516 Dissertazione chi danno il nome di Sammet al Veluto; e Giovanni Villani L:b. I. Gap. 60. della Storia fcrive: In quel dì fi correa un pallio di Sciamilo Velluto vermiglio. Ma quello Velluto nel buon teito, di cui mi fon Servito nella mia edizione , non fi legge . Di tali panni iì truova menzione ne’ vecchi Scrittori, che fiorirono prima di Ricobaldo. Non citerò io fe non Rolandino Padovano, il quale nel Lib. I. Cap. 13. della Tua Cronica , defcrivendo un Giuoco pubblico fatto in Tiivigi nell’Anno 1214. così fcrifle : In co Caflro pofitce funi Domina ( cioè nobili Donne ) cum vir-gimbus , jeu domicelLibus , & fervitricibus earumdem, qua fne alicujus viri auxilio Cajltum prudenuffime defenderunt. Fuit edam Cafirum talibus mu-nidombus undique prcemumtum, Jcilicet Vanis , & Grijeis , & Cendads , Purpuris , Samitis , & Ricehs , Scarleds , Baldachinis , & Armerinis. Ap-preiì'o deicrive Rolandino le Gioie, onde erano ornate quelle Donne . 11 pjnno BaLJachino qui mentovato prefe il nome da Baldach, o Sìa da Babilonia , dov’ era fabbricato ; preziofiiTimo , perchè teifuto di feta e filo d’oro. E perciocché di quefto panno fi adornavano le Ombrelle de’ Principi e Re, da ciò è natala voce Italiana Baldacchino. Gli Armeri-ni fenza dubbio lo fteiTo furono, che gli Ermellini, ed Armellini .11 me-deiimo Rolandino Lib. IL Cap. 14. introduce Eccellino da Romano a parlare così : Muntatura pairis mei flit de Armerinis; fed aliorum juit da prcticfis Varis Sclavoniaz . Ma avendo noi tanta copia di panni , tele, e pelli di gran prezzo, ulàte anche fui principio del Secolo XIII. non fi sa intendere, come Ricobaldo dipingere così rozzi i coftumi de gl’Itar iiani d’ allora , e sì modello, per non dire sì vile il loro veflire . E pure Fra Francefco Pipino, che fiorì pochi anni dopo effo Ricobaldo, approvò i di lui fen ti menti > e fi vuol ora aggiugnere , che anche Giovanni Villani fu delio ftefl'o parere , perchè defcrivendo i coltami del Popolo Fiorentino, ce li rapprefenta prima del 1260. troppo di-verfi dal Luffo de’Suoi giorni. Allora, die’egli, 1 Cittadini di Firenze vive a no Jobri , e di groffe vivande, e con picciole fpeje, e di molti cofiumi graffi, e rudi, e di graffi panni vejìivano loro e le loro Donne. E molti portavano le pelli Jcoperte fcnfi panno, con berrette m capo, e tutti con ufat-d ( iti valletti ) in piede. E U Donne Fiorentine co’ calcari ferina ornamenti j e pajfavanfi le maggiori d’una gonella affai fretta di grojfo Scariato di Pro, 0 di Camo, cima ivi su 3’ uno Jchegiale all’ antica y e uno mantello fodera-to di Vaio col t affé Ilo fopra , e ponavanlo in capo . E le comuni Donne andavano vejlire d’ un graffo verde di cabragio per lo flmile modo. E libre cen- lo era comune dota di Moglie, e Libre dugeato e trecento era a que tempi tenuto sfolgorata. E le più delle pulcelle aveano venti e più- anni, an^i che andajfiro a manto . E di così fatto abito, e co fumé , e greffo mòdo erano allora 1 Fiorentini; ma erano di buona fede , e leali tra loro, e al loro Co-K.iline \ Ci colla loro grojja vira e povertà facuito maggiori e più virtudioje co-