280 Dissertazione vel in vìa &c fieret planclus, vel ululatus ahquìs cum clamore , & alca voce vel fortiter percutere cum palmis elevatis &c. In oltre decretarono, che non fofle permeilo a gli Eredi o parenti del Defunto fieri facere per Civitatem aliquod prceconi^amentum de eundo ad ipfum mortuum, feu dò fepolturam ipfius mortui. Non so , che in Lombardia refti più veftigio deH’ufanza fuddetta . Solamente mi vieti detto , che nella Carniola tuttavia s’ufi il pianto e lamento delle Fanciulle al funerale de* fuoi, che poi lo ripetono nel giorno ottavo , e in queft’arte fono ben ammaeftra-te per farlo con garbo . Fra’Turchi dura l’antico coftume di pagar Donne, che accompagnano i Cadaveri con urli orrendi e lagrime, frami-fchiando le lodi del morto con tale ftrepito , che infafttdifcono chiunque le afcolta. Me ne afiicura Cornelio Bruyn ne’fuoi Viaggi. Chiunque è pratico della Erudizione Ecclefiaftica , sa quanto ne’ primi Secoli della Chiefa foiìe abborrita la Bigamia, cioè il paflare alle feconde Nozze, qualfichè quefto fofle indizio d’intemperanza ; e tuttoché non fofle veramente peccato , pure veniva biafimata, e da efla è poi provvenuta, e tuttavia fi mantiene l’irregolarità , o fia un impedimento a gli Ordini racri (15.) Forfè di quefto rimane qualche veftigio in alcun luogo d’Italia, come in Modena , dove fe un Vedovo della plebe fpofa una Vedova, non gli manca un folenne complimento delle perfone della fua contrada, che loro fan plaufo ftrepitofo con fifchi , motti pungenti , e vafi rotti gittati dalle fineftre. Anzi da gran tempo è in ufo un aggravio in danari impofti alle Doti d’eflì Vedovi , da pagarfi ai Palafrenieri del Principe ; tanto è vero, che alcune ufanze inveterate ne’Popoli fi mantengono vive al difpetto de gli anni. Che anche in Francia fufliftef-fe quefto coftume, Io moftrano alcuni Atti, pubblicati nel Tom. IV. A-necdot. de’PP. Martene e Durand. Charivaris fi appellava da’Franzefi lo ftrepito popolare confra di tali Nozze ; e dura tuttavia quefto vocabolo. Aggiungo altre cofette, come la memoria mi detta. Familiariflìmi furono i Bagni al tempo de’Greci e Romani , e fra’Popoli Orientali fi adopera con frequenza il Bagnarli ; anzi fra’Turchi è obbligo di cofcien-za. Anche ne’Secoli barbarici fappiamo, che l’Italia, ed altri Popoli di Europa ritennero quefto coftume, che oggidì fra noi è andato in difufo; e forfè con difeapito della fanità, potendoli provare, che dalle Bagnature fi poiFono ritrarre molti benefizj. Secondo le Leggi Longobardiche, morendo il Padre , egualmente fuccedevano nell’Eredità i Figli ; perciocché allora non v’erano Primogeniture, Maggiorafchi, e Fideicommiffi , che sì gran pafcolo danno oggidì al Foro , ellendo quefti rtìercatanzia de’ Secoli pofteriori. Dicefi , che i Franzefi o Salici fi regolaffero diverfa-mente : non so fe con ficuro fondamento. Però fuccedeva, che ne Feudi , Cartella , e ftabili 5 indivifibili, uno poiFedeva la metà, o pure la ter- o quatta parte j e i figli fuoi per altra diyifione ne godeifero la òe-{