482. Dissertazione loro e pefo Joldi d’oro , Io cercò Jacopo Gotofredo , Letterato in/igne, alla Legge unica Tit. 24. de oblat. vetorumUxb. 7. del Codice Teo-dof. Penfa egli , che a i tempi di Coftantino ottantaquattro Soldi d’ oro formaiTero la Libra d’oro , e però l’oncia foiTe comporta di fette Soldi. Cotal fentenza fu impugnata dal Gronovio. Quel eh’è certo, Valenti-niano Seniore volle che fettanta due ioidi coftituiffero la Libra, con ac-crefcere il valore eftrinfeco di quelle Monete . Quanti Denari di rame occorreifero allora per uguagliare il prezzo di un Soldo d’oro, ce l’infe-gna Caffiodoro Lib. I. Epift. 10. fcrivendo : Sex millia Denariorum Soli-dum ejje voluerunt : il che lì può anche confermare con alcuni refti del Codice Teodofiano. Truovaniì ancora nominate preifo gli antichi le Silique , e ne’abbiamo menzione nella Legge 258. di Rotari Re de'Longobardi . E San Gregorio M. lafciò fcritto, che il Soldo £ oro preifo i Romani valeva vigintiquatuor Siliquis. Santo Ilìdoro all’ incontro notò, che folamente venti Silique coftituivano il Soldo d’oro. Nè maraviglia è , perchè non meno in que’ tempi, che ne i noftri , i Principi e i Popoli faceano guerra all’ Oro e all’Argento , {Indiandoli ognuno di valutar Tempre più, ed oltre aldovere, le loro Monete. Gran mutazione al certo in effe di prezzo dovette introdurre il tempo, e la cupidigia sfrenata della gente. Imperciocché pare , che la Libra d’oro foffe ridotta a foli venti Soldi d’oro. Lo accenna Carlo M. nella Legge Longobardica 23. De Heriban.no , con dire : Qui vero non habuerint amplius in fupraferipto predo, valerne nifi Libras III. Solidi XXX. ab eo exigatur , id efi Libra una & dimidia. Di fopra ancora abbiam veduto 1’ Anonimo attentante, che a’fuoi dì con venti Soldi fi aveva una Libra d’ oro , ma Libra a mio credere ideale . Impariamo parimente da un’ altra Legge del medefimo Augufto Carlo , cioè dalla 76. de omnib. debit. con quanti Denari fi comperaffe un Soldo, cioè con quaranta ; e in altri tempi e Luoghi con foli Xll. Denari. De omnibus debitìs folvendis ( die’egli parlando delle pene ) ficut andquitus fuit confuetudo, per Duo-dicip Uenarios Solidi folvantur per totani Salicam Lecjem , excepto Ji Leudes iédefi Saxo aut Frixo Salicum occiderit, per XL. Denarios Solidi folvantur. Qui fi parla di Soldi d’argento, come apparirà fra poco. E’anche da avvertire ciò, che ha il Sinodo di Francoforte dell’Anno 794. dove con-corfero anche i Vefcovi d’Italia, e vi fi trovò anche lo fteffo Carlo M. Fu ivi ftabilito, che le biade non fi vendeiTero di più in tempo di care-ftia , che di abbondanza, e che fi mifuraffero col Moggio pubblico, nuo“ vamente ftabilito. De Modio de avena , Denarius unus . Modio hordei, Dsnaru duo. Modio Sitali, Denarii tres. Modio frumenti, De nari i qua-tuor. Si vero in pane vendere voluerit, duodecim panes de frumento , haben-tes jìngulos libras duas prò Denario dare debeat -, Sicjalacios quirÌdecìm czquo pondere prò Denario 3 Ordeaceos vigilili fmiiaer penfantes . Nel Can. V, chia-