ii 2. Dissertazione to nell’ Arti, nella mercatura, e in lavorar le campagne. Quella porzione fi chiamava da’Romani Peculium, ed anche Peculiare , voce poi ufata da’Longobardi, e Franchi, e probabilmente originata dall’avere il Padrone cominciato a permettere, che i Servi rullici teneffero qualche pecora per conto , e guadagno loro,- e poi iteia a fignificare altri guadagni . Ciò fi ufava per incitar quella gente a divenire indufiriofa. Godevano i Servi 1’ ufo , ed ufufrutto del loro Peculio , ma non già un pieno dominio; imperciocché non poteano venderlo, nè lafciarlo ad altri fenza licenza del Padrone: il che viene ordinato da alcune Leggi de’ Codici Teodofiano, e Giuftinianeo . Nè avendo i Servi facoltà di far Teflamento , per confeguente il Padrone ereditava quanto effi aveano adunato: il qual rigore nondimeno non fi foleva eiercitare, ogni qual volta mancava il Servo di vita con lafciare de’Figli * perchè a quelli fi permetteva di goder la roba del Padre. Si sa, che molti di coftoro, anche a’tempi de’Romani, cotanto s’indugiavano col proprio Peculio, che divenivano facoltofi, in maniera da potere col pagamento redimere la propria Libertà. Bene peculiari, & Peculiojì furono dimandati co-itoro ; e io fteifo fi praticò a’tempi de’Longobardi, Franchi, e Te-defchi in Italia. Vedeii una Donazione fatta nell’Anno 1095. da Alberto Servo di Alberto Conte a Pacifico Abbate di S. Profpero di Reggio di una pezza di Terra, ipfo namque Domino meo mihi confentiente, & hic fuptus confirmante . Per tanto chiunque metteva i Servi a lavorare qualche fua Corte M-iffa, o podere, poteva rifcuoterne tutte le rendite , con provveder fo-larnente quegli uomini di vitto, e veftito , e lafciar loro il Peculio. Solevano altri Padroni più indulgenti taifare quanto di grano, e d’ altri frutti dovea pagarli a lui dal Servo Agricoltore. Se ve nera di più, tornava in uiile e vaiitaggio d’effo Servo; e buon per chi aveva più indu-iìria, perchè in tal guifa accrefceva il fuo Capitale, Somiglianti patti anche oggidì fi praticano fecondo i diverfi P.iefi d’ Italia, fe non che ora tutti i Contadini Italiani fon gente Libera. Nè pure ne’Secoli di mezzo era permeilo di aggravare più di quel che portavano i patti , e la con-fuetudine , i Servi la* oratori delle Terre. Nella Legge X. di Lodovico Pio fono rammentati Servi Bcneficiarii. Più fovente ancora s’incontrano C a fati , creduti dal Du-Cange , qui intra cafiam, hoc e fi in ruralibus pojfef-fionibus firviebant. Ma che vi foiTero de’Ca fa ti Liberi fi può provare . Parimente s incontrano Servi Mafiani deitinati alla coltura di qualche Mafia, nome lignificarne l’unione di molti poderi. Che nondimeno vi fciTero Maffari Liberi non mancano Documenti, che lo pruovano. Nel-le Leggi Longobardiche abbiamo Ser vum Rufìicanum, qui jub Maffario ejl. Quello Malfarò, come anche oggidì, prefe.leva alia cura di qualche Mafia, e comandava a i Servi > ma egli lembra eiTere fiato pedona