Ventesima setti ma. 431 ro prima ebbero temporal Dominio, e batterono Denari. Intorno a ciò fonda vedere il Tomafino e il Blanc. E certamente ad alcuni Vefcovi, ed anche Abbati in Francia fi truova conferita prima del Mille una tal facolrà. Mi fìa nondimeno permeilo di dire , che tante cole dette di effi Vefcovi non s’hanno da ricevere fenza efame. Se vogliam credere al Browero Lib. IX. Annal. Trever. Lodovico Redi Germania nell’Anno 902. confería Rabodo Arcivefcovo di Treveri Trevericct Civitatis Mo-neiam . Ma il può dubitare di quel Diploma , conceduto da un Re giunto appena all’ età d*undici Anni, particolarmente perchè tal prerogativa fi dice non conceduta, ma reftituita a Rabodo. Qua quondam tempore ìVemoòi ejusdem Urbis Archiepifcopi de Epifcopatu objlricta , & in Comi-tatum converfa nofcuntur. Nell’Anno 773. fu creato Vefcovo di Treveri Weomodo . Creda chi vuole , che fino allora, e forfè prima , appartenere a que’Vefcovi la fabbrica de i Denari. Ma non fono mai mancati coloro , che han cercato di dedurre da i più vecchi Secoli la pre-fents loro Nobilità e Potenza , e ciò che 1’ antichità ignorò , fi vide con finti Strumenti afferito. Lo fteiTo Browero avendo trovato all’ Anno 902. il Conte in Treveri, immaginò, Comités pro Archiepifcopo in Urbe jus dixiffe-, e che fu con quel Diploma reftituito jus Treverenjìs Urbis Archiepifcopo . Ma Miniftri de i Re ed Imperadori , e non già de’Vefcovi, anticamente furono i Conti. Ma lafciando andar queflo, dichiamo , che in Italia nel Secolo XI. e XII. oltre alle Città di (opra riferite, cominciarono altre a godere il Privilegio di battere Moneta, con obbligo nondimeno di mettere in efTa il nome del Re od Imperadore in legno del fupremo loro dominio . Il qual rito andò a poco a poco cotanto cre-fcendo , che niuna Città libera o Principe vi reftò , a cui non fofle permeilo di battere Denari d’argento, e in fine anche d’oro. Anche allora fi otteneva tutto coll’oro. ìo dunque , fecondo P ordine dell’Alfabeto, andrò notando tutte quante le Monete de’Principi e delle Città, che ho potute finora raccogliere. - Ancona. Parecchi Denari della Città d’Ancona ho io trovato in Modena, perchè andando per divozione i Pellegrini ad Affifi, o alla Santa Cafa di Loreto , riportavano fovénte da Ancona di quelle Monete , {limando , che San Ciriaco o Quiríaco ivi impreffo , patticolar virtù aveffe per impetrar da Dio qualche determinata grazia. La Prima Moneta nel Mufeo Chiappini, e in Roma preíTo il Cavaliere Francefo Vettori, ha quefta Ifcrizione nel dirito * PP. S. QVIRI-ACVS , con prendere le tre ultime lettere dal centro . Nel rovefcio è una Croce, e all’intorno DE ANCONA. L’Ughelli Tom. I. Ital. Sac. ne rapporta una fimile . La