c/o Dissertazione Il Campi nella Storia Eccleiiaftica di Piacenza la fa Figliuola di Lodo-vico L Re di Germania , perchè fi truova appellata Sorella da Cario-manno , e Carlo il Grofio Figli d’effo Re Lodovico, come coita da’ Diplomi da me rapportati . Ma da che ho io prodotto un Privilegio d’ effo Lodovico I. dove Angelberga è da lui appellata Diletta ac Spirita-lis Filia nojlra Encjilpirga, denotante, eiTere ella fiata Figlioccia , e non già Figlia di quel Re , niuno fi queterà full’opinione del Campi . in un altro Diploma del medeiìmo Carlo il Groffo , già divenuto Imperadore , e ipedito nell’Anno 887. quella Principerà è chiamata dileclijfima , & amantifjima Soror nojlra Angilbcrgz Imperatrix quondam AucjuJìa . ivi di nuovo le fon confermati i fuoi Beni : eo videlicet ordine, qua proprietà-rio Jure illi corroborata funt , perpetualiter pojjideat , faciatque ex ipjis libere quidquìd eleqerit tam in Divinis cultibus quarti in htmanis commodita-tibus . Et qua ei Jure Beneficiario collata Junt , Jecundum fuorum Jeriem Prcc-ceptorum, absque ahcujus rej'racjationc , vel dimincratione pojjideat. Trovando noi fempre più , che gli antichi Benefizj fi concedevano anche alle Donne, e ne durava il godimento folo durante la vita di chi gii a-veva ricevuti : fempre più vegniamo a fcorgere il divario , che pattava fra effi , e i Feudi de’Secoli fufTeguenti. S’ha dunque da offcrvare , fe nelle antiche Donazioni e conceflioni fi concedeva : Proprietario Jure ovvero ad proprium ,• perchè allora divenivano Allodiali que’Beni. Altre Formole denotavano lo fteffo . Ottone III. Augufto nell’Anno 997. conferma con fuo Diploma Rogerio fideli nojlro, Juisque JucceJJoribus, tutti i fuoi Beni , annoverati un per uno , ut faciant exinde quidquid eorum animus decreverit. Ecco Beni Allodiali. E notifi , che ivi fi confermano omnia P radia five Cajìella cum Villis , & pertinentiis Jais . Imperciocché anticamente anche le Corti , Terre e Cartella non di rado erano Allo-dj, e non Benefizj , nè Feudi. Curtes o Cortes, come ho anche provato nelle Antichità Eftenfi, una volta fignificavano un aggregato di poderi , che formava un’intera Villa con Chiefa , dove fi amminiftravano Sacramenti al Popolo . Sovente io eiTe Corti fi truovava anche il Camello. Nel Tomo V. dell’Italia facra Carlomanno Re dona al Monifte-ro di San Zenone di Verona Curtem nojlram nomine Dejentianum juxta Ripam Lacus, cioè di Garda. Più fotto dice di concedere Cajlrum eum Curie , & Plebe, Dejentianum nomine. Così preiTo il Fiorentini nella Vita di Matilda , quella Principeffa conferma alla Chiefa Pifana Curtes cum Cajìrorum inibì habentes . Il Sirmondo perfona di fingolar giudizio ed e-rudizione, ftimò che tutte le Corti foifero Allodj. lo non oferei forto-fcrivere francamente una tal fentenza. Certamente per l’ordinario fu così. In un Diploma di Lodovico II. Augufto dell Anno 861. vieu detto , che Rutcherus quondam Jiaelis Vajf'us & Min’Jlerialis fiojler avea donato alla Chiefa di Cremona Curitm fua proprieiatis ì nomine Ruben- no t