Dissertazióne ( oggidì Melun ) dato da Clodoveo a quell’ Aureliano , ma fenza dire Jure Beneficii. E fe v’ ha chi fcrive, che Childeberto Re diede de i Feudi al Moniilero di San Germano de’Prati, non dee aver letto diligentemente i Diplomi, ne’quali fi donava alle Chiefe, e non già fi concedeva in Feudo. Diventava dunque allora Vaffo, o Vajfallo , chiunque fi metteva , come oggi diciamo, al fervigio di qualche Re o gran Signore, e que-ilo fi chiamava Commendare fe in Vaff'aiicum, ma lenza che per quello fi otteneffe immediatamente un Benefizio. Nel privilegio conceduro da Lodovico Pio Augullo preffo il Baluzio all'Anno 815. fi legge : Et fi Beneficium aliquod quisquam eorum ab eo , cui fe commendaverit , juerit con-fequutus &c. Adunque molti erano creati Vajfi , cioè s’erano meffi al fervigio de’Conti o d’altri gran Signori, lenza avere peranche confe-guito alcun Benefizio. Ricavali ancora da un Capitolare di Carlo M. dell’Anno 812. che Vaffi Dominici, cioè Regn , aveano VuJJallos juos Cafato s, cioè al loro fervigio delle perfone Civili, ed onorate. Ne’Placiti finora addotti abbiam trovato Vaffi de’Duchi, Marcheii , e Conti. Ne aveano anche i Vefcovi . Nel Sinodo celebrato da Gauslino Vefco-vo di Padova nell’Anno 978. come colla da Documento da me dato alla luce, fi truovano fotiofcritti alcuni , che s’intitolano Va/fi ejus-dem Domni Gxuslini Epfcopi . Differenza dunque c’ è fra i Valli o Vaf-falli de’Secoli antichi, e quei de’polleriori. Da alcuni Secoli in qua niu-no è colliiuito Vajfallo , fe non a titolo, e per cagione di qualche Feudo a lui conceduto j ma anticamente per effere tale , altro non fi ricercava fe non l’effere ammeffo al fervigio del Re, Duca , Conte &c. Odafi ciò che viene fcritto dal Monaco di S. Gallo de Geli. Caroli Magni Lib. i. Cap. 22; dove fi parla di un certo Vefcovo : Hic habuit u-num Vajjallum non ignobilem civium fuorum , valde firenuum , & indù• firium : cui tamen ille , ne dicam BENEFICIUM al quod , fed ne ullum quidem aliquando blandum fermonem impendit. Ecco che l’effere una vol-ta Vaffo o Viffallo , altro non lignificava, che 1’ effere al fervigio di qualche Regnante o Signor grande. Era ben poi vigorofa la confuetu-dine di conferite a quelli Cortigiani qualche Beneficio da godere , forfè folamente durante la lua vita. E per lolo Vajfatico , o fia fervigio , fembra che fi giuraffe Fedeltà al Signore. Negli Annali de’Franchi all’ anno 7^7. Tallitane Duca Fiòehtatem promfii Regi Pippino , ficut VaJJ’us &c. E all anno 787. Contri flatus Taffiio venit per femetipfum , tradens fi mambus Domni Regis Caroli in Vaffaticum , & reddens Ducatum fib’ com-fnìjfum a Domno Pippino Re^e . Perciò i Vaffi erano appellati Fedeli, e nel linguaggio delle Leggi Saliche , e Wifigotiche Leudes , perchè giuravano Fedeltà al Signore. Nel Lib. IV. Cap. V. di effe Leggi de \Vi-figofi fi offervino quelle parole : Quod fi inter Leudes quicumque nec Re* 3l£ Bernficus ah quid confequutus &c, O S-