42-8 Dissertazione itile egli loda le Saline Venete: Inde( così egli parla ) vobìs fruclus om-nis enafcitur, quando in ipjis & qua non facitis , pojjidetis Moneta illic quodammodo percutitur viclualis. Notili quel quodammodo , cioè per cosi dire . Le voitre Saline per voi fono una Zecca , perchè il Sale ivi formato vi provvede di tutto quanto fi richiede al voitro vitto. 11 Sale vi è in luogo di Moneta . Sommamente defìderava io di poter rinvenire uno di que’ Denari Venerici, che abbiam veduto fpefi nel Secolo Decimo, e grande ricerche ne feci. A quefta mia voglia in fine foddisfece l’Eccel-lentilìimo Sig. Domenico Pafqualigo del quondam Vincenzo Senator Veneto, con aver egli trovato tre antichi Denari fimili, che fomminiftra-rono a lui occafione anche d’illuftrarli con una erudita Differtazione ftampata. Io ne ho prodotto un folo. Quivi fi mira la Croce, e nel contorno CHRISTVS IMPERAT. Il rovefeio rapprefenta una figura di Tempio colle lettere VENECI, e un’A. più baffo . Punto non dubito io, che tal Moneta appartenga alla nobiliffima Città di Venezia, grande ornamento d’ Italia , e non già alla picciola di Francia. Equeili Denari fi dovevano battere ivi ne’vecchi Secoli. Già li abbiam trovati in ufo nel Secolo X. e quefto vien confermato dal Chiariffimo P. Bernardo de Rubeis dell’Ordine de’Predicatori, da cui furono lette in uno Strumento del Friuli dell’Anno 972. le leguenti parole : Et perfolvere exinde debeant Jlngulis annis per omnem Mifjani Sanili Martini, Argenteos bonos Mediolanenjes folum quinque, aut de Venecia folum decem. A que tempi adunque credo io, che s’abbia a riferire il Denaro fuddetto , nel quale non comparendo nome di alcun Imperadore Greco o Latino , indizio può effere fin d’allora della Sovranità di quella infigne Repubblica. Andiamo ora a vedere, quali altre Monete Venete ho io potuto raccogliere . La Seconda appartiene ad Enrico, o fia Arrigo Dandolo , Doge dì Venezia nel 1192. che lafciò gran memoria delle fue illuftri azioni . Siccome accennammo, fu egli il primo a mettere ne’Denari il fuo nome: cofa non praticata in addietro. Nel diritto comparifce l’Immagine di Cri-fìo con lettere Greche IC. XC. Jejus Chrijlus. Nel rovefeio San Marco confegna al Doge la bandiera colle lettere H. DANDOLVS, cioè Hen-ricus ; e S. M. VENETI , cioè Sanclus Marcus. Venetia o Venetiarum, o Veneticorum. Denari tali furono appellati GroJJi, o Matapani. La Terza preffo il fu Padre Catterino Zeno , Fratello del rinomato Sig. Apoftolo , riguarda Pietro Ziani, eletto Doge nel 1205. Quivi fi vede Crifto fedente col Vangelo, e le lettere IC. XC. 11 rovefeio è fi-mile al precedente , fuorché nell’Ifcrizione , cioè P. ZIANI, e S. M. VENETI. La Quarta nel Mufeo Bertacchini, appartiene al fuo Succeffore Jaco-po Tiepolo, eletto nel 1229. E’fimile a’precedenti. fe non che ha l’ifcrizione IA. TEVPL DVX, La