Ventesimaterza? 251 Abbiam veduto , che la Spada era un facrofanto arnefe per li Longobardi, perchè mettevano la lor maggior gloria ne! valore, amando ciafcuno d’effere bravo, o almeno di goderne il concetto. Così alto andava allora quefta pretendane , che niuna più frettante ingiuria fi potea {caricare contra d’uno, che chiamandolo Arga , lo fteflo che oggidì Poltroni, e codardo. Nella Legge 384. di Rotati abbiamo: Si quis aiium Ar-ga per furorem clamavit, era obbligato a disdire injuriofum verbum , ed a pagare la pena di dodici Soldi ; o pure dovea foftenere il Tuo detto per pugnam. Però Paolo Diacono Lib. VI. Cap. 24. racconta , che un certo Algido nobil Uomo , perchè da Fredulfo Duca fu chiamato Arga , non potendo (offerir tale affronto, con lo fpignerfi in mezzo a’nemici andò a cancellarlo lafciando ivi coraggiofamente la vita. Parimente fra i Popoli Franchi infoffribil villania era il chiamar Lepre alcuno . In que’ tempi adunque il più favorito ftudio de’Popoli venuti dal Settentrione a fignoreggiar le Provincie del Mezzodì, confifteva nella Scherma , e nel maneggio dell’Armi, in Cavalcare, fcagiiar Afte, Dardi, e Saette, opporre lo feudo a i colpi nemici, ed affuefarfi ad ogni affalto , che potette o nelle private tenzoni , o nelle pubbliche guerre accadere. Parlo de gli Uomini Liberi, perchè a i Servi non era permeilo di militare. Fu appunto il Re de’Goti Teoderico encomiato da Ennodio per la fua cura di allevare la gioventù fra 1’Armi anche in tempo di pace. Adhuc, die’egli, manent in foliditaie vici rici a ag mina, & alia jam creverunt. Du-ramur tacerti mijjìlibus , & implent achonem fortium , dum jocantur. Agitur vice fpeclaculi, quod jequenti tempore poterà fatis effe virtuti . Dum amentis puerilibus hoflilia lenta torquentur ; dum Arcus quotidiana capitum neces diri gum , Urbis omne pomoerium fimulacro congrejfionis atteri tur. Agit figura certaminum, ne cum periculo vero nafeantur. Lo fteffo fi può raccogliere da Caflìodoro. Nè fecero di meno gli antichi Romani, per avvezzar colle finte battaglie alle vere la lor milizia: del che fiamo accertati da Ver-gilio, Sdio, Plinio, Vegezio, ed altri. Simulacra bellorum agere fu chiamato un tale Studio da Giulio Capitolino nella Vita di Maffimino . Ma vedi qui fotto il Cap. XXIX. dove fi parlerà de gli Spettacoli. La grande ignoranza , che per più Secoli occupò l’Italia, s’ha principalmente da attribuire all’avere una volta i Barbari, e i loro Sudditi collocato il più bel pregio della Nobiltà, dell’ Onore , e della Gloria nell’ amore dell’ Armi, e nell’ applicarfi all’arte della Guerra . Credevafi allora, che lo (Indio delle Lettere fofle un cibo proprio de’Cherici, e Monaci, e non de’ Secolari; e che la Letteratura ammolliffe di troppo il coraggio de gli uomini , con torgli quell afpro e felvaggio, che fembra efigerfi dalla fortezza guerriera. Il fopra lodato Teoderico Re de’Goti e d’Italia, ficco-me infegna 1’Anonimo Valefiano , inlìteratiis erat , & fic obrutofenfu , ut llì decera annos Regni fui quatuor Lìteras fubfcriptionis editti fui difeere nuL I i 2 '¿ai*-