% Dissertazione SuccelTori. Quefta divilìon di Stati feco portò ancor , quella de gl’ intere ili, e però arrivarono iìnalmentei Barbari a mettere in catene quafi tutto 1’ Imperio di Occidente colle Provincie ancora dell’ Affrica . Col nome di Barbari ufaronoi Romani di'chiamare chiunque non era fuddito del loro Imperio , a riferva de’Greci , che per la loro Letteratura e pulizia furono onorati fempre da ogni altra Nazione . Che elfi Barbari foiiero anfiofi di conquiitare l’Italia, non è da maravigliarfene. Anche oggidì 1’Ambizione , cioè il prurito d’ingrandirli, è un mantice continuo , che foffia in cuor de'Potenti, incitandoli a divorare i vicini, e a ftendere 1’ ali anche in lontane contrade. Se noi fanno , è perchè li . tiene in freno qualche maggior Potenza , o le Leghe , o la gelofìa di chi mira qual depreiTione iua 1’ innalzamento altrui. Viderli i Galli alla vigilia di piantare fui Campidoglio le loro infegne ; ma ritrovarono nel tenue allora Popolo Romano uh coraggio, cha nelle perdite fapea ri-iorgere , e ributtare i nemici. Maggiori fenza paragone furono i tentativi de’Cartagine!! per. abbattere la già molto crefciuta potenza Rimana. Un Annibaie , gran Capitano , feco conducendo dapertutto la vittoria , quegli parea, che folte defiinato a metterla in ceppi. Ma nè egli feppe valerft della fua fortuna, nè i Romani giammai avvilirli; e però in fine andarono a finire i di lui trionfi nella fchiavitù della propria fua Patria. Singolarmente nondimeno’ erano trattati una volta col nome di Barbari i Popoli Settetrionali, gente bellicofa, gente fiera. Tale era il concetto della bravura delle Nazioni Germaniche , che i Romani non trovavano il lor conto a ftuzzicarle coll’armi , e più in quelle parti attendevano alla difefa , che all’ofFefa . Perchè le Nazioni Aliatiche , l’Egitto , l’Affrica , la Spagna, e la Gallia gedeano un Cielo più dolce , nè la ferocità era toccata loro in retaggio , più facile riufcì al Popolo Romano di ftendere colà le fue conquide . Ma fs con gran riguardo e rif-perto procedevano i Romani verfo le Nazioni dell’ Aquilone , quelle all’ incontro nulla più fofpiravano , che di penetrar nelle Provincie Romane . Ne gli antichi Secoli non fi coltivavano cotanto le Arti e il Com-merzio nelle contrade Settentrionali , come poi cominciò a praticati! nel Secolo VII. e maggiormente fi pratica oggidì. Adocchiavano que’ Popoli le ricchezze , le grandiofe fabbriche , le delizie de gl’italiani, de’ Galli, e de gli altri cohfinanti Romani : motivi tutti d’invidia, e fproni continui per defiderar di cambiare il proprio men felice paefe col più felice de’Popoli Meridionali. Però circa cent’anni prima dell’Epoca di .Crifto fi videro i Cimbri, i Teutoni, gli Ambroni , ed altri Popoli Germanici in numero , per quanto dicono , di trecento mila , fenza contar le donne e i fanciulli, piombare in Italia , e commettere in efia infinite ilragi e rapine . Trovarono coftoro ciò che non penfavano , cioè Mario e Catulo , Generali di Armate di gran fenno e valori , e i foldati Romani m