Ventesimaottàva. 487 ni è da credere , che foiTero quefti Mirabitii. Che Moneta foiTero gli Scìlìaù , noi so dire, nè fe tal nome foiTe pofto in vece di Liliatum , o pure Scyphatum , ovvero Schìfatum. Di quefte ultime Monete fovente s’ incontra menzione nella Cronica Caiìnenfe di Leone Oftienfe, e in altre antiche Carte. Il corfo degli Schifati fu fpezialmente nella Puglia e Ca> Jabria , e di quefta Moneta abbiamo menzione in uno Strumento del 1112. da me dato alla luce , comunicatomi dal P. Sebaftiano Pauli della Congregazione della Madre di Dio, Letterato chiariflimo, contenente la vendita del Cafale di Santo Apollinare fatta a Crifiadoro Ammiraglio di Gugliel mo Duca di Santa Maria del Patirò. Confetta il venditore di aver ricevuto da eiTo Ammiraglio quingentos Schifatos , & tres Dejlrieros. Opinione fu del Du-Cange , che così foiTero appellate quefte Monete , perchè formate colla figura di uno Scipho , e perciò non diverfe da i Cauci mentovati ed ufati da’Greci : giacché Caucum nella lor Lingua fignifica lo fteiTo* che il Latino Scyphus , o fia vaio da bere. Se così fofle , noi so io determinare . Con franchezza bensì dico , che Nummi tali, o Greci o Latini, imitavano più tofto una Scodella, e furono fimili alle Monete d’ argento, battute in Milano a’tempi di Ottone Augufto il Grande, le quali erano alquanto cave nel mezzo , e prominenti nel contorno : del che s’è parlato nella precedente DiiTertazione. Che poi gli Schifati foffero Denari d’oro, l’ha fatto conofcere il fuddetto Du-Cange, e dopo di lui il fopralodato P. Pauli nelle Giunte al Beverino de Ponderibus . An-* che il Doerdelino nel fuo Trattatole Nummis Germanice medice parla delle Monete cave battute in quel paefe. Rinomati ancora furono gli Augu-Jlali, Moneta d’ oro , che Federigo II. Imperadore fece battere in Sicilia, nel qual paefe, ficcome anche nel Regno di Napoli , fu molto in ufo . Comunemente fi crede a che foiTero così nomati dallo fteiTo Augufto Federigo . Ma il Sig. Apoftolo Zeno , egregio Raccoglitore , e intendente di tali merci, mi afficura , che prefero il nome da Cefare Augufto, il cui volto è ivi effigiato, e perciò appellati Augufiarii, Augufiales, Òc Agufìales. Ecco ciò, che ne ha Giovanni Villani Lib. VI. Cap. 21. delle fue Croniche. LI Agoflaro d'oro ( così fcrive egli ) valea F uno la valuta d’uno Fiorino e quarto 3’ oro ; e dall' uno lato dell Agofiaro era improntato el vifo dello Imperadore, e dell'altro un Aquila , al modo de’Ce fa ri antichi , e era groffo carati venti di 'fine oro a paragone . Di quefta Moneta è fatta menzione in una Carta, che io ricavai dal Regiftro di Cencio Camerario, che contiene la concezione in Feudo del Cafiello 3’ Arja fatta da Innocenzo IV. Papa al Vefcovo di Cafiro nell’Anno 1253. fub annuo Cen-fu duorum Augufiariorum curi, vel viginti Solidorum denariorum Scnatus : notizia , che ci fa anche intendere, qual foiTe il valore della Moneta Romana battuta da quel Senato. Riccardo da San Germano ci fcuo-pre il tempo, in cui fi fece la battuta d’efli Agoftari, con ifcrivere all’ Anno