon parole di Niccolò Speciale Lib. V. Cap. 8. della Storia di Sicilia . Da gli Arabi prefero gl’ Italiani il nome e la forma ditali Rocche j e però li truova fpeiTo nelle memorie de’Siciliani, Napoletani, e Tofcani, che converfavano con quella gente . E tuttoché tal nome deffero ad ogni forta di Fortezze , pure fembra che paflafTe qualche differenza fra i Calieri e gli altri Luoghi fortificati. In una fen-teaza de’Giudici Imperiali ordinanti la reflituzione della Città di Mafia in Tof-