I I i Dissertazione Ufizj baffi anticamente appartenevano a i Servi, e gli onorevoli a i Liberti. E tanto più quefto fi praticava, perchè i Liberti in certa maniera entravano nella Famiglia propria de’lor Patroni. Imponevafi dal Signore un iblo nome al Servo . Qualora poi coftui veniva manometto, acquiftava il Prenome, e nome del medefimo Signore , come farebbe il dire a’ noftri tempi, che gli era conferito il Nome , e Cognome di chi prima il fignoreggiava . Bella Ifcrizione fi legge nella mia Raccolta pag. mdxxxvi. num. 6. porta ad un Fanciullo appellato Fefto che caduto in un pozzo perdè la vita, QVI SI VIXISSET , DOMINI IAM NOMINA FERRET . Se il Signore forte flato per efempio Marco La-birio Ferace , il Fanciullo manomeffo fi farebbe da lì innanzi nominato Marco Labirio , Liberto di Marco Fejìo, ritenendo il nome del tempo fervile cioè Fe/ìo , nell’ultimo luogo. Talmente era confiderabile quefto effere aggregato alla Famiglia, che Patroni artaiffimi folevano far comune il proprio Sepolcro a i loro Liberti , e Liberte, come corta da i Marmi antichi : Privilegio di cui non erano partecipi i Servi. Molta in-duftria perciò uiavano allora erti miferi Servi per abilitarli in qualche profeffione a mifura del loro talento. I Servi fteflì faceano imparar Lettere a i lor Figli, e di quefto fi prendevano cura anche i lor Padroni . Con ciò fi meritavano effi di ufcire dalla vile lor greggia e condizione, per fervire come Liberti in Ufizj di onore, e di lucro . Noi non fappiamo fe con patti, e con quai patti una volra fi mano-metteffero que’Servi, che poi continuavano come Liberti a fervire in Caia de’loro Patroni, con ertere alzati a più onorati impieghi . Sappiamo bensì dal Tir. de Opens Libertor^m , ^ dall’altro de bonis Libertorum ne’ Digerti, che moltiiììmi acquirtavano 111 Libertà con obbligarfi di fare a i Patroni de i Regali, o delle Fatture, fe erano Artefici, Operas, vel Donum. Quefto fi praticava verifimilmente da i foli Mercatanti , ed altri Signori dati all’intereffe, ma non già dalle Nobili Caie. Per conto di quefte, le antiche Ifcrizioni ci fanno vedere, che moltiiììmi furono coloro, che anche dopo la confeguita Libeità feguitavano a convivere, e fervire in quelle medeiìme Caie, non più come Servi, ma come Liberti, perchè probabilmente tornava il conto a gli uni , e a gli altri. I Patroni fi fervivano di Perfone loro confidenti, e già inneftate nella propria Famiglia; e i Liberti crefciuti di onore, e di guadagno poteano accumulare roba per sè , e per li Figli. Non ho io potuto fco-prire fe i Romani teneflero Servi Mercenarj come oggidì. O di veri Servi, o di Liberti allora fi fervivano. Ciò porto, maraviglia è, che il Pignoria in trattando de gli Ufizj de’Servi antichi, imbrogliafle tanto le carte, fenza diftinguere i Servi da i Liberti, e con attribuir molti impieghi a i primi, che pure erano riferbati a gli ultimi . E più da ilupire e, citarfi da lui Marmi, che parlano di Liberti , e pure fono