38 Dissertazione Figli , qui ab Imperatore Leone honorem Hipad , Jeu Imperialis Confulis , obùnuit. Così nell’Anno'*840. venuto a Venezia Teodoro Patrizio Greco , Imperiali nomine Petrum Ducem Spatarium Imperli conflituìt, & Veneto* requijivit, ut contra -Saracenos apparatum bellicum mittere velodter procu-rarent. E nell’Anno 880. Urfus Dux Venetorum per Apocrifarios Bajilii Imperatoris Protofpatarius effeclus , magni pondens campanas Imperatori delegava . Grande al certo in que’Secoli ancora fu 1’ autorità de i Dogi Veneti, ed una fpezie di Autocrazia in erti, perchè formavano Patti co i Re d’Italia, e con gl’Imperadori di Occidente ; mantenevano Armata navale ; facevano guerre a loro arbitrio ; ebbero il nome di Palalo e di Camera : indizj di Sovranità. Ed eifendo poi calata la potenza de’ Greci, più non ebbe Venezia dipendenza alcuna da quegli Augulli. Anzi ful fíne del Secolo Decimo, per atteftato dì San Pier Damiano nella Vita di San Romoaldo al Cap.' V. Pietro Orfeolo Doge di Venezia Dalmatici Regni aòeptus ejl Principatum. In uno Strumento , da me dato alla luce, nell’Anno 1017. Ottone Orfeolo, parimente Doge, iì vede intitolato Dux Venetìcorum ac Dalmaticorum . E in un altro del 1074. s’incontra Do-minicus Sylvius per mifericordiam Dei Venetice & Dalmatica Dux. Era e-gli Doge non per conceffione di alcun Sovrano, ma per fola grazia di Dio , e però Sovrano . E ciò fa a noi intendere , perchè trovandoli Arrigo IV. fra gl’Imperadori nell’Anno 1116. in Venezia, e concedendo un Privilegio alle Monache di San Zacheria, quel Diploma fi dice fcritto in Regno Veneciarum in Palatio Ducis , come apparifce dal medefimo pubblicato da me nella Parte I. Cap. 29. delle Antich. Efteniì. E ciò baili dell’inclita Città di Venezia, il cui fenno e valore per tanti Secoli ha faputo foilenere la fua Sovranità e Libertà: il che non fi legge d’alcuna altra Città dell’ Occidente e dell’ Oriente . DISSERTAZIONE SESTA. De gli amichi Marchesi (T Italia . DA che è venuto a sì buon mercato il titolo di Marchefe, fpezialmen-te in Italia, Francia , e Spagna , che Io godono i privati Gentiluomini per piccioli Feudi di Terre e Cartella , e talvolta anche fenza Feudo alcuno: s’è perduta l’idea de gli antichi Marchefi d’Italia, i quali e-rano Principi grandi, e Governatori perpetui di qualche Provincia. Mar-cha o Marchia parola Tedefca, lignificava il confine di uno Stato. Forìs Marcham nemo mancipio vendat : fi legge in un Capitolare di Carlo Magno dell’Anno 779. pretto ilBaluzio. Però que’Duchi o Conti, che fotto gl’